Legambiente lancia il grido d'allarme: «A Taranto è in corso una vera e propria guerra contro il verde pubblico. Nelle ultime settimane, infatti, sono stati per l’ennesima volta eseguiti numerosissimi interventi di potatura selvaggia ai danni degli alberi che costituiscono l’esiguo patrimonio verde del Comune di Taranto e che sono stati quasi completamente spogliati della loro chioma o ridotti a scheletri e moncherini. Una autentica assurdità per una città che a malapena supera i tre metri quadrati di verde urbano fruibile per abitante secondo l’ultimo Rapporto annuale Ecosistema Urbano».
Si tratta di interventi di capitozzatura e di potatura radicale che hanno interessato l’intera città, da via Nitti a via Di Palma, da via Cesare Battisti a corso Italia, da viale Virgilio a via Lucania, da viale Magna Grecia a via Oberdan, da via Dante alla scarpata del Lungomare, «con quello che abbiamo già chiamato Museo degli Orrori, per finire a viale Giuseppe Cannata e corso Bruno Buozzi a Paolo VI, la cui evidenza è tale da poter essere riscontrata attraverso la semplice “presa visione” di ciò che resta degli alberi oggetto di quelle che in molti casi si possono definire solo come amputazioni. Si tratta di interventi effettuati in palese contrasto con le prescrizioni contenute nel Regolamento Comunale per il Verde pubblico del Comune di Taranto. Ne abbiamo abbastanza della sistematica opera di riduzione degli alberi a scheletri: gli alberi forniscono un contributo essenziale contro l’inquinamento. Le loro chiome intercettano le polveri sottili, particolarmente dannose a Taranto, e assorbono tonnellate di Co2: continuare ad azzerarle è un delitto contro la salute dei tarantini».
Potatura selvaggia degli alberi
il grido d'allarme di Legambiente
2 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Febbraio 2016, 12:35
© RIPRODUZIONE RISERVATA