Tizzano sui Giochi del Mediterraneo di Taranto: «Al lavoro per valutare possibili sedi alternative»

I lavori a Taranto in uno degli impianti
I lavori a Taranto in uno degli impianti
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 15 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 14:34

«Abbiamo già due alternative. I miei emissari stanno andando in giro per vedere dove eventualmente organizzare i Giochi del Mediterraneo al posto di Taranto. Dobbiamo muoverci per forza, non possiamo aspettare. Le nuove location? Mi chiede troppo, sono riservate, stiamo parlando di investimenti da 200 milioni». 
Davide Tizzano, esponente di rilievo del canottaggio negli anni passati (ha vinto due volte la medaglia d’oro alle Olimpiadi) e ora presidente della Confederazione internazionale dei Giochi del Mediterraneo, in un colloquio con "Quotidiano" mette in guardia dai rischi che può correre l’evento sportivo a Taranto se fallisse l’organizzazione (che ha già accumulato dei ritardi, visto che i Giochi sono stati assegnati ad agosto 2019) o se mercoledì mattina a Roma, alla presenza dei ministri Andrea Abodi (Sport) e Raffaele Fitto (Affari europei, coesione e Pnrr), non ci fosse l’accordo tra Governo, Coni ed enti locali su come rifare il comitato organizzatore, dal quale sia il Coni che il Governo sono usciti. 

I rischi


Ovviamente rischierebbero di essere in gioco - visto che si tratta di un’organizzazione complessiva con Taranto leader - anche Lecce e Brindisi, che concorrono, rispettivamente, con stadio e palazzetto. Lecce con 11,3 e 2,7 milioni e Brindisi con 6 e 4 milioni. Investimenti importanti anche per quelle città. L’alert di Tizzano arriva a poche ore di distanza dalla lettera che il segretario generale del comitato internazionale, Iakovos Filippousis, dalla sede di Atene ha inviato al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, al direttore generale del comitato organizzatore, Elio Sannicandro, e al commissario di Governo per i Giochi, Massimo Ferrarese. Un vero e proprio richiamo, a cominciare dal masterplan atteso ora entro il 30 ottobre.

Le possibilità

«Ci sono diverse possibilità - dice Tizzano sulle eventuali alternative -.

Noi abbiamo già assegnato al Kossovo l’edizione 2030. Magari vogliono anticiparla e la facciamo a Pristina. Prorogare la scadenza del 2026 per dare più tempo a Taranto? È impossibile, non è mai successo in 72 anni. Solo per il Covid è accaduto. Ma è stato fatto perché sono state spostate le Olimpiadi, altrimenti non è possibile. Ma neanche di qualche settimana, perché i calendari internazionali già sono stati fatti dagli organi mondiali. Noi cerchiamo di aiutare e facilitare, dando delle indicazioni precise - aggiunge Tizzano -, in quanto non possiamo creare problemi alle 26 Nazioni che compongono la confederazione. Taranto si è offerta. E la Puglia si è proposta. Ma se gli impegni che sono stati promessi e sottoscritti con un contratto non vengono rispettati, c’è una inadempienza contrattuale. Perché quello è un contratto a tutti gli effetti. Faccio un esempio per essere ancora più chiaro: se uno si presenta da noi e dice che vuole organizzare un evento e chiede come fare, noi gli diciamo quali sono i canoni da seguire e le cose da fare. Se poi il proponente non ci sta e propone una strada tutta sua, noi gli diciamo che non funziona così».

La riunione di mercoledì


Intanto, l’incontro a Roma non è meno importante del rispetto della road map per la costruzione delle opere: stadio, piscina olimpionica, centro nautico, ristrutturazione dei palazzetti. «Non è un mio problema l’accordo per rifare il comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo di Taranto nel 2026 - sottolinea Tizzano -. Se a me domani mattina dicono: abbiamo chiesto i Giochi ma non siamo più in grado di farli per questi motivi, politici, organizzativi, di contrasto territoriale, l’importante è saperlo. Ci scrivono una lettera, ci comunicano che non sono più in grado di fare i Giochi e noi troviamo un’altra città, in Italia o all’estero. Questo non dipende da me, ma da chi deve organizzare. Rischio infondato di annullare la manifestazione a Taranto? E chi lo sa, se non si mettono d’accordo il rischio c’è, perché rimangono due anni e otto mesi alla cerimonia di apertura». 
Con la riunione di mercoledì, continua Tizzano, «io non c’entro niente, sono come Ponzio Pilato, mi metto là e vedo cosa fanno. Non decido, osservo ed eventualmente posso suggerire. Proposta di mediazione? Già fatta, adesso loro devono decidere che fare. È solo una coincidenza che il presidente del comitato internazionale sia italiano, altrimenti se fosse di un’altra nazionalità non sarebbe proprio coinvolto sin quando non c’è qualcuno che scrive e dice: guardate, siete inadempienti per questo e quel punto del contratto che avete firmato. Adesso avete 60 giorni per cambiare, altrimenti vi togliamo i Giochi, grazie e arrivederci. Questo è il regolamento. Sul sito dei Giochi, comitato internazionale, ci sta lo statuto. È tutto chiarissimo. Sono 36 pagine. Io ho sempre invitato questi signori a leggere lo Statuto, perché loro non hanno idea di quello che c’è dietro». 
Ma nel comitato organizzatore saranno riviste le rappresentanze? Ci sarà più spazio per Governo e Coni rispetto a Regione ed enti locali? Tizzano puntualizza: «Questo lo ha detto il ministro, io sono uno spettatore terzo». Venendo invece alla lettera partita da Atene da Filippousis per Melucci, Sannicandro e Ferrarese, Tizzano chiarisce: «La lettera datata 13 ottobre è autorizzata da me, certo. Il problema è che la lettera era indirizzata al presidente e al direttore generale del comitato. Il commissario non c’entra nulla, perché sta lì da 90-100 giorni. Noi come comitato internazionale interloquiamo, per statuto, con due soggetti: il comitato olimpico del Paese ospitante, il Coni per l’Italia, e il presidente del comitato organizzatore, che a Taranto è il sindaco. Abbiamo scritto anche a Sannicandro perché è direttore generale ed è quello che fa le cose. A Ferrarese la lettera andava mandata solo per conoscenza. Non è stato così ma è un errore. Può capitare. Nessuna polemica col commissario. Piuttosto la lettera è chiara: se non ci mandate il master plan entro il 30 ottobre, i Giochi sono a rischio. E deve mandarcelo non Ferrarese ma il presidente del comitato, Melucci. Questi sono i canali istituzionali».

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