Covid, donna di 41 anni morta senza le visite: due medici sotto processo

Imputati i camici bianchi: sono la guardia di turno e una collega del Pronto soccorso dell'ospedale

Covid, donna di 41 anni morta senza le visite: due medici sotto processo
Covid, donna di 41 anni morta senza le visite: due medici sotto processo
di Luigi LUPO
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 13:50

In piena pandemia Antonia Abbatangelo, 41 anni, mamma di un bimbo di appena un anno, si era presentata in pronto soccorso a Trani in gravi condizioni. Dopo un rimpallo tra pronto soccorso e guardia medica, i medici avrebbero sottovalutato le sue condizioni che la portarono alla morte. Così i due camici bianchi sono accusati, in concorso, di omicidio colposo: si tratta di una dottoressa di 54 anni, di Castro (Lecce), in servizio all'epoca al pronto soccorso di Trani, e del collega 60enne, di Trani, guardia medica.

Cosa successe

La prima udienza del processo davanti alla gip Lucia Anna Altamura è stata rinviata ieri al prossimo 2 febbraio per alcuni aspetti tecnici. Si tornerà in aula quel giorno, quindi, per ripercorrere le tappe e accertare le responsabilità di una sospetta storia di malasanità. Che risale al 12 novembre 2020, in piena pandemia, quando Antonia Abbatangelo, 41enne, di Trani, viene accompagnata in pronto soccorso. Le ambulanze del 118, a causa dell'emergenza sanitaria, non sono disponibili. La dottoressa del pronto soccorso, di fronte alle condizioni della paziente, che si presenta con una carenza di ossigeno del sangue, sospetta un'infezione da Covid.
E manda la signora, senza visitarla, in guardia medica.

Dove il medico di turno, imputato, dice ai familiari, direttamente al citofono, anche in questo caso saltando la visita, di andare al pronto soccorso. Abbatangelo torna a casa. Qualche giorno dopo, il 19 novembre, perde la vita all'ospedale Dimiccoli di Barletta per sindrome da "distress respiratorio acuto causata da Covid-19 su paziente con obesità di terzo grado con conseguente scompenso cardiaco irreversibile".

Secondo il pm Giovanni Lucio Vaira, i medici avrebbero rifiutato un atto del proprio ufficio che si legge nelle carte "per ragioni di igiene e sanità, doveva essere compiuto senza ritardo". Rifiutando secondo il pm "qualsiasi cura o diagnosi e quindi rallentando l'iter diagnostico-terapeutico della donna", i medici avrebbero cagionato la morte della signora Abbatangelo. I cui cinque parenti parti lese sono assistiti dall'avvocata Giorgia Di Savino che, in precedenza, si era opposta alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura, portando la gip di Trani, Marina Chiddo, a predisporre l'imputazione coatta. La Asl, dopo il decesso, aveva avviato indagini interne mentre l'iniziale fascicolo degli indagati comprendeva 18 sanitari. A processo, ora, solo i due medici.

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