Daniela Mazzucca (Fondazione Di Vagno): «Uniti contro le guerre e ogni forma di violenza»

Daniela Mazzucca (Fondazione Di Vagno): «Uniti contro le guerre e ogni forma di violenza»
di Valter CIRILLO
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 15:43

In occasione dell’Anniversario della Liberazione d'Italia, a Conversano, nella sede della Fondazione Di Vagno, dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30, si terrà "25 aprile - Festa della Liberazione": la giornata è organizzata dalla Fondazione Di Vagno, in collaborazione con IPSAIC-Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, Fondazione Gramsci e Fondazione Maierotti, CGIL Puglia e ANPI-Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e dura ininterrottamente dalle 10 alle 22.
 

Presidente Daniela Mazzucca, cosa rappresenta questo ricco appuntamento in questa particolare giornata?

«Abbiamo voluto mettere insieme le rappresentanze antifasciste più vicine, con vari esponenti, coinvolgendo anche l’Università di Bari Aldo Moro con i giovani storici. In passato ognuno ha festeggiato come riteneva. A me e a tutta la Fondazione Di Vagno è piaciuta l’idea di stare tutti insieme in una grande festa, ognuno con un contributo e varie iniziative. Tra queste particolarmente rilevante è la presentazione del libro di Simona Colarizzi, che concluderà la nostra giornata di riflessione collettiva, in un clima festoso nel quale faremo anche la “Pasta del partigiano”, che sembra una cosa buffa, ma riprende un fatto vero. Le donne della Bassa, quando seppero che l’Italia era stata liberata iniziarono a impastare e fecero grandi quantità di pasta asciutta per tutti».

Qual è il messaggio che si vuole trasmettere?

«Vogliamo far comprendere che siamo tutti uniti, contro la violenza di qualsiasi tipo.

Da quella delle guerre che in questo periodo stanno scoppiando in tante parti del mondo, qualcuna più nota e altre meno, a quella della parola o della mancata concessione della parola. Ci siamo, tutti insieme, al di là delle storiche personalizzazioni della sinistra, in maniera pacifica per attualizzare la memoria».

Cosa rappresenta per lei il 25 aprile?

«In generale ritengo che sia l’ultimo atto di una resistenza lunga, cominciata nel 1919, che ci ha consegnato un patrimonio di esperienze e progetti per il futuro che sono stati la base per la Costituzione».

Al giorno d’oggi la nostra società, la nostra politica quanto sono libere?

«In generale lo sono abbastanza. C’è però chi attenta a questa libertà con prese di posizione: penso alle divisioni che le proposte di legge vogliono portare avanti, alle autonomie disuguaglianti o alla proposta di legge sul premierato».

Che cosa prova ad essere ancora il primo sindaco donna di Bari?

«Inizia a diventare un’eredità pesante. Speravo di poterla cedere prima, ma anche questa volta non sarà possibile. Ovviamente non dipende da me».

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