Pannelli solari nell’area della Marina a Buffoluto, ma il Comune dice no

Due nuovi progetti presentati per la produzione di energia verde: si estenderebbero per 101 ettari tra il ponte di Punta Penna e Parco Cimino. Ma ci sono leggi regionali che vieterebbero l’insediamento

Pannelli solari nell’area della Marina a Buffoluto, ma il Comune dice no
di Massimiliano MARTUCCI
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:56

Presto Taranto potrebbe brillare - letteralmente - per la produzione di energia fotovoltaica. Sono stati presentati, per la valutazione di impatto al Ministero dell'Ambiente, due grandi progetti per la realizzazione di impianti agrivoltaici in riva al Mar Piccolo, in località Buffoluto, sul demanio della Marina, per i quali il Comune di Taranto ha già dato parere negativo, perché ricadono nell'area del parco naturale regionale.

L'iter

I progetti, denominati "Buffoluto 1" (per una potenza di 23,857 MWp) e "Buffoluto 2" (quasi il doppio, per una potenza di 47,44 MWp) si estenderebbero, se approvati, su una superficie di oltre 101 ettari e potrebbero produrre energia pulita per oltre seimila abitazioni con un consumo medio anno di quattromila kWh all'anno. Non troppo, considerando che, a spanne, Taranto città ha oltre novantamila case abitate.
I progetti, presentati dalla società B72 srl, con sede a Firenze, si estenderebbero a sinistra del ponte di Punta Penna, in direzione Taranto, in una porzione di territorio di proprietà della Marina Militare che attualmente dovrebbe essere destinato a uso agricolo o per il pascolo. L'energia prodotta sarebbe trasportata con un cavidotto lungo oltre 9 km dalle parti della pineta Cimino, dove esistono altre aree del demanio militare.


«Il progetto risulta un’occasione di valorizzazione di un’area carente di pregio agronomico, paesaggistico ed ecologico ma che possiede le caratteristiche strategiche, pedo-agronomiche, climatiche ed ecologiche utili al potenziamento e fruizione delle risorse locali, compreso lo sfruttamento ai fini della produzione dell’energia da fonti rinnovabili.

Le soluzioni di ripristino ecologico seguono innanzitutto il criterio della scelta di specie spontanee locali, in secondo luogo il ragionamento ha seguito motivazioni opportunistiche di potenziamento della rete ecologica locale. Questa soluzione progettuale dà continuità ad attività storicizzate quale il pascolo mediante il quale si introduce innovazione dal punto di vista gestionale (pascolo solare) e dello sfruttamento integrato del territorio»: è quanto si legge nella documentazione prodotta dalla società. In sostanza si propone di utilizzare gli animali per gestire il terreno al di sotto dei pannelli, per tenere bassa l'erba e per evitare di utilizzare prodotti chimici.


Il Comune di Taranto, come detto, ha già dato il suo parere, negativo, per i due progetti, con due note del settore Ambiente, entrambe dell'8 febbraio scorso, che recano sostanzialmente le stesse motivazioni: nonostante i due megaprogetti riguardino l'agrivoltaico, comunque rappresentano impianti di produzione di energia e questi sono vietati dalla legge 30 del 2020 della Regione Puglia, con la quale si regolano i parchi, come è quello del Mar Piccolo. «Pertanto, non avendo, al momento, all’interno dell’area protetta una regolamentazione diversa da quella rappresentata dalle misure di salvaguardia di cui all’art. 25 e del regime autorizzativo di cui al successivo art. 26 della legge istitutiva, tenuto conto che le misure di salvaguardia citate impongono il divieto di realizzare impianti di produzione di energia, con la sola eccezione dei casi disciplinati nella parte seconda dell’elaborato del Pptr 4.4.1» si legge nel parere del Comune di Taranto, «non sussistono le condizioni per un favorevole accoglimento dell’istanza in oggetto».
Le stesse motivazioni, va detto, che teoricamente impedirebbero anche la realizzazione dell'impianto flottante, recentemente salito agli onori della cronaca. È curioso invece far notare che è al vaglio della Regione Puglia, per una procedura abilitativa semplificata, un altro progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico della potenza di quasi un Mw, presso la base militare di Calzerosse, a Crispiano, presentato da una società, la Sanfer, di Firenze, che ha lo stesso titolare della B72.

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