Reflui sversati nelle condotte dell'acquedotto pugliese: sequestrati tre autospurgo e 8mila euro

Reflui sversati nelle condotte dell'acquedotto pugliese: sequestrati tre autospurgo e 8mila euro
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Martedì 19 Settembre 2023, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 07:25

Per diversi mesi quattro mezzi autospurgo, di proprietà di imprese private del settore, della capacità di 40.000 litri ciascuno, avrebbe scaricato tra Taranto e provincia, rifiuti reflui fognari nelle condotte di Acquedotto pugliese, per un totale presunto di 130 tonnellate smaltite illecitamente. Il provvedimento cautelare reale e patrimoniale ha permesso di sequestrare 3 mezzi, al fine di impedire la commissione di altri reati, nonché di eseguire il sequestro preventivo della somma di 8.000 euro. 

Alle prime ore di questa mattina, i carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria del capoluogo jonico, con il supporto in fase esecutiva dei carabinieri del Comando Provinciale e degli agenti della Sezione di Vigilanza Ambientale - Regione Puglia - Nucleo di Taranto, hanno eseguito un provvedimento cautelare reale e patrimoniale, emesso dall'ufficio gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione per delinquere ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti speciali.

Le indagini

L'indagine, partita a dicembre 2021, è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce e dalla Procura di Taranto.

I militari hanno approfondito il fenomeno delle immissioni illecite di reflui fognari nelle condotte fognarie di proprietà di Aqp da parte di ditte del settore dell'autospurgo. Dopo aver notato in diretta un illecito sversamento di reflui nella rete fognaria da un cosiddetto «bottino», ad opera di personale di una ditta specializzata. Le successive attività investigative condotte dalla polizia giudiziaria hanno fatto ipotizzare una serie di scarichi illeciti di refluo fognario tramite visione dei filmati di impianti di video sorveglianza, monitoraggio tramite apparecchiature Gps dei camion adibiti ad auto spurgo ed anche attraverso l'esame dei formulari dei rifiuti depositati all'Aqp di Taranto. Numerosi sono i fotogrammi ed i video che immortalano le attività condotte dai vari operatori di volta in volta chiamati ad effettuare i prelievi da civili abitazioni della provincia di Taranto e i successivi sversamenti nelle condotte pubbliche gestite da Aqp.

L'associazione a delinquere

Gli indagati avrebbero costituito un'associazione a delinquere finalizzata all'effettuazione di più operazioni di ricezione, trasporto e gestione abusiva di rifiuti, sfruttando l'allestimento di mezzi e attività organizzate, allo scopo di conseguire un profitto ingiusto, costituito dal risparmio di costi, quantificato, per il solo periodo di riferimento, in oltre 8000 euro, derivanti da quelle modalità di smaltimento di liquami rispetto alle procedure ordinarie, che avrebbero imposto il conferimento dei reflui nel depuratore. 

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