Coste e concessioni, guerra in Comune. E spunta il caso Salapia

Il lido Salapia
Il lido Salapia
di Paola ANCORA
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Venerdì 18 Marzo 2016, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 13:07
Diciannove richieste per concessioni demaniali presentate nel periodo compreso fra il 28 maggio 2015 e il 18 febbraio 2016. Fra tutte, soltanto una è stata approvata: quella fatta proprio il 28 maggio scorso dal Circolo della Vela che occupa oggi il lido Salapia. Le altre verranno tutte bloccate in attesa che il Comune approvi il Piano delle Coste. Ed è così dietro l’angolo una valanga di ricorsi al Tar che rischia di consegnare nella mani dei giudici e dei privati la pianificazione dello sviluppo della costa per i prossimi anni.
Per questo, ieri, in commissione Urbanistica è scoppiato il putiferio e l’assessore al ramo, Severo Martini, è finito sotto il fuoco incrociato dei consiglieri di minoranza Pd e di maggioranza, che con il gruppo “Lecce2017” non ha lesinato critiche aspre alla politica del “due pesi e due misure” adottata dall’amministrazione, chiedendo di vederci chiaro, a partire dal Salapia, su tutte le concessioni richieste e su quelle in essere.

Primo, ha detto il consigliere Roberto Martella, «perché, per quanto riguarda il lido Salapia, non è giusto che un privato si avvantaggi di una struttura pubblica, costata 300mila euro, senza che vi sia stato prima un bando di gara». Il Salapia, infatti, prima di finire sotto sequestro per un’inchiesta su presunti abusi edilizi, era gestito dalla cooperativa dei dipendenti comunali e aperto e attrezzato appositamente per i disabili. E, secondo punto, «perché apprendiamo solo oggi e di soppiatto - ha tuonato la capogruppo di “Lecce2017”, Francesca Mariano - che nonostante gli annunci dell’assessore e del sindaco in Consiglio sul fatto che non si sarebbe proceduto ad assegnare nuove concessioni nelle more del Piano delle Coste, una concessione è stata comunque assegnata. A questo punto, viene il dubbio che ci stiate prendendo in giro».

L’assessore Martini ha replicato che «nulla è accaduto dalla seduta di Consiglio», durante la quale proprio Mariano aveva chiesto se e come il Comune intendesse gestire la fase di “limbo” normativo, fra la modifica della legge regionale - che ad aprile scorso ha autorizzato i Comuni a dare concessioni anche nelle more del Piano delle Coste - e l’approvazione dello stesso Piano.

Invece, come risulta agli atti degli stessi uffici dell’Urbanistica, qualcosa è accaduto in questi mesi: una delle 18 richieste di concessione è stata approvata e le altre 17 no. Eccole: il 28 maggio scorso sono state presentate tre diverse richieste, due per Torre Chianca e una per San Cataldo, quest’ultima approvata e assegnata al Circolo della Vela; altre tre richieste sono state presentate per Torre Chianca il 29 giugno (via Alicudi), il 29 ottobre (via Sant’Andrea) e il 18 febbraio, mentre altre due sono state presentate per San Cataldo il 24 luglio 2015 e il 4 gennaio 2016. Tre richieste di concessione sono state presentate per Frigole il 16 luglio, il 18 novembre (lungomare Attilio Mori, richiesta avanzata peraltro da un omonimo di un consigliere comunale), il 13 gennaio. Ancora.

Per Torre Rinalda sono arrivate al Comune cinque richieste: una presentata il 21 luglio, due il 14 e altre due il 17 settembre. Altre tre richieste hanno interessato Spiaggiabella e sono state presentate l’11 agosto, l’8 gennaio e l’8 febbraio.

Una valanga, se si considera che attualmente lungo quattro chilometri di costa sono spalmati già 33 lidi, nove dei quali già ricadono in zona di erosione, dove la legge regionale vieta ci siano concessioni per almeno tre anni. I consiglieri, a partire dal presidente della commissione Damiano D’Autilia, hanno chiesto di vederci chiaro, di visionare «tutte le concessioni ha detto proprio D’Autilia - quelle richieste, quelle in scadenza o revocate» e di sapere al più presto «cosa intende fare l’amministrazione» per evitare il caos. Anche perché, come ha detto il funzionario dell’Urbanistica che accompagnava ieri l’assessore Martini, «se autorizzassimo tutte e 18 le richieste di concessione demaniale, il Piano Coste lo dovremmo buttare via e rifare tutto da zero».

Di più. «Qualsiasi nuova concessione va assegnata dopo una gara pubblica - ha sottolineato il Pd Antonio Rotundo -, anche quelle in scadenza, che non possono essere prorogate in automatico». Linea sposata, di nuovo, da “Lecce2017”, con il consigliere Paolo Cairo, a dimostrare una volta di più divisioni e spaccature del centrodestra che sostiene il sindaco Paolo Perrone, un centrodestra sempre più vicino alla resa dei conti interna.


 
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