Le tartarughe tornano in libertà dopo essere state curate

Le tartarughe tornano in libertà dopo essere state curate
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Mercoledì 8 Giugno 2022, 10:25

Le tartarughe a rischio di estinzione tornano in libertà nell'oasi del Wwf di Massafra, in provincia di Taranto, dopo le cure ricevute per l'osservatorio faunistivo regionale di Bitetto. Si terrà domani a mezzogiorno, il rilascio di sedici esemplari di testuggine di Hermann ospitati e curati presso l’Osservatorio Faunistico. Un evento speciale che si terrà nell’oasi di Monte Sant’Elia, alla presenza di alcuni esponenti delle istituzioni locali tra cui il sindaco e l’assessore all’ambiente di Massafra, Fabrizio Quarto e Antonio D’Errico, oltre a Paolo Lepore per la Provincia di Taranto.

Il rilascio

L’inizio dell’ambientamento degli esemplari avverrà in alcune strutture outdoor. Sarà un modo per riprendere confidenza con spazi più estesi. Il rilascio in natura vero e proprio avverrà dopo 10-15 giorni di assestamento dopo il trasferimento degli esemplari. Un momento che consentirà anche il restocking della popolazione della specie all’interno del Parco Regionale “Terra delle Gravine”.

Il rischio estinzione

Cambi degli habitat naturali, prelievo illegale dal territorio, inquinamento genetico, e la piaga del Sud Italia, gli incendi.

Queste, tra le altre, le cause che hanno portato a un forte decremento della specie delle testuggini di Hermann anche nell’Area delle Gravine. Dal 2019 però i comuni di Massafra, Crispiano e Statte hanno deciso di includere, tra gli “Interventi per la tutela e la valorizzazione della biodiversità terrestre e marina”   l’obiettivo di rafforzare la popolazione di Testudo hermanni hermanni nel Parco. Sfida tortuosa che però ha dato i suoi frutti. «Il progetto è stato impegnativo – ha spiegato Elena Circella, professoressa del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari – comportando un controllo sanitario articolato degli animali oltre alle analisi genetiche.  Alcune testuggini erano solo debilitate – ha proseguito la professoressa Circella –, altre invece sono giunte presso l’Osservatorio Faunistico della Regione Puglia con lesioni traumatiche causate da predazione da parte di selvatici, o imputabili a cani randagi. Qualcuna aveva lesioni sul carapace, probabilmente causate da attrezzi agricoli. Tutte le tartarughe sono state microchippate e curate. Abbiamo fatto inoltre uno scrupoloso screening sanitario per escludere le principali parassitosi e patologie virali e batteriche che possono interessare questi animali in modo da restituire all’ambiente animali in condizioni ottimali per affrontare la vita allo stato libero».

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