Perugia, 22enne infiltrata nelle chat osé: «Ho denunciato per aiutare le altre donne. Anche chi mi insultava»

La 22enne si era infiltrata in due gruppi Telegram scoprendo una sua foto intima

Perugia, 22enne infiltrata nelle chat osé: «Ho denunciato per aiutare le altre donne. Anche chi mi insultava»
Perugia, 22enne infiltrata nelle chat osé: «Ho denunciato per aiutare le altre donne. Anche chi mi insultava»
di Egle Priolo
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Sabato 24 Giugno 2023, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 21:56

Gli amici mi hanno voltato le spalle. Gli insulti peggiori sono arrivati dalle ragazze della mia età. È stato un periodo tormentato, ma ora sono contenta della piega che ha preso questa storia. È la mia rivincita. Per me e per le ragazze che non trovano il coraggio di denunciare». È un fiume in piena Marta. Ha 22 anni ed è cresciuta troppo in fretta, con la maturità che non ti aspetti da un ventenne. Perché anche se Marta non è il suo vero nome, la vergogna e la frustrazione che ha subito - prima per aver scoperto una sua foto intima in mezzo al catalogo di nudi di due canali Telegram per guardoni e poi per aver denunciato - sono dolorosamente vere.

È lei che spiega come ha fatto a infiltrarsi con l’aiuto di un’amica senza paura e di due compagni coraggiosi all’interno dei gruppi “Perugia nuda” e “Perugia scambio foto chat”, i cui amministratori sono ora sotto processo per revenge porn e pedopornografia. A 21 e 22 anni: famiglie bene e hobby decisamente cattivi, condivisi insieme a decine di amici e conoscenti. È lei che spiega come sia diventata vittima due volte, di personaggi squallidi e poi della gente: «Perugia è una città piccola, le notizie corrono veloci.

E non tutti hanno il tatto e la sensibilità di capire quanto male faccia». 

Marta, avevi 15 anni quando hai spedito al tuo ragazzo quella foto che era unicamente per voi. E solo nel 2020 hai scoperto come lui l’avesse fatta girare dopo la fine del rapporto. Grazie alla tua denuncia due admin sono sotto processo. Ma tu, ora, come stai? 
«È stato un periodo difficile e tormentato. Non sono stata bene, ho perso anni di scuola, mi iscrivo all’università solo adesso e ho dovuto fare un lungo percorso psichiatrico per curare quelle ferite. Ma adesso questa è la mia rivincita». 

In che senso? 
«Come donna. Perché sono sicura, lo so, che ci sono moltissime ragazze che non denunciano e non procedono contro queste persone. Perché si vergognano. Hanno paura del giudizio della famiglia, degli amici. E si tengono ancora tutto dentro». 

E tu? 
«Io sono stata molto fortunata. Perugia è piccola, ma a mamma l’ho detto io. Mi sono confidata e la prima denuncia l’ho fatta insieme a lei. Mi è sempre stata vicino, mi ha dato una mano, supporto affettivo e tanto coraggio. Perché non bisogna sentirsi sbagliate. Queste cose vanno affrontate». 

Determinante anche l’aiuto della tua amica: vi siete improvvisate detective e infiltrandovi in un gruppo siete risalite all’amministratore del primo canale Telegram che poi ha fatto il nome del secondo... 
«Lei è stata una grande. Perché come me ci tiene molto che le donne si rendano conto che è importante denunciare. È un abuso del tuo corpo. È violare un momento che hai deciso di condividere con qualcuno di cui ti fidi». 

Il tuo ex fidanzatino ora rischia un deferimento e all’udienza contro i due amministratori tu ti sei presentata in tribunale.
«Sì. Era giusto ci fossi. Perché mi hanno fatto passare per una poco di buono, mentre poco di buono è chi fa queste cose. Non si sono nemmeno resi conto della gravità penale di quel che facevano e dei danni morali causati a me e a tutti gli altri». 

Su Telegram giravano quasi un centinaio di foto di ragazze e ragazzi, molti ancora minorenni, ma hanno distrutto i due canali in tempo e ora pagano solo loro due. Con l’avvocato Francesco Gatti non vi siete opposti alla messa alla prova, sei d’accordo? 
«Sì, perché devono capire di aver sbagliato. E io, al contrario loro, ho deciso che voglio essere umana». 

Di più. Una ragazza perbene. 
 

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