Quotidiano compie 40 anni, da oggi sul giornale le prime pagine storiche

Il numero uno di Quotidiano, 6 giugno 1979
Il numero uno di Quotidiano, 6 giugno 1979
di Rosario TORNESELLO
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Martedì 10 Settembre 2019, 21:28 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 18:12
L’identità risiede nella memoria. Quella individuale, quella collettiva, tutta lì. Non ha barriere né confini, ma passioni, emozioni, valori intorno ai quali ritrovarsi e confrontarsi. Condivide esperienze, racconti, ricordi. Ha la stessa intima essenza dei fatti che innescano impulsi e sensazioni, dei bisogni vissuti giorno dopo giorno, dei sogni che aprono alla progettazione e all’azione.  Ha parole e immagini, suoni e profumi, e colori, anche, alcuni vividi, altri sfumati, tenuti assieme nei circuiti neuronali che traducono in sentimenti e custodiscono in archivio la vita di ogni giorno, quella reale, vissuta sulla propria pelle, la sola capace di segnare i destini, tracciando le curve personali dell’esistenza al riparo dall’effimero bailamme virtuale, sempre più urlato, sempre più confuso. L’identità è un percorso comune, un cammino fatto assieme, un impegno a crescere, ad aprirsi, a non fermarsi per sottrarsi alla marginalità della periferia, riscritto ogni giorno anche sulle pagine di un giornale. Questo giornale, ad esempio. Rileggerle servirà a togliere la patina del tempo alla memoria. La nostra memoria. Ed è quello che faremo.

Quotidiano compie 40 anni. Compleanno importante. L’ingresso negli “anta” segna un punto di svolta che sintetizza nella cifra tonda e nel cambio di suffisso molte cose assieme. È il radicamento forte, a maggior ragione in un’epoca di cambiamenti sostanziali nel sistema complessivo dei media e nel flusso quotidiano delle notizie; è la testimonianza visibile, palpabile, della fiducia e dell’affetto crescenti con cui questa iniziativa editoriale - partita come avventura dalla visione di un giornalista di razza e uomo di cultura, Antonio Maglio, curioso di tutto e mai pago di nulla - è stata accolta da un territorio evidentemente alla ricerca di informazioni, analisi e riflessioni necessarie a scrivere per se stesso una storia diversa; è la dimostrazione formato tabloid (e da qualche anno anche versione on line) di come la dedizione e l’attenzione non solo ai fatti ma anche ai fenomeni, non solo alla cronaca ma anche al costume, possano tradursi in un esperimento riuscito di giornale che ha nel suo territorio la propria comunità e di una collettività che ha nella sua testata il proprio riferimento. Per osservarsi, criticarsi, riconoscersi, misurarsi e contrapporsi. Si cresce nel confronto. L’unico scontro ammesso è quello delle idee. E qui hai voglia quante.

Quarant’anni. Tanti ne sono trascorsi dal primo numero, in edicola la mattina del 6 giugno 1979. “Un giornale locale e popolare”, scriveva nel fondo di presentazione il direttore degli esordi, Beppe Lopez. La globalità dei fenomeni, l’intima interconnessione dei fatti, anche quelli avvenuti a grande distanza, dimensione propria della contemporaneità, hanno portato nel tempo a declinare quella vocazione - mai tradita - anche nella lettura attenta delle ricadute particolari, qui e ora, di eventi nazionali, internazionali e mondiali. Sarà quella pagina, la prima della nostra storia ormai ultradecennale, ad essere ripubblicata tale e quale a partire da oggi, 12 settembre. Una sovracopertina prima della foliazione ordinaria del giornale quotidiano, omaggio ai lettori per ricomporre assieme il mosaico del tempo trascorso e ritrovare così il senso del presente. Nella penultima pagina saranno riproposte, in formato ridotto, altre edizioni storiche del giornale, divise per quinquennio. E così ogni giorno, fino al 19 settembre. Numeri da collezionare per chi ha a cuore la propria storia.

Quarant’anni, quindi. Si tratterà di ripercorrere questo lungo tratto di strada vissuto assieme. Molti sono con noi fin dall’inizio, molti altri si sono aggiunti, compagni di avventura nel racconto quotidiano di un territorio: le contraddizioni dell’industria; la crescita dell’università; le stagioni altalenanti della manifattura; l’avvento e il declino della criminalità organizzata; i trionfi e le delusioni dello sport; le grandi battaglie per l’ambiente, la legalità e le infrastrutture; il sovrapporsi di flagelli, emergenze e tragedie; l’esplosione del turismo; la prepotente affermazione del Salento come luogo d’arte e di cultura. Tutto questo in 40 pagine da conservare. Fedeli testimoni del tempo. Il nostro tempo.

 
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