De Canio: "Questo Lecce somiglia tanto al mio promosso in A nel 2010"

L'ex allenatore del Lecce, Luigi De Canio
L'ex allenatore del Lecce, Luigi De Canio
di Antonio IMPERIALE
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Mercoledì 10 Novembre 2021, 05:00

Non c’è bisogno di scomodare Giambattista Vico. Accade però che anche la storia pallonara si ripeta. Per adesso nelle cifre, magari un auspicio autunnale per i giorni di primavera. Ventitrè punti dopo dodici partite. Il Lecce di Baroni come quello di De Canio, una sottolineatura ribadita dai più, dopo il magico poker calato su Gigi Buffon ed il suo Parma. Una festa esplosiva, con il Lecce secondo in classifica, secondo attacco del torneo con i ventuno gol segnati, il capocannoniere con Massimo Coda, e seconda difesa, la rete che una volta era una “gruviera”, bucata solo dieci volte.

Le analogie con il passato

Dati che somigliano tanto a quelli del campionato 2009-2010 vinto da De Canio da primo della classe. Venti gol segnati, allora, appena uno in meno, tredici subiti, tre in più di quelli incassati dalla irriducibile banda di Lucioni e compagni. Ed anche allora una partenza incerta, che faceva storcere il naso. «Le analogie - dice il tecnico dalla sua nuova residenza di Vico Equense - sono soprattutto nei dati. Noi vivevamo un momento di rifondazione, si veniva dalla retrocessione che lascia inevitabilmente un segno come sta accadendo anche quest’anno alle squadre retrocesse. C’era un diffuso malcontento, una situazione psicologica difficile, un po’ magari come l’ha vissuta il Lecce nella scorsa stagione. L’inizio fu difficoltoso. Qualche giocatore decisivo come Corvia arrivò alla seconda, terza giornata. Due sconfitte pesanti a Piacenza ed in casa col Frosinone allenato da Moriero. Trovata poi la condizione psico fisica e la serenità, grazie alle vittorie, ci mettemmo in marcia verso il primato finale. Il Lecce viene da un grande campionato, anche se la delusione alla fine è stata maledettamente cocente ed ha lasciato inevitabili segni. Non capivo, quest’anno, i malumori dopo la sconfitta iniziale e quasi un precoce avvio di processo a Baroni che stava cercando di lavorare con le proprie idee. Anche quest’anno i rinforzi come Gargiulo, Di Mariano e Barreca, sono arrivati a giochi già iniziati e si sono rivelati determinanti. Il prezioso lavoro di Baroni ha dato personalità e concretezza alla squadra con straordinari equilibri ed una voglia di non fermarsi mai come ha fatto con il Parma. Un’altra analogia che mi piace trovare è il grande livello di patron Semeraro all’epoca e di Saverio Sticchi Damiani oggi.

Il presidente ha saputo abilmente rovesciare una incomprensibile situazione di diffidenza e scarsa partecipazione del pubblico in un ritrovarsi appassionatamente insieme come la gente di Lecce sa fare».

Torneo equilibrato

Lo sguardo sul finale di primavera? «Questo è davvero il campionato più equilibrato degli ultimi anni. Fa specie vedere il Parma ritrovarsi nella attuale posizione di classifica, così come il Crotone, e un Benevento che subisce in casa quattro gol dal Frosinone, il Monza che non si ritrova secondo i piani della potente società. Il Brescia è una squadra di grande livello, la Reggina è la nuova rivelazione. Il Lecce è essenziale, bada al sodo, prende subito d’assalto l’avversario, ha i favori del pronostico, potenzialmente può battere tutti, importante sarà avere sempre lo spirito giusto. Il pubblico ritrovato sarà il valore aggiunto, ne sono certo».
Entra nei dettagli, De Canio. «Coda è una garanzia, si sta ripetendo con un modulo diverso. Questo Lecce ha qualche giocatore determinante in più rispetto all’anno scorso. Di Mariano ha corsa, qualità, velocità, mi chiedo come mai non sia esploso prima il suo enorme potenziale, Strefezza è fantasioso, ha una maggiore imprevedibilità, sta trovando il gol con frequenza. Se il Lecce ha la seconda difesa, vuol dire che i dettami di Marco Baroni hanno cambiato la filosofia. Il mercato è stato importante, in tutti i ruoli».
La sosta può rallentare i ritmi? «Il discorso vale anche per il Frosinone, che ha segnato quattro gol a Benevento ed è fortemente gasato. Sarà una grande partita». E ricorda, De Canio, il suo Lecce in Ciociaria. «Alla terza di ritorno regolammo i conti vincendo 4-0. E fu una grande corsa». Magari è anche un altro auspicio.

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