Piani delle coste a rilento, i balneari ai Comuni: "Ora basta concessioni"

Un tratto della costa ugentina
Un tratto della costa ugentina
di Attilio PALMA
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Martedì 15 Marzo 2016, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 14:00
«Undici concessioni in più a danno delle trenta già esistenti a partite dal primo gennaio 2021…». Si può riassumere in questa frase il senso della critica lanciato da Mauro Della Valle, Presidente FederBalneari Salento al Piano Comunale della Costa adottato lo scorso 22 dicembre dalla Giunta di Ugento e che ricalca le previsioni fatte in molti altri Comuni salentini, tutti estremamente in ritardo nella presentazione del Piano delle Coste, all’interno del quale - Lecce in testa - si prevede proprio l’aumento delle concessioni. Un piano che, nel caso ugentino, Della Valle definisce «Piano elettorale della Costa» rimarcando il fatto che sono prossime le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale.

«Il Piano elaborato dall’Amministrazione guidata dal sindaco Massimo Lecci – evidenzia il presidente di FederBalneari - ridisegna e danneggia tutto lo scenario delle imprese balneari esistenti, dimenticando ogni attività di pianificazione territoriale che vuole realmente salvaguardare la propria Comunità». Secondo Della Valle non si può «demolire per costruire», ma occorre «incentivare le imprese esistenti e consolidare e migliorare i servizi al turista». Nel piano non vi sarebbe traccia «di alcuna azione a migliorare l’offerta turistica per esempio in termini di infrastrutture balneari e servizi. Questa è una grande lacuna che dimostra il vero spirito che ha animato la redazione del piano, che non deve essere visto come uno strumento per riassegnare nuovi “stabilimenti balneari”, ma per pianificare e migliorare l’esistente».
Tutto rimarrebbe inalterato fino al 31 dicembre 2020, poi si verificherebbe un riordino del demanio con undici nuove concessioni che andrebbero in qualche modo a ridimensionare le trenta già presenti. «Addirittura si riportano alcuni tratti di mare come non balneabili, facendo una gran confusione tra il concetto di balneabile e concedibile. Gli unici tratti non balneabili della costa ugentina si trovano in località San Giovanni e sono il canale a mare e l’area portuale, il resto è non concedibile, altra cosa del non balneabile». L’altro “rimbrotto” rivolto al sindaco riguarda il fatto di non aver convocato alcuna riunione per una pianificazione condivisa. «Ricordo che l’attuale sindaco Lecci, già assessore all’Ambiente della Giunta Ozza, all’epoca “mi corteggiava” a sottoscrivere, in qualità di presidente dell’allora Club Turismo Salento, ogni bando di interesse a progetti ambientali, progetti di riqualificazione del parco. Ricordo le pulizie straordinarie volontarie a spese di tutti gli imprenditori balneari di Ugento». Qualcosa poi è cambiato: «Trenta imprese balneari ugentine, oggi sono costrette a difendere propri investimenti, posti di lavoro, tutelare i duri sacrifici che hanno determinato in termini di accoglienza servizi al top per i numerosi turisti provenienti da tutto il mondo. I balneari sono stati costretti a difendersi, prima da un elaborando Piano Parco, poi dal Piano Costa. E hanno dovuto “subire” ogni progetto di riqualificazione costiera, che li hanno visti partecipi solo quando si sono rivolti agli avvocati. Le risorse impiegate per i ricorsi sono state di fatto sottratte al territorio e questo si sarebbe potuto evitare semplicemente aprendo al dialogo, dando più lustro all’amministrazione ugentina».
Della Valle giudica “distratta” la politica cittadina e si augura «una pianificazione territoriale, legittima, che incentivi sviluppo e benessere per le Comunità e nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente, fondamentale per la gestione delle fascia costiera. Sottolineeremo finché avremo voce che ogni strategia di tutela, riqualificazione e valorizzazione può funzionare soltanto se è condivisa con il territorio e con la comunità, primi attrice della tutela attiva e delle azioni di riqualificazione».
Lecci, dal canto suo, evita di alimentare la polemica: «Ribadiamo – spiega - che l’iter amministrativo seguirà il suo corso nelle sedi istituzionali opportune. Sono giunte 39 osservazioni al piano che sono all’esame da parte dei tecnici incaricati e dal settore di competenza». Solo dopo questo passaggio e cioè «all’esito di questo studio preliminare, si discuterà nelle sedi, ripeto, dedicate, come la commissione consiliare, il contenuto delle stesse osservazioni. Si valuterà se fare delle controdeduzioni e dovrà esprimersi anche il Consiglio Comunale. Inviterei tutti ad esprimere un giudizio solo quando il Piano sarà definitivo». Il sindaco ricorda che seguiranno «altre fasi partecipative, come ad esempio quella dell’assoggettabilità ambientale». Il confronto, insomma, è ancora aperto.
 
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