I Riti nel centro storico, l'idea della Confraternita per festeggiare l'anniversario della fondazione

I Riti nel centro storico, l'idea della Confraternita per festeggiare l'anniversario della fondazione
di Domenico PALMIOTTI
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Martedì 12 Marzo 2024, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 20:19

Nella Settimana Santa del 2025 la processione dei Misteri potrebbe forse tornare nella città vecchia di Taranto a distanza di dieci anni dall’ultima volta. Non c’é alcuna decisione ufficiale al riguardo dell’arciconfraternita, né una deliberazione del consiglio di amministrazione o dell’assemblea, ma l’ipotesi è nell’aria. Se ne sta parlando e c’è anche chi la caldeggia e auspica che vada in porto, anche se per ora ogni discorso è prematuro in quanto il Carmine è alle prese con l’organizzazione della prossima Settimana Santa.

La ricorrenza

Ma perché un eventuale ritorno in città vecchia? Perché il prossimo anno ricorrono i 350 anni dalla fondazione della confraternita, una data storica che per tutto il 2025 sara celebrata con una serie di iniziative. E quindi riportare i Misteri in città vecchia - il rito per il quale il Carmine è noto - nell’anno che segna il 350esimo anniversario, sarebbe un ulteriore “timbro” all’evento. Un motivo di solennità e prestigio. Dieci anni fa i Misteri, a distanza di mezzo secolo, ritornarono nell’isola antica poiché ricorreva un’altra data clou: i 250 anni dalla donazione al Carmine, avvenuta nel 1765, delle statue di Gesù Morto e dell’Addolorata da parte del nobile Francesco Antonio Calò affinché si proseguisse la tradizione cominciata circa 70 anni prima. Statue che Calò aveva fatto realizzare a Napoli agli albori del 1700 e che hanno costituito il nucleo fondante dei Misteri. Per l’occasione, a valle di un’organizzazione studiata e ristudiata nei dettagli, la processione cambiò il suo percorso e appena uscita dal Carmine, prese via D’Aquino direzione ponte girevole e da qui poi lungo la discesa Vasto e via Garibaldi per svoltare all’altezza della chiesa di San Giuseppe e salire lungo la postierla via Nuova. Da qui poi via Duomo con sosta notturna nella Cattedrale di San Cataldo.
Rispetto a quello che si faceva molti anni fa, il luogo della sosta rimase invariato, mentre il tragitto fu riorganizzato. Tanti anni addietro, infatti, i Misteri, prima di recarsi in città vecchia, percorrevano un tratto di Borgo scendendo da corso Umberto verso il ponte girevole. Nel 2015, invece, uscita la processione da San Cataldo, questa prese via Duomo e all’altezza del palazzo Caló, all’imbocco di via Duomo difronte al conservatorio Paisiello, la statua di Gesù Morto venne fatta sostare e fu scoperta una targa - posta a destra del portone - in ricordo della donazione e dell’anno giubilare. Peraltro, coincidenza significativa, nel 2015 il passaggio della processione davanti a Palazzo Calò avvenne proprio lo stesso giorno della donazione, il 4 aprile.
Ora si vedrà se il Carmine il prossimo anno intenderà magari ripetere l’esperienza del 2015, che quando fu fatta, e a fronte delle richieste che pure vi furono perché da quel momento in poi si tornasse sempre in città vecchia come avveniva un tempo, fu motivata proprio con la particolarità dell’evento.

Un qualcosa di specifico e straordinario, insomma, che se ripetuto ogni anno avrebbe perso di senso e di rilievo.

La storia 


Il Carmine, dunque, è alla soglia dei 350 anni di vita e, come si legge sul sito dell’arciconfraternita, “la fondazione si fa risalire ufficialmente all’anno 1675. È infatti datato 10 agosto 1675, il decreto di erezione del pio sodalizio sotto il titolo della Vergine del Carmelo, nella omonima chiesa, decreto firmato dall’allora arcivescovo di Taranto, mons. Tommaso F. Sarria O.P. Altri documenti d’archivio indicano invece, come data di fondazione, il 1577, quasi un secolo prima del già citato decreto. Il 1577 è in realtà l’anno in cui la comunità dei frati Carmelitani, presente a Taranto sin dal 1496, si trasferì dall’antichissima chiesa della Madonna della Pace, sulla Discesa del Vasto, alla chiesa di Santa Maria extra moenia detta della ‘Misericordia’. È comunque probabile - spiega ancora l’arciconfraternita - che un gruppetto di laici si sia raccolto, come spesso accadeva nei conventi Carmelitani, sin da subito attorno alla comunità di frati, abbracciandone la spiritualità. Questo gruppo di laici, solo in seguito avrebbe chiesto e ottenuto dall’Arcivescovo Sarria la erezione in Confraternita. Non abbiamo comunque prove sufficienti, archivistiche né storiografiche, per risalire con certezza prima del 1675, anno del decreto ufficiale di erezione del Sodalizio”.
L'altra sera, intanto, si è tenuta al Carmine la penultima Via Crucis. Domenica prossima, ultima di Quaresima, la via Crucis sarà solenne e tenuta all’esterno in piazza Giovanni XIII con posti a sedere. Verranno portate in piazza, in momenti distinti, le statue del Crocifisso e dell’Addolorata e, a chiusura della Via Crucis, l’adorazione della croce i confratelli - accoppiati nelle poste - la faranno scalzi, incappucciati e in abito di rito. Il corteo sarà aperto dalla troccola e a seguire la Croce dei Misteri. In piazza ci sarà anche la banda di Montemesola “Giuseppe Chimienti” diretta dal maestro Lorenzo De Felice. Infine, il 21 marzo l’arciconfraternita terrà la liturgia stazionale con partenza dall’istituto Maria Immacolata, lato corso Umberto, per dirigersi al Carmine. I confratelli porteranno a spalla il Crocifisso che in quest’occasione, contrariamente a quanto accade nella processione dei Misteri, viene posizionato orizzontalmente e non verticalmente.

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