Luigi De Laurentiis non spara alto. Il Bari punta i playoff, poi quello che verrà dopo si vedrà. Andranno via Cheddira e Caprile, i due pezzi più pregiati e i proventi delle loro plusvalenze verranno investiti sul mercato. Il presidente ha garantito qualcosa in più rispetto alla passata stagione, consapevole delle difficoltà che il campionato cadetto nasconde. Da una parte la delusione di non trovare un Bari "corazzata" ai nastri di partenza, dall'altra la consapevolezza che il piano triennale annunciato la scorsa stagione andrà rispettato. Per il resto bisognerà attendere e vedere queste parole tramutarsi in fatti, sperando magari in un miracolo del duo Polito-Mignani che sarà saldo al timone della formazione biancorossa.
«Sono felice di essere qui per una serie di ragioni ha dichiarato il numero uno del Bari - Mentre venivo in auto mi sono reso conto che questo è l'inizio del sesto anno e questi anni sono volati. Da qualche settimana leggo di preoccupazioni, paure e ansia. Siamo stati in silenzio ma siamo stati anche l'ultima squadra a finire il campionato. Non abbiamo avuto il tempo delle altre per pianificare e aggredire il mercato». Le certezze sono due: «La prima è Ciro Polito. Il direttore si è preso una pausa di riflessione, che è stata data dalla delusione. L'altra certezza è il signor Michele Mignani. Oggi ripartiamo da una base Mignani-Polito-De Laurentiis solida, che si conosce bene, che ha gli stessi valori e le stesse ambizioni».
Obiettivo playoff
Il Bari non punta al massimo, forse anche scosso da quanto accaduto a Benevento, Spal e Perugia l'anno prima: «Bisogna essere molto lucidi e non scriteriati, questa è una categoria difficile. Migliorare il terzo posto significherebbe puntare alla A. Quest'anno vorrei puntare ai playoff, tutto quello che verrà oltre sarà premiante per la piazza. Se dichiarassi il massimo sarei un venditore di fumo. Delle quattro retrocesse di quest'anno tre avevano visto i playoff l'anno prima. Voglio essere cauto».
Chi si aspettava novità riguardante la vendita del club è rimasto deluso: «Ci sono stati degli interessi ha continuato il presidente - Dall'estero ci sono stati approcci ma fino a quando non ci sarà qualcosa di concreto io continuo a costruire. Le ambizioni sono importanti e vogliamo costruire un'azienda in maniera sana. Ci faremo trovare preparati all'inizio del campionato. Al momento restiamo con piacere alla guida di questo club».
Il silenzio, invece è stato giustificato così: «L'azienda non può vivere di sensazioni e basarsi sugli umori della città che sono comunque importanti e rispettiamo. Dall'11 di giugno un minimo di vacanza è forzata. Concedeteci due settimane».
Dichiarazione d'amore, invece, per mister Mignani: «Abbiamo analizzato molto attentamente il suo profilo.