Allarme sicurezza, scippo in viale Unità d’Italia: ladro preso grazie a dei ragazzi

Allarme sicurezza, scippo in viale Unità d’Italia: ladro preso grazie a dei ragazzi
di ​Elga MONTANI
4 Minuti di Lettura
Domenica 3 Settembre 2023, 21:20

Allarme sicurezza a Bari ma con lieto fine questa volta. Uno scippo è stato messo a segno in viale Unità d’Italia, ma il ladro è stato preso preso grazie a dei ragazzi. Dopo tante storie negative che vedono coinvolti i giovani di Bari, arriva il racconto di qualcosa di bello. Un raggio di sole in mezzo ad un cielo grigio, fatto di aggressioni ai danni di minori da parte di altri minori, episodi di bullismo e cyberbullismo, e così via. 
Ma andiamo con ordine. Il racconto di quanto accaduto viene dai diretti interessati, precisamente dalla mamma di uno di loro, che via social, nel gruppo di genitori “BulliStop, vivere Bari senza paura” ha voluto condividere questo episodio, proprio quasi come se fosse un “antidoto” al brutto che troppo spesso ci si trova a dover affrontare. 

Il racconto sui social


«Nel contesto sociale in cui viviamo, mi sento di condividere con voi un raro esempio di virtuosismo da parte di 3 ragazzi di 17 anni, fra cui mio figlio che mi ha raccontato l’accaduto – scrive la madre del giovane -.

Ieri (venerdì, ndr), intorno alle 15, in viale Unità d’Italia, nei pressi della piazzetta, hanno sentito una donna anziana urlare e un ragazzo che correva. Hanno capito subito che si trattava di uno scippo. Mio figlio e un amico hanno inseguito il ragazzo, mentre l’altro loro amico ha subito chiamato il 112». «Subito sono arrivati gli agenti dell’antiscippo in moto – prosegue il racconto della mamma -, i due ragazzi che avevano inseguito lo scippatore hanno fornito la descrizione del delinquente agli stessi agenti, che così lo hanno individuato e fermato, restituendo il cellulare alla signora». Una bella storia in cui chi assiste ad una ingiustizia non si è girato dall’altra parte, ma è intervenuto in prima persona per aiutare chi si trovava in difficoltà. 


Un episodio in cui avviene esattamente ciò che i genitori del gruppo hanno sempre detto essere ciò che manca, ovvero l’empatia e la volontà di non voltarsi dall’altra parte di fronte a episodi di ingiustizia, siano essi uno scippo come in questo caso, o un’aggressione come accaduto in tante altre occasioni. «Questi 3 ragazzi hanno saputo dimostrare coraggio e riflessi pronti per aiutare la signora in difficoltà – conclude la mamma del giovane -. Si può affermare dunque che ciò che conta sono gli insegnamenti della famiglia e i valori morali trasmessi? Sta tutto lì, è inutile girarci intorno. L’indole conta fino ad un certo punto, ma se la famiglia è quella che è, difficile che un ragazzo diventi un bravo ragazzo. Se i servizi sociali facessero bene il loro lavoro, forse non saremmo qui a parlare di baby gang o di quel musicista ucciso a Napoli da un minorenne armato di pistola (con precedenti penali)». 


Una storia bella ma che fa riflettere, come sottolinea la mamma di uno dei ragazzi coinvolti, e che dà l’idea di come sia sempre più importante un intervento di educazione dei giovani alla legalità e alla bellezza, soprattutto di quei giovani che magari possono essersi in giovane età già “macchiati”, mettendo in atto azioni non virtuose. Come sottolineato solo pochi giorni fa dall’ormai ex prefetto Antonia Bellomo sulle pagine del Quotidiano: «Non dobbiamo stancarci di investire in educazione, educazione alla legalità, promozione della cultura della tolleranza. Solo reprimere o controllare il territorio non serve in questi casi, bisogna intervenire sullo strato culturale». Soprattutto considerando che molti episodi di violenza che vedono protagonisti i più giovani sono ancora sintomo di «quel malessere che i giovani continuano ad esprimere, e che dovremmo intercettare con adeguate misure di prevenzione, non solo con la repressione». 
E in risposta al racconto della mamma, Alba Nardone, anima del gruppo dei genitori, ha voluto «ringraziare questi meravigliosi ragazzi per il loro forte senso civico». E rivolgendosi a loro ha sottolineato: «Siete una vera speranza e soprattutto avete dato modo di dimostrare che le istituzioni sono presenti sul territorio e pronte ad intervenire». «Invece di perdere tempo per filmare e postare, si può chiedere ed avere un intervento delle forze dell’ordine», conclude Nardone. 
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