Sconti agli evasori, c'è un caso Berlusconi: la franchigia potrebbe salvare l'ex cav. Renzi al Tesoro: se è così blocco tutto

Sconti agli evasori, c'è un caso Berlusconi: la franchigia potrebbe salvare l'ex cav. Renzi al Tesoro: se è così blocco tutto
di Silvia Barocci e Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Domenica 4 Gennaio 2015, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 12:31

La norma, appena venuta alla luce, è già senza padri. Chi ha lavorato al dossier, al Tesoro, non ne avrebbe avuto conoscenza fino all'ultimo. A Palazzo Chigi quel comma 19-bis spuntato in zona Cesarini nel decreto ribattezzato da Matteo Renzi «certezza del diritto» appena pubblicato sul sito della Presidenza, avrebbe fatto infuriare lo stesso premier.

Un articolo di sole quattro righe che rende immune da conseguenze penali chiunque evada le tasse per un ammontare non superiore al 3 per cento dei redditi dichiarati.

E questo anche, è la novità, nel caso delle frodi fiscali e delle false fatturazioni. Una dicitura che ha fatto scattare un campanello d'allarme anche all'Agenzia delle Entrate, da sempre contraria a sconti per chi evade le tasse attraverso metodi fraudolenti. Scritta in questo modo, del resto, la norma potrebbe chiudere numerosi conti dei contribuenti con il Fisco.

Non solo. Potenzialmente potrebbe avere effetti anche politici. Secondo alcune interpretazioni, la franchigia del 3 per cento sulle frodi fiscali, potrebbe essere applicata anche alla sentenza Mediaset che ha portato alla condanna a quattro anni (di cui tre condonati) di Silvio Berlusconi. Nel processo che si è chiuso in Cassazione nell'estate del 2013, l'ex Presidente del Consiglio è stato condannato per una frode fiscale di 7,3 milioni per gli anni 2002 e 2003.

I CALCOLI

Siccome l'ammontare complessivo delle tasse versate in quello stesso periodo da Mediaset è stato di 381,5 milioni, la percentuale di evasione sarebbe dell'1,9 per cento, inferiore al 3 per cento previsto dalla nuova franchigia del decreto. Se questa interpretazione fosse corretta, Berlusconi potrebbe chiedere un incidente di esecuzione e la cancellazione della condanna. Ma Renzi è pronto a bloccare tutto. «Non ne sapevo niente», avrebbe detto ai suoi collaboratori, «ma se è così pronto a bloccare tutto». Anche i legali del Cavaliere hanno dubbi. Niccolò Ghedini dà, per esempio, un'interpretazione restrittiva, sostenendo che il comma inserito dal governo «non riguarderebbe le frodi fiscali ma solo l'infedele dichiarazione».

Il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, uno dei maggiori esperti di questioni tributarie, spiega invece che, a suo avviso, «sarà necessario cambiare in Parlamento la norma prevedendo esplicitamente l'esclusione delle frodi fiscali dalla franchigia del 3 per cento». Più esplicito David Ermini, responsabile giustizia del Pd: «nel passaggio in Commissione escluderemo i reati di frode fiscale dalla norma». In realtà il decreto del governo inserisce molte altre regole con l'obiettivo di dare maggiore certezza alle imprese nei rapporti con il Fisco, limitando l'intervento dei giudici solo ai casi più gravi. Per esempio, per chi salda i debiti con le Entrate prima che il giudizio penale entri nella fase del dibattimento, il provvedimento prevede comunque l'estinzione del reato penale. Una norma che se fosse stata in vigore avrebbe chiuso sul nascere molti casi di imprese finite nelle maglie del Fisco e in quelle delle procure.

Così come nel testo è stata introdotta una precisa definizione dell'abuso del diritto, la principale fattispecie di elusione. I contribuenti saranno liberi di scegliere tra più regimi fiscali, quello per loro più conveniente e, in ogni caso, l'elusione non sarà più considerata un reato penale. «Con questa norma», spiega il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, «si codifica un principio di lealtà sostanziale nel rapporto tra fisco e contribuente, un principio di prevalenza della sostanza sulla forma».