Serpenti a Roma, è allarme: in una settimana 60 richieste di aiuto dei cittadini. Pericoli e cosa fare

Una vera e propria emergenza a cui Earth aggiunge una denuncia: «Non esiste un servizio di recupero della fauna selvatica»

Un serpente in un giardino: a Roma si susseguono le chiamate di allarme
Un serpente in un giardino: a Roma si susseguono le chiamate di allarme
di Mario Landi
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 13:11

Un pitone albino lungo cinque metri in strada a San Basilio. Un serpente che spunta sul parabrezza dell'automobile terrorizzando padre e figlio in viaggio, anche se si trattava di un innocuo biacco. Due casi recenti di avvistamenti del rettile nella Capitale, la cui fauna somiglia sempre di più a una giungla. Quella dei serpenti è una vera e propria emergenza. L'associazione Earth (nata a tutela della natura e dei diritti degli animali) informa che nell’ultima settimana, al loro centralino sono pervenute oltre sessanta chiamate da parte di cittadini che segnalavano la presenza di questi animali, abbandonati o sfuggiti al controllo dei loro detentori. L’ultimo caso in ordine cronologico è stato registrato in un deposito dell’Atac.

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Una vera e propria emergenza a cui Earth aggiunge una denuncia: «Non esiste un servizio di recupero della fauna selvatica, funzione pubblica che dovrebbe ricadere nelle competenze del Comune di Roma e della Regione Lazio». 

 


Secondo Valentina Coppola, presidente nazionale dell’associazione Earth, «ormai gli avvistamenti sono all’ordine del giorno e la gente ci telefona giorno e notte.

Noi indentifichiamo il rettile e, qualora si tratti di specie innocue, spieghiamo come ci si deve comportare in questi casi. Diversamente, nel caso si tratti di vipere allertiamo immediatamente la Protezione civile e i Vigili del fuoco».

I CONSIGLI

L’esperto zoofilo, Andrea Lunerti aveva già spiegato. «Bisogna prestare attenzione al suo morso: è rapido, fuori dalla portata umana. I 90 denti ad uncino affilatissimi servono per cacciare la preda e se conficcati nella pelle dell’uomo, con estrema difficoltà riescono a sganciarsi. Con la conseguenza di grandi lacerazioni ed infezioni batteriche importanti perché questi rettili si nutrono di topi». Pochi giorni fa a Castelnuovo di Porto, alle porte della Capitale, un biacco si era collocato tra l’ingresso degli spogliatoi dei bambini impegnati in una partita di pallone. La preoccupazione correva tra i genitori mentre qualcuno con un bastone tentava di rimuoverlo e condurlo fuori. «In questo caso, poteva trattarsi di una femmina che aveva deposto le uova oppure di un maschio che non voleva andar via per una questione di territorialità. Conoscere le ragioni del perché arrivano in determinati luoghi non è sempre così facile. L’importante è mettersi al sicuro. Se arriva nella nostra casa dobbiamo certamente intervenire e rivolgerci alle forze competenti. Ma se avvistato fuori, evitiamo il conflitto». «Ricordo - conclude Lunerti - che questi serpenti quando mordono colpiscono le parti scure: come i bulbi oculari»

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