Delitto Sarah Scazzi, conto alla rovescia: zio Michele vede la libertà. Ma insiste: l'ho uccisa io/La cronistoria

di Mario DILIBERTO
Sabato 13 Gennaio 2024, 06:49 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 11:48 | 1 Minuto di Lettura

Il mistero

Quella confessione squarciò il velo di mistero che per oltre 40 giorni aveva avvolto il triste destino di Sarah, scomparsa nel nulla in un torrido pomeriggio di agosto. Il viso sorridente di quello scricciolo biondo diventò familiare agli italiani che si appassionarono al giallo e seguirono quotidianamente le ricerche di carabinieri e volontari.
La ragazzina quel 26 agosto del 2010, intorno alle 14, stava andando a casa Misseri. Per raggiungere la villetta di via Deledda, destinata a diventare famosa grazie alle telecamere e al plastico di "Porta a Porta", Sarah doveva percorrere solo 500 metri, attraversando poche strade deserte. Poi avrebbe incontrato la cugina Sabrina per andare al mare. In quel tragitto venne ingoiata da un enigma che proprio zio Michele svelò in quel drammatico interrogatorio.

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