Il consorzio Asi di Bari nella bufera: Confindustria lascia il Cda

Il consorzio Asi di Bari nella bufera: Confindustria lascia il Cda
di Nicola MANGIALARDI
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 05:00

C’è maretta nella governance dell’Asi del capoluogo pugliese. Confindustria Bari, improvvisamente, ha abbandonato la poltrona del consiglio di amministrazione del consorzio che gestisce la zona industriale, la più grande e importante area industriale pugliese. A sedere sulla poltrona in rappresentanza degli industriali baresi, fino all’inizio di questa settimana, era Francesco Frezza, industriale del legno che ha rassegnato le sue dimissioni due giorni fa.
Il Consorzio Asi nato nel 1960 oggi è composto da nove soci, opera su un’area di duemila ettari sulla quale sono operative circa duemila aziende, con quattro comuni soci, tra cui Bari, Molfetta, Giovinazzo e Modugno e la Camera di Commercio di Bari e gestisce un bilancio di 130 milioni di euro chiudendo l’ultimo bilancio con un utile di ventimila euro. Da metà di febbraio di quest’anno e fino alla metà settembre del prossimo anno (perché nomina in sostituzione e, quindi, non della durata quinquennale di un normale mandato pieno) alla guida della società partecipata, con sede a Modugno, è stato chiamato il 64enne avvocato Pierluigi Vulcano, che fino al 3 novembre dell’anno scorso era al timone dell’Amtab, la municipalizzata barese dei trasporti, che ha preso il posto del commercialista barese Paolo Pate, chiamato a gestire l’Amiu, l’azienda municipalizzata dei rifiuti.

Le motivazioni della spaccatura

Pare che alla base delle dimissioni del rappresentante degli industriali baresi ci sia una profonda spaccatura proprio con il presidente Vulcano, ritenuto molto vicino al piddino Lacarra e considerato, dai ben informati, nelle grazie, anche, del sindaco di Bari, Antonio Decaro.
Sulle dimissioni, dell’industriale, dal cda, il presidente di Confindustria delle province di Bari e Barletta-Andria-Trani, Sergio Fontana, interpellato, preferisce non commentare, trincerandosi da Roma dietro un laconico «no comment».
Secondo voci di corridoio le dimissioni dal consiglio di amministrazione del rappresentate della componente industriale troverebbero giustificazione in dissidi interni proprio con il presidente Vulcano e con il suo modus operandi di gestire l’ente, considerato «troppo lento», soprattutto, nell’adozione di provvedimenti che interessano il comparto industriale privato.
Le dimissioni di Frezza, praticamente assumono una rilevanza e un segnale più politico che pratico, poiché, in realtà, non ingessano, secondo le indicazioni statutarie dell’ente, affatto l’azione di governo e amministrativa del consorzio di natura pubblico/privato che, anche in assenza di un componente del suo consiglio di amministrazione, in attesa di nominarne un altro, può tranquillamente continuare a operare sia per quanto concerne gli atti di ordinaria che di straordinaria amministrazione.
Non è la prima volta che si registra uno strappo tra l’associazione degli industriali e l’Asi, a fine gennaio di sette anni fa, fu l’allora presidente di Confindustria di Bari e Bat, Domenico De Bartolomeo a lasciare vuoto il posto in consiglio di amministrazione di Asi spa, la società preposta alla fornitura di servizi nell’area industriale barese, sostenendo che «il consorzio andava riorganizzato per renderlo più attrattivo e innovativo rispetto alle esigenze dell’imprenditoria, impostandone la gestione su criteri manageriali coinvolgendo maggiormente le imprese nel processo decisionale».

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