La particella di Dio, una scoperta
che parla anche salentino

La particella di Dio, una scoperta che parla anche salentino
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 4 Luglio 2012, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 13:34
LECCE - Gli scienziati del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Universit del Salento sono cauti per Dna, ma oggi potrebbe essere il gran giorno per l’annuncio della tanto attesa scoperta del “Bosone di Higgs”, diventata pi popolare come “Particella di Dio”.
Una scoperta che porta anche la firma di dieci ricercatori salentini che da anni collaborano al progetto, dando un contribuito grazie a numerose attività portate avanti all’interno dell’esperimento con una continua presenza a Ginevra, ma anche con l’implementazione a Lecce degli Rpc, i Resistive Plate Chamber, i rivelatori di particelle che, installati sull’esperimento “Atlas”, sono stati progettati, costruiti e testati nei laboratori dell’Ateneo salentino.

Che esistesse una particella sconosciuta che spiegherebbe come mai tutte le cose nell’universo abbiamo una massa, lo aveva detto già nel 1964 il fisico teorico Peter Higgs, da cui il nome “Bosone di Higgs”. Oggi al Cern di Ginevra, 48 anni più tardi, verrà dato l’annuncio: la particella potrebbe essere finita finalmente nella rete degli scienziati.



Il gruppo di ricerca salentino che ha contribuito,
insieme agli altri 600 studiosi di tutto il mondo, esiste da 15 anni. «Lecce è uno dei 170 istituti internazionali di 40 nazioni che partecipa all’esperimento “Atlas”, uno dei due principali esperimenti dell’acceleratore “Lhc” (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra» spiega il professor Edoardo Gorini, docente di Fisica Sperimentale e responsabile del gruppo dell’Università del Salento -. Si attende questo annuncio che dovrebbe confermare quello che è già trapelato in queste ore. L’appuntamento è previsto per domani mattina (oggi per chi legge, ndr) alle 9, per un nuovo aggiornamento dei dato raccolti dagli esperimenti Atlas, di cui faccio parte con altri colleghi leccesi, e Cms: il collegamento sarà con Ginevra e anche con Melbourne, dove si terrà, appunto, la più importante conferenza del settore dell’anno, anche se al momento non possiamo anticipare nulla».



I rumors, invece, danno per certa la scoperta, tanto che già da ieri sui siti l’annuncio dell’importantissima scoperta è circolato abbondantemente. I dati di cui parlano gli scienziati saranno resi noti oggi, in un seminario in collegamento con il congresso mondiale di fisica delle particelle (Ichep) in programma in Australia, a Melbourne. «Dal Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università di Lecce saremo collegati in webcast nell’aula Benvenuti, dove tutti i cittadini potranno assistere all’evento - annuncia emozionato Andrea Ventura, ricercatore del gruppo Atlas - per commentare l’evento in diretta. A Ginevra per noi ci saranno due nostri laureandi della Magistrale e un dottorando. Grazie a loro assisteremo passo dopo passo a questo annuncio epocale».

Il “bosone di Higgs” era l’ultima particella elementare prevista dal modello standard della fisica non ancora osservata.

«Ora il quadro della materia a noi nota è finalmente completo» conclude il professor Gorini. Questo, però, non significa che sia terminato il lavoro dei fisici delle particelle. Anzi, a sentire loro, ora si addentra in misteri ancora più grandi e affascinanti.



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