Movida troppo rumorosa: i residenti dell’Umbertino sono pronti a chiedere i danni

Movida troppo rumorosa: i residenti dell’Umbertino sono pronti a chiedere i danni
di Samantha DELL'EDERA
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Martedì 6 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:44

I Comuni che non garantiscono «il rispetto delle norme di quiete pubblica e di conseguenza non tutelano la salute dei cittadini» potranno essere condannati ad un risarcimento danni. La sentenza della Cassazione su un caso di una coppia a Brescia vessata dagli schiamazzi della movida potrebbe avere un “seguito” anche a Bari. Dove i residenti dell’Umbertino si dichiarano pronti a riportare il Comune in tribunale, dopo l’esposto in Procura a firma di circa 140 cittadini.


«Siamo davvero stanchi – spiega Mauro Gargano, tra i rappresentanti del comitato di salvaguardia della zona Umbertina – sono anni che chiediamo al Comune di mettere un freno alle aperture indiscriminate dei locali, che chiediamo di individuare le zone di tutela e di pregio. Ma nulla, nulla è stato fatto ed oggi siamo arrivati al punto che l’unica soluzione sono i risarcimenti danni?».
Con l’arrivo delle belle giornate comincia a ripresentarsi il problema della movida “fracassona”: centinaia di ragazzi fuori dai locali, con schiamazzi fino all’alba, strade usate come bagni pubblici, auto utilizzate come “vassoi” per birre e piatti e parcheggi inesistenti per i residenti. “La storia è sempre quella – continua Gargano – vi faccio un esempio: in via Abbrescia vive un uomo in dialisi che ogni estate non riesce a dormire.

Cosa abbiamo fatto noi residenti per vivere in queste condizioni?”


Gargano ricorda tutte le richieste inoltrate negli anni, fino all’esposto penale. «Ci sono tutti i requisiti per iniziare azioni civili – spiega ancora – a Bari la movida non è nata dal nulla, è stata facilitata da alcuni provvedimenti. Nel 2017 il Comune ha avuto una diffida affinché istituisse le zone di tutela di pregio e non ha fatto nulla. Se non procedere con queste autorizzazioni indiscriminate, portando a fare aprire in questa zona fino a 65 locali circa. Nel 2018 abbiamo chiesto anche una monotematica che la maggioranza in Consiglio fece decadere, dicendo che ci si stava muovendo per risolvere il problema. La realtà è che c’è una responsabilità oggettiva in questa faccenda. Il danno è stato fatto ed ora partiranno sicuramente le richieste di risarcimento danni come a Brescia».
Per i residenti quindi ormai è troppo tardi per trovare una soluzione: i locali sono stati aperti e gli schiamazzi sono ormai quotidiani. «Non vediamo soluzioni – conclude Gargano – le ordinanze? Bisogna farle rispettare. Si potrebbero creare dei poli gastronomici in altre parti della città in modo da delocalizzare la movida e “convincere” i gestori a trasferirsi, sicuramente al momento il Comune non sta facendo proprio nulla».

Accordi con Arpa


Dall’amministrazione fanno sapere che sono in corso degli accordi con Arpa per procedere con la rilevazione del suono e sviluppare il cosiddetto piano di zonizzazione acustica. Uno strumento, obbligatorio, che suddivide la città in zone o classi “acusticamente” omogenee, attribuendo a ciascuna di esse un preciso limite alle emissioni prodotte da sorgenti rumorose, fisse o mobili. Il Comune ha diverse strade da intraprendere. Potrebbe adottare ordinanze per il divieto di vendita di alcolici o per fissare gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. Ci sarebbe anche l’articolo 659 del codice penale che punisce “chiunque mediante schiamazzi o rumori ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche disturba le occupazioni o il riposo delle persone è punito”. Il Comune quindi richiama anche alle responsabilità dei gestori. Insomma una battaglia aperta su più fronti in un’estate che si prospetta uguale alle altre per quanto riguarda i disagi legati alla movida fracassona. C’è da dire che problemi simili si registrano anche in altre zone della città, come a Carrassi – San Pasquale dove per anni i residenti hanno presentato esposti e chiesto l’intervento della polizia locale e del municipio 2. Migliore è invece la situazione a Poggiofranco dove l’unico problema reale al momento è rappresentato dalla carenza di parcheggi.

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