Usura ed estorsione, scacco all'associazione: arresti della finanza. Sequestrati beni per 183mila euro

Usura ed estorsione, scacco all'associazione: arresti della finanza. Sequestrati beni per 183mila euro
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Martedì 12 Settembre 2023, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 11:58

Dovranno rispondere dei reati di usura ed estorsione aggravata da metodo mafioso le quattro persone residenti a Laterza, provincia di Taranto, arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza di Taranto - in collaborazione con militari del Nucleo PEF/G.I.C.O. di Lecce e con il supporto operativo di un elicottero della Sezione Aerea di Bari e delle unità cinofile, antidroga e del tipo “cash dog”, dei Comandi Provinciali di Bari, Lecce e Brindisi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal competente G.I.P. del Tribunale di Lecce - su richiesta della Procura della Repubblica salentina (Direzione Distrettuale Antimafia). I militari hanno porceduto anche ad un sequestro preventivo di beni per un importo di oltre 183mila euro, riferibili a 3 degli arrestati pari alle somme che avrebbero ricevuto, a titolo di interessi, dalle presunte vittime del reato.

Le indagini

Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate in ogni loro fase dalla Procura della Repubblica di Lecce/Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito alle Fiamme Gialle tarantine di rilevare, nel territorio di Laterza, presunte pratiche usurarie riferibili in parte a un’organizzazione del luogo, composta da 2 degli arrestati e da altri sodali e in parte ad altri soggetti, 2 dei quali oggi raggunti dalla misura cautelare operanti in concorso tra di loro.

Nello specifico, dalle indagini sarebbe emersa la concessione, da parte dei soggetti complessivamente interessati dalle indagini, di finanziamenti a tassi usurari nei confronti di famiglie e imprenditori di Laterza in stato di bisogno, con l’imposizione di tassi usurari fino al 300%, nonché la corresponsione di somme, a titolo di interessi, per oltre 183mila euro.

In alcuni casi la condotta estorsiva tenuta da 2 soggetti, entrambi destinatari della misura cautelare custodiale e componenti dell'organizzazione, sarebbe stata aggravata dal metodo mafioso, insito nelle minacce di ritorsioni e nelle aggressioni fisiche che sarebbero state attuate in danno di alcuni debitori inadempienti.

Il modus operandi dell'associazione

Secondo quanto emerso dalle indagini l'organizzazione prestava denaro agli imprenditori o ai singoli che ne avevano bisogno e che restituivano mensilmente con tassi di interesse particolarmente elevati che non avrebbero consentito di sanare la posizione debitoria.

A questo punto interveniva l’intimidazione, sulla cui efficacia l’organizzazione poteva contare grazie al carisma del suo leader e quindi, nei casi estremi, l’aggressione delle vittime. A garanzia del prestito, il beneficiario del finanziamento avrebbe consegnato assegni o cambiali firmate “in bianco”.

I sequestri a giungo del 2020

Le fiamme gialle avevano già provveduto, il 24 giugno del 2020, a sequestrare a due degli arrestati oltre 7mila euro in contanti, nonché numerosi titoli di credito (assegni e cambiali), parte dei quali occultati all’interno di una lavatrice, per un ammontare complessivo di circa 230mila euro.

A seguito del sequestro per tentare di eludere ulteriori sequestri, i due avrebbero fittiziamente intestato a un soggetto “prestanome” la titolarità di un’impresa di Laterza (TA) operante nel settore della distribuzione automatica di prodotti alimentari.

Perquisizioni personali 

Le fiamme gialle questa mattina hanno anche eseguito 20 perquisizioni personali e locali nei confronti dei soggetti coinvolti a diverso titolo nelle indagini, residenti in diversi Comuni delle province di Bari e di Taranto rilevando anche l’operatività dell'organizzazione anche tra Ginosa (TA) e Castellaneta (TA), non interessata dalla misura cautelare odierna, indiziata delle ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina.

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