Il prezzo da pagare era un «gelato» e si «doveva dare» a titolo di ricompensa. Offrire un «gelato» significava assumere personale nelle imprese che beneficiavano di agevolazioni o commesse pubbliche milionarie da parte della Regione Puglia. È quanto emerge dagli atti dell'indagine che ieri ha portato agli arresti domiciliari i fratelli Alfonsino e Enzo Pisicchio, il primo ex assessore all'Urbanistica della Regione Puglia e a capo, assieme al fratello, del movimento Iniziativa democratica e Bari al centro. Con loro sono state arrestate altre tre persone, mentre altre due sono state sospese per un anno dalla professione.
Gli aiuti alle imprese
La richiesta illecita, registrata dalle microspie posizionate d'urgenza in un ristorante di Monopoli (Bari), viene avanzata la sera del 4 settembre 2019.
Cosimo Napoletano - «ottemperando alle indicazioni impartite il giorno prima da Enzo Pisicchio», - è scritto negli atti - evidenzia l'interessamento di Pisicchio nella vicenda («una gentilezza per quel signore che ha fatto tutto se è possibile» «è il cristiano che ha fatto davvero ... non si è ... non ha chiesto un centesimo ... e io so tutto ... e io so quello che si può fare»), chiedendo pertanto «la giusta ricompensa - annota il giudice - per lui, ovvero l'assunzione di persone dallo stesso segnalate ("un favore che dovremmo fare ... dare qualche assunzione al ... [inc.le] sono trentasei unità". Il riscontro alle richieste di Napoletano (per conto di Pisicchio) emerge - secondo l'accusa - ulteriormente dalla conversazione successiva all'incontro tra Scarpa e Diego De Fecondo, nel corso della quale il primo sintetizzava all'imprenditore veneto l'incontro con Napoletano: »ho un messaggio ... fra tutti, fra tutti, te lo posso dire così ti puoi già preoccupare, fra tutti quelli che hai conosciuto a Bari. .. qual è quello a cui devi offrire un gelato? ... un gelato, virgola, e ha detto 'glielo devi dare!'. Ecco, questo è il messaggio, chiuso virgolette. Vedi te!«.