Terremoto, altra scossa in Molise: sono 190 dal 14 agosto
La sua professoressa di italiano, storia e geografia, Maria Flavia Perotti, aveva sempre sperato in una sua guarigione: «Succedeva sempre nell’ora di geografia. Tra gli argomenti c’era anche il tema del terremoto: quando intuiva che potessi parlare dell’argomento, Serena si alzava e senza dire nulla usciva dalla classe. Non ho mai provato a fermarla», racconta. Ma lo scorso 6 dicembre, nel compito in classe con traccia Inventa un racconto a piacere, Serena ha deciso che il silenzio poteva finire: in quel tema parlò di sua nonna, «la persona più importante al mondo», rimasta anche lei sotto le macerie della sua palazzina a tre piani.

IL TEMA STRAZIANTE «Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della vita. A volte un oggetto che ho davanti, o magari una persona, mi riportano a quel giorno», scriveva Serena. «Rientrai attorno alle 23.45. Ero contenta davvero: mi stavo preparando i vestiti per il giorno dopo, quando ci sarebbe stata la fiera del paese. Mi addormentai con il sorriso e poi successe tutto troppo velocemente. Venni svegliata da un forte movimento sussultorio che mi sovrastava, accompagnato da un rumore assordante, come se un mostro mi stesse urlando nelle orecchie».
E ancora: «È una persona forte che si è sempre sacrificata per il bene della famiglia: per me è una seconda mamma. Utilizzo i tempi al presente perché lei non merita di essere ricordata al passato. Io non accetterò mai che se ne sia andata così, senza salutare. Ne parlo ogni giorno e ho la certezza che lei è con me sempre, anche adesso che sto scrivendo questo». La professoressa racconta: «Dopo quel tema Serena si è sbloccata prendendo parte alle lezioni. Ha iniziato a raccontare della sua vita ad Amatrice, di com’era prima del terremoto e così via. Il tema ha segnato una sorta di rinascita alla vita per la ragazza».
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