«Vai piano, anch'io ho famiglia»: a Gallipoli il cartello "salvagatti"

Il cartello salvagatti a Gallipoli
Il cartello salvagatti a Gallipoli
di Antonella MARGARITO
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Sabato 24 Giugno 2023, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 13:00

“Vai piano, anch’io ho famiglia, proprio come te”.  Un bel cartello, con una ancor più bella facciona di un gatto soriano italiano campeggia in via Firenze a Gallipoli. E se è vero che, come diceva il Mahatma Gandhi  “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”, a Gallipoli di gente “civile” ce n’è. Compreso il comune, che non si risparmia nel supportare i volontari che si occupano di pelosi.

 

In questo caso si parla di gattini e  il papà dei mici si chiama Sandro Natali, ha una pizzeria in via Firenze e proprio in via Firenze, insieme ad un’altra volontaria, Silvia Benvenga, ha pensato di installare questo cartello stradale in quanto troppo spesso le auto in corsa su quella strada investivano i gatti di passaggio. “Sarà un caso, una coincidenza, ma da quando c’è questo cartello, non si sono più visti gattini investiti”.

Sicuramente  chi lo legge istintivamente si ritrova a frenare e rallentare l’andatura. Ma c’è di più. Il buon Sandro si occupa di colonie feline e, a sue spese, ogni giorno alle sei del mattino fa il giro di Gallipoli per dar da mangiare e bere ai pelosetti. 

Il supporto del Comune

“Il sindaco però ci supporta con le cure mediche, inoltre tempo fa ho chiesto un po’ di cucce e me le ha fatte avere”. Le cuccette , circa una decina, sono state posizionate nel parco di via Firenze, ma Sandro spera se ne possano sistemare delle altre in altri luoghi. “Gattini ce ne sono davvero tanti e in questo periodo tante cucciolate, malgrado ci occupiamo di sterilizzare,  ma il problema sembra essere senza soluzione di continuità”. E lui si occupa di tutti, cosa che fa anche Silvia, con la dovuta attenzione anche per i neonati. Una bellissima testimonianza di volontariato che  qualcuno però non accetta e si diverte a rendere la vita difficile al buon Sandro e alla buona Silvia, che però non demordono.

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