Taranto: «Turni di notte a noi mamme, troppi pericoli: adesso basta»

Il parcheggio dell'area Fadini
Il parcheggio dell'area Fadini
di Lucia J.IAIA
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Venerdì 7 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 01:36

Quasi tutte tra i 50 ed i 60 anni, sono donne, madri e lavorano spesso di notte. Le addette ai parcheggi nell’area sosta dell’Amat di Taranto vicino al Mercato Fadini e dipendenti dell’impresa “La Centrale”, percepiscono circa 400 euro al mese ma non è l’aspetto retributivo a guidare la loro protesta. 

La denuncia

Quello che emerge dalle parole di queste donne è la mancanza di rispetto, la sensazione di una dignità negata, anche solo semplicemente dal fatto che nessuno accolga la loro richiesta di spostare i bagni chimici vicino alla guardiania. 
Durante i turni, spesso dalle 4 alle 8 del mattino o dalle 20 alle 24, sono sole e attraversare la piazza deserta per raggiungere i bagni chimici dall’altro lato fa paura. 
I passi li hanno anche contati. Sono cinquantotto e trasudano di paura. «Dalle prime ore del pomeriggio – racconta una di loro – piazza Fadini si svuota completamente. E quando arriva il buio, è frequentata da tossicodipendenti che si drogano proprio vicino ai bagni. Ognuna di noi ormai, ha imparato a trattenere i propri bisogni perché abbiamo terrore che qualche delinquente ci aggredisca nel parcheggio». Con la voce rotta dal pianto, questa lavoratrice descrive lo stato di rassegnazione che accomuna le 14 donne. 
«Non provo rabbia perché alla mia età ormai, questo sentimento comincia a scemare. Provo tristezza - spiega - perché in fondo, non abbiamo chiesto nulla di impossibile se non avvicinare i bagni chimici al gabbiotto ed essere un po’ più umani nell’assegnazione dei turni. Vorrei che qualcuno si accorgesse di noi, dei sacrifici che facciamo per poche centinaia di euro che sono indispensabili però, alle nostre famiglie. Chiediamo di essere considerate come donne e come persone. Abbiamo tutte una certa età e non possiamo lavorare sempre di notte».

I sindacati

Su questo fronte, i sindacati di categoria si sono schierati in effetti, per ottenere migliori condizioni di lavoro. 
«E’ la storia di un appalto storico che ha visto proprio il genere femminile avere la peggio. I turni mattutini sono appannaggio degli uomini, quelli serali toccano a loro. Mentre il mondo pontifica sulle politiche di genere, ormai da mesi fanno solo turni notturni e per raggiungere un bagno chimico posizionato al lato opposto del loro gabbiotto di lavoro, percorrono cinquantotto passi, tra le auto in sosta, tra ansia e paura», denunciano Paola Fresi, segretaria generale della Filcams Cgil e Luigi Spinzi, segretario della Fisascat Cisl. «Quei passi nel buio di un parcheggio aperto a tutti, in cui anche un malintenzionato si può nascondere tra le auto o addirittura dietro gli stessi bagni chimici possono sembrare poca cosa, ma in realtà sono il termometro che misura la temperatura di una contrattazione di genere sempre e sin troppo snobbata», affermano i sindacati. 
Neppure le richieste di confronto con l’azienda che conduce l’appalto o la domanda di mediazione rivolta all’ente appaltatore, il Comune di Taranto, hanno prodotto i risultati sperati. «E’ già inspiegabile che solo le donne facciano quella turnazione difficile da conciliare anche con i tempi di una mamma – spiegano ancora Spinzi e Fresi - ma resta banalmente tragico il fatto che un gesto semplice, come lo spostamento di due manufatti per bagni chimici accanto al gabbiotto di guardianìa, avrebbe potuto costituire un primo segnale di attenzione, buon senso e civiltà, che invece non si è voluto dare». A questo punto, si attendono risposte nella speranza che queste parcheggiatrici non incorrano in situazioni di pericolo. «Continueremo a chiedere a La Centrale – terminano i due segretari di categoria - ma se il Comune di Taranto e la presidente dell’ex Amat, ora Kyma Mobilità, volessero fornire anche un segnale politico sarebbe cosa buona e giusta».

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