Ex Ilva, una tantum agli operai di Taranto. Premio per la sicurezza

Premio per i dipendenti ex Ilva
Premio per i dipendenti ex Ilva
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 3 Dicembre 2023, 05:00

Vale 150 euro di una tantum, da erogarsi con la busta paga di febbraio, la sicurezza sul lavoro all’interno di Acciaierie d’Italia, ex Ilva di Taranto. Si tratta di “una premialità finalizzata all’adozione di comportamenti sicuri da parte dei lavoratori” scrive Andrea Paolo Colombo, da un paio di mesi nuovo direttore del Personale, in una lettera ai dipendenti messa sul portale dell’azienda. 

Cosa prevede l'incentivo 


“Il sistema incentivante per la riduzione dell’indice di frequenza ha come obiettivo la riduzione degli eventi infortunistici nel contesto aziendale” spiega Colombo. Tre i criteri, da misurarsi lungo quest’anno ma soprattutto “valutando in particolare i risultati infortunistici del mese di dicembre 2023”. 
E i criteri sono: indice di frequenza di gruppo per il 2023 uguale o inferiore a 9; indice di frequenza per l’area di appartenenza uguale o inferiore a 9; indice di frequenza a dicembre nell’area di appartenenza pari a 0. “Confidiamo nel fatto che grazie all’impegno comune questi obiettivi potranno essere raggiunti permettendo di costruire insieme un luogo di lavoro sempre più sicuro” scrive il direttore del Personale di Acciaierie, che annuncia: “Tale sistema costituirà anche un test per un eventuale simile meccanismo da dispiegare per il prossimo anno”. 

I dubbi


L’incentivo lanciato dall’ex Ilva ha suscitato perplessità. Anzitutto, il modello è molto lontano da quello attuato da tante altre aziende, che hanno inserito bonus e una tantum in un contesto complessivo legato a risultati, produzione, protezione dall’inflazione e welfare, cosa che Acciaierie non può fare nelle critiche condizioni in cui è. Inoltre, viene da chiedersi: ma la riduzione degli infortuni, tendendo all’obiettivo zero, la si ottiene con i bonus o con ben altre azioni? Vero che l’azienda - nella lettera di Colombo - afferma di adottare “le migliori pratiche in materia di prevenzione e protezione dei rischi”, con ciò implicitamente riconoscendo che non sono i soldi che fanno la differenza, ma poi comunque sceglie la strada del bonus.

Altro passaggio della lettera che ha suscitato perplessità è laddove Colombo scrive che “la sicurezza é una priorità fondamentale per la nostra azienda che si impegna costantemente a garantire il benessere dei nostri dipendenti, clienti e partner”.

Il ministero del lavoro

Ma appena a fine ottobre Mauro Nori, capo di gabinetto del ministro del Lavoro, raccogliendo le preoccupazioni dei sindacati, scriveva ad Acciaierie indicando come “fattore di preoccupazione, il numero elevato di lavoratori addetti alla manutenzione coinvolto nelle sospensioni in cassa integrazione, circostanza, questa, che può comportare, di fatto, un significativo indebolimento della sorveglianza in ordine alla messa in sicurezza degli impianti stessi”. “Considerando la particolare natura e stato degli impianti, si sottolinea la necessità - scriveva Nori - che sia posta la massima attenzione al rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro da garantire, anche, evitando che nei processi di sospensione dal lavoro possano essere coinvolte le maestranze addette alla manutenzione degli impianti e alla sorveglianza delle attività”. Lettera, questa, che peraltro Acciaierie ha detto di non aver mai ricevuto. 
In quanto al “benessere” evocato dall’azienda, basterebbe richiamare che la cassa integrazione, con forte impatto sulle buste paga, è in atto ininterottamente da luglio 2019, che più di mezza fabbrica è ferma e che l’indotto avanza soldi (da mesi le imprese, che “hanno raggiunto un’imponente esposizione finanziaria, attendono la corresponsione degli insoluti” scrive ad Acciaierie il presidente di Aigi, Fabio Greco).

Contraria la Fiom

“Comunicazione di natura vessatoria e propagandistica in un momento in cui è proclamato lo stato di agitazione in tutto il gruppo”. Così la bolla Loris Scarpa, della Fiom Cgil nazionale, “nei fatti confermando che la sicurezza e la salute sono legate ai comportamenti dei lavoratori e non agli investimenti”. 

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