Camere, rottura Berlusconi-Salvini: la Lega vota Bernini, ok di Di Maio. Ma lei rinuncia

Anna Maria Bernini e Paolo Romani (ansa)
Anna Maria Bernini e Paolo Romani (ansa)
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Venerdì 23 Marzo 2018, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 07:57

Al via la XVIII legislatura con l'insediamento del nuovo Parlamento e l'elezione dei presidenti di Camera e Senato e sulla trattativa per eleggere i vertici di Montecitorio e Palazzo Madama si consuma subito lo strappo tra la Lega e Forza Italia. Salvini, infatti, alla seconda votazione per la presidenza di Palazzo Madama vota Anna Maria Bernini (candidato Fi più digeribile per i 5Stelle che infatti parlano di «segnale positivo») anziché Romani, ovvero il candidato voluto da Berlusconi. La senatrice vede Berlusconi e rinuncia ma il dato è che c'è aria di intesa tra il Carroccio e i Pentastellati. 

«L'unico modo per evitare l'abbraccio PD-5Stelle per eleggere il Presidente del Senato è scegliere un candidato del centrodestra che abbia il maggior gradimento possibile», ha detto Salvini. «La scelta della Lega, che ha rinunciato ad ogni presidenza e ha indicato la senatrice Bernini di Forza Italia - aggiunge - rappresenta un coraggioso e generoso aiuto alla coalizione per evitare brutti scherzi e uscire dallo stallo, e un segnale all'Italia perché il Parlamento cominci a lavorare il prima possibile». «Vista la disponibilità dei 5stelle a sostenere un candidato del centrodestra alla presidenza del Senato, noi ne appoggeremo uno dei 5stelle alla presidenza camera. Aspettiamo di conoscere nomi». Di Maio apre subito: «Per la presidenza del Senato siamo disponibili a sostenere Anna Maria Bernini o un profilo simile».

Duro il commento di Berlusconi: «I voti al Senato ad Anna Maria Bernini strumentalmente utilizzata sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo della Lega che da un lato rompe l'unità della coalizione di centrodestra e dall'altro smaschera il progetto per un governo lega-M5s». L'ex cav dopo in serata ha ricevuto la Bernini a Palazzo Grazioli. Nessun dubbio sulla stima che nutre nei suoi confronti: l'ex premier lo avrebbe ribadito anche nell'incontro con la senatrice a cui però avrebbe detto di non poter sostenere la sua corsa:
«Non possiamo accettare candidature scelte da altri, non posso accettare diktat», avrebbe detto Berlusconi. Alla fine arriva il tweet di Bernini: «È del tutto evidente che sono indisponibile ad essere il candidato di altri senza il sostegno del presidente Berlusconi e del mio partito»

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CAMERA - TERZA VOTAZIONE
Nulla di fatto. Il quorum richiesto era di 403 voti. Le schede bianche sono state 569, 4 le nulle, 18 i voti dispersi. Hanno ricevuto voti: Stumpo (7), Ermini (3), Menga (3).

CAMERA - SECONDA VOTAZIONE
Fumata nera: nessuno ha raggiunto il quorum dei due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche, richiesto dal regolamento al secondo ed al terzo scrutinio. Il quorum richiesto era di 408 voti. Le schede bianche sono state 577, sei le nulle, 12 i voti dispersi. Hanno avuto voti: Tripiedi (4), Bond (3), Stumpo (2), Brunetta (2), Ermini (2), Muroni (2). 


CAMERA - PRIMA VOTAZIONE
Alla prima votazione nessuno ha raggiunto la maggioranza dei due terzi dei componenti l'Assemblea, ovvero 420 voti. Servirà quindi una nuova votazione, prevista nel pomeriggio. Per il secondo e terzo scrutinio il regolamento abbassa il quorum ai 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche. Alla votazione hanno partecipato 620 deputati. Le schede bianche sono state 592, 18 le nulle. Hanno ricevuto voti: Brunetta (2), Muroni (2), Stumpo (2), Bonafede (2), Ermini (1), Lupi (1), Tripiedi (1). La seconda votazione è prevista alle 15.30.

SENATO - SECONDA VOTAZIONE
Fumata nera. Questa volta oltre alle schede bianche (255), ce ne sono state molte in cui è stata espressa la preferenza per Anna Maria Bernini (57), vicecapogruppo di FI nella precedente legislatura. Un voto è stato dato anche a Napolitano, che ha prontamente ringraziato. Bonino 2 voti, Calderoli 1 voto. I 5 stelle hanno votato scheda bianca. Si procederà quindi sabato a Palazzo Madama alla terza e, se necessario, alla quarta votazione. Secondo quanto prevede il Regolamento del Senato nelle prime due votazioni sarebbe stata necessaria la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, mentre nella terza votazione prevista per il giorno successivo «è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età».

SENATO - PRIMA VOTAZIONE
Fumata nera. Al voto hanno partecipato 317 senatori. Le schede bianche sono state 312, le nulle nessuna. Il quorum necessario era di 161 voti. La seconda votazione, con la medesima maggioranza richiesta inizierà alle 17. Un voto anche al senatore casertano Fabio Di Micco, al leghista Roberto Calderoli, a Paolo Romani e a Emma Bonino. In mezzo anche «un omaggio al film di Moretti», su una scheda, ha detto Napolitano, senza specificare meglio. Lo stesso presidente emerito ha ricevuto un voto e ha esclamato «grazie».

IL DISCORSO DI NAPOLITANO
«Servono rispetto del voto e fiducia nel Colle» per affrontare la fase del dopo-elezioni, dice il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, aprendo da presidente la seduta a Palazzo Madama come senatore anziano. Il risultato delle elezioni «ha mostrato quanto poco avesse convinto l'auto-esaltazione di governi e partiti di maggioranza», aggiunge parlando di fronte al neosenatore Matteo Renzi (che promette: «Ora starò zitto per due anni»), ma non a Matteo Salvini («Arriverà»», ha assicurato Roberto Calderoli).
Alla Camera l'apertura è toccata a Roberto Giachetti, deputato del Pd, vicepresidente anziano tra gli uscenti rieletti, che suscita l'applauso unanime dell'Aula con la condanna dello «scempio» alla lapide di via Fani e il saluto deferente a Sergio Mattarella come «garante del rispetto della Costituzione». Poi conclude con una citazione di Marco Pannella: Dobbiamo essere pronti a testimoniare l'amore.

Intanto, nel centro di Roma spuntano due murales: il primo è un bacio Salvini-Di Maio, che ricorda quello famoso di Berlino tra Leonid Breznev e Eric Honecker, ispirato alla foto del fraterno bacio socialista durante i festeggiamenti del trentesimo anniversario del regime della Germania Est nel 1979; l'altro raffigura una Meloni con in braccio un bimbo africano. Tutti e due portano la tag di Tvboy, artista di strada palermitano esponente del movimento NeoPop.

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