Legambiente bacchetta il Governo sull'ex Ilva di Taranto

La direzione di Acciaierie d'Italia a Taranto
La direzione di Acciaierie d'Italia a Taranto
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 29 Ottobre 2023, 05:00

Legambiente non condivide la linea che il Governo sta tenendo su Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva di Taranto. L’associazione, che interviene con Stefano Ciafani, presidente nazionale, Daniela Salzedo, direttrice per la Puglia, e Lunetta Franco, presidente a Taranto, contesta che nell’audizione del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nei giorni scorsi alla Camera, si sia parlato solo di continuità produttiva e se si arriverà o meno ad un accordo tra Governo e Mittal sul rilancio industriale della fabbrica, e poco e nulla degli impatti ambientali o, ancora, delle conseguenze che la stessa produzione ha sulla salute dei cittadini. 

L'approccio contestato


Certo, in Parlamento si è parlato di decarbonizzazione e di forni elettrici, che è lo snodo attraverso il quale passa un siderurgico con emissioni inquinanti ridotte, ma per Legambiente non è l’approccio giusto in quanto bisogna incidere a livello di Autorizzazione integrata ambientale (quella vigente è scaduta il 23 agosto, attualmente è in proroga e si attende che cominci al ministero l’istruttoria su quella nuova, la cui richiesta è già stata presentata a febbraio da Acciaierie) e di singole Valutazioni. “Al Governo e, in particolare al ministro per la Salute - sostiene Legambiente - ribadiamo per l’ennesima volta la richiesta di effettuare nel più breve tempo possibile la valutazione preventiva dell’impatto sanitario provocato dall’utilizzo degli attuali impianti per attestare, su basi scientifiche, se e quanto sia possibile produrre senza rischi inaccettabili per la salute”.

Si tratta, osservano Ciafani, Salzedo e Franco, di “una valutazione che continuiamo a richiedere inascoltati da anni e che costituisce l’unica base seria per un reale possibile bilanciamento tra esigenze produttive, tutela ambientale e diritto alla salute. Ricordiamo a tutti che, peraltro, la Valutazione preventiva dell’impatto sanitario era prevista nell’ambito del riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale ma allo stato non risulta essere stata effettuata”.

Il rifiuto dell'azienda


A tal proposito va ricordato che lo scorso aprile l’ex direttore dello stabilimento, Salvatore Del Vecchio, il predecessore dell’attuale, Vincenzo Dimastromatteo, scrisse al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), e segnatamente alla direzione generale delle valutazioni ambientali, Dipartimento sviluppo sostenibile, all’Osservatorio permanente per il monitoraggio dell’attuazione del piano ambientale dell’Ilva e ai commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, la società proprietaria degli impianti dati in affitto ad Acciaierie, affermando che “non sussistono i presupposti per la presentazione di una Valutazione di impatto sanitario in quanto si tratta di un adempimento che non è previsto dalla legge”. E va rammentato che nella discussione di mesi addietro in Senato sul decreto legge che ha ripristinato lo scudo penale per l’azienda e sbloccato l’arrivo di 680 milioni di Invitalia, azionista pubblico di minoranza di AdI, la Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitaria (Viias) fu anche chiesta attraverso emendamenti presentati da Pd, M5S e FdI. Ma nessuno passò e il decreto rimase sostanzialmente blindato e immodificato.

Le perplessità di Legambiente

Ora, per Legambiente, che si sofferma sull’audizione del ministro alla Camera, “desta grande perplessità l’assenza di ambiente e salute tra le priorità del Governo per l’ex Ilva di Taranto indicate nell’audizione. Siamo contenti che il tema della sicurezza spunti in un elenco in cui fanno la parte del leone le esigenze aziendali e produttive, ma troviamo non accettabile che essa non venga declinata anche per tutti i cittadini di Taranto, dimenticando il tributo di malati e morti che la città ha già pagato sull’altare della produzione di acciaio ad ogni costo”. 
Secondo Legambiente, “salvaguardia della salute, decarbonizzazione, tutela dei lavoratori, sono temi strettamente intrecciati e nessuno di essi può essere sacrificato”. Viene quindi annunciato a Taranto, il 17 novembre, un convegno nazionale sul tema “L’acciaio oltre il carbone. Nuovi orizzonti a tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro” con la presenza di docenti universitari, ricercatori, esperti, esponenti di aziende italiane ed europee del settore, nonché rappresentanti delle forze sociali e delle istituzioni nazionali ed europee.  

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