«Grazie Happy Casa, ti ricorderò per sempre». Il tweet di Harrison sembra un addio

«Grazie Happy Casa, ti ricorderò per sempre». Il tweet di Harrison sembra un addio
di Antonio RODI
4 Minuti di Lettura
Sabato 5 Giugno 2021, 05:00

Thank you. Happy Casa memories forever”. Tradotto: “Grazie. Happy Casa ti ricorderò per sempre”.
E’ il messaggio (sibillino) che, nella giornata di ieri, D’Angelo Harrison ha postato sul suo profilo twitter.
Un addio? Molto probabilmente si. Un arrivederci? Forse. Inutile girarci attorno: la guardia statunitense è l’oggetto del desiderio di molte formazioni sia italiane che europee. E non potrebbe essere altrimenti dopo l’annata da protagonista vissuta con la maglia della Happy Casa Brindisi. Le sue doti tecniche, così come la sua carica agonistica si sono subito palesate. Sin dalle primissime uscite (Supercoppa italiana) con la maglia biancazzurra l’esterno nativo di Missouri City è stato infatti un vero e proprio trascinatore.

Il messaggio

“Già nelle sue recenti esperienze europee ha dato prova di essere un giocatore molto intrigante e capace di portare sempre un contributo molto importante. Ci auguriamo e gli auguriamo di continuare a farlo con la nostra maglia”. Simone Giofrè, direttore sportivo del club pugliese, si era espresso in questi termini il giorno dell’ufficializzazione del suo ingaggio. I fatti gli hanno dato ragione. Perché D’Angelo Harrison è diventato subito il vero trascinatore (dentro e fuori dal campo), il leader indiscusso di un gruppo che ha fatto la storia della società presieduta da Fernando Marino. E poi quella sua aria scanzonata, scherzosa e, per certi versi, anche spensierata, che ha fatto subito breccia nella tifoseria della “Stella del Sud”. Un vero idolo che il “popolo” biancazzurro si augura magari di vedere ancora in maglia Happy Casa anche nel 2021/2022.

L'arrivo a Brindisi

La scorsa estate l’arrivo di D’Angelo Harrison sulle sponde dell’adriatico aveva suscitato immediatamente tantissimo entusiasmo. Harrison era reduce dall’annata da leader al Maccabi Rishon LeZion, squadra rivelazione della Winner League che il giocatore statunitense aveva trascinato fino ad un un passo dalla conquista del titolo (38 punti con 12/19 dal campo e 5/8 da tre punti, oltre a 6 rimbalzi e 5 assist nella finalissima contro il Maccabi Tel Aviv. Dalla ripresa del campionato israeliano, Harrison si era rivelato come il miglior realizzatore dei Playoff Basketball Super League viaggiando a 24.8 punti di media, miglior giocatore per media di valutazione, secondo per quoziente più efficiente tra punti e minuti giocati, terzo per plus/minus e palle recuperate, quarto per rimbalzi catturati).

Siti specializzati negli States, nello scouting report lo indicavano così già sei anni fa: “La versatilità da esterno e la capacità innata di realizzatore sarebbero perfetti per l’Europa. Non saremmo sorpresi di vederlo diventare una star all’estero”. E così effettivamente è stato nelle sue esperienze in Turchia, Israele, Russia, Israele e, appunto, Italia.

Fuori dal campo

Laureato in comunicazione, se non avesse giocato a pallacanestro gli sarebbe piaciuto analizzare tutti gli aspetti del gioco da “sports analyst”. Il suo corpo ha i segni di tutto ciò che sente, vede e rappresenta. Non è difficile definirlo, come fa già lui stesso, il giocatore di basket più tatuato di sempre. Il suo punto di riferimento nel mondo dello sport è Jackie Robinson, primo giocatore afroamericano a militare nella Major League Baseball.

I numeri

Alla sua prima apparizione nel nostro campionato D’Angelo Harrison è risultato il miglior marcatore della regular season con 18,6 punti di media a partita, nonché terzo miglior tiratore dalla lunetta (90,4%), secondo per falli subiti (5,6) e terzo per valutazione totale (20,2). Tra regular season e play off scudetto la guardia della Happy Casa è andato in doppia cifra per ben 23 volte su 25 (sette volte oltre quota 20 punti a referto), con hig stagionale alla 4^ d’andata contro Treviso (27 punti fatturati). In Champions League ha invece viaggiato invece a 19,3 punti, 4,2 rimbalzi e 4,3 assist. Numeri importanti, così come le prestazioni fornite. La sua avventura in maglia biancazzurra è stata però fortemente condizionata dall’infortunio al ginocchio patito nella gara interna di BCL con il San Pablo Burgos dello scorso 27 gennaio che, di fatto, lo ha tenuto ai box per quasi tre mesi. Una volta rientrato ha dovuto nuovamente fermarsi a causa del focolaio covid che ha colpito il gruppo squadra appena dopo nel mese di aprile. Due stop forzati che hanno influito sull’ultima parte della sua stagione, impedendogli di esprimersi sui suoi consueti standard.

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