Clamoroso a Taranto, Giove si dimette e attacca il sindaco: "Non gli importanta nulla del club e del calcio"

Massimo Giove
Massimo Giove
di Vito DI NOI
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 05:00
Un fulmine a ciel sereno, ma forse non troppo: Massimo Giove si è ufficialmente disimpegnato dal ruolo di presidente del Taranto. Lo farà, in realtà, da lunedì: è da quel giorno che la sua creatura, costruita con enormi sacrifici allo scopo di competere per grandi traguardi, andrà in autogestione.
Una decisione forte, la sua, maturata a partire dalla mattinata di ieri quando la Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo non ha concesso l’autorizzazione a far sì che la gara contro il Crotone, in programma domenica (ore 16.15), abbia luogo allo Iacovone con la presenza del pubblico sugli spalti. Soltanto un’ordinanza a firma di Rinaldo Melucci non costringerà la squadra, nuovamente, all’esilio, ma nel marasma generale si tratta di un contentino. L’ha pensata così anche lo stesso Giove che, con diplomatico aplomb, si “scaglia” proprio contro il Sindaco della città: «In ogni città, la società calcistica che la rappresenta detiene con l’Amministrazione del territorio rapporti idilliaci e di grande collaborazione. Per citare esempi vicino a noi, penso a Decaro e al suo amore per il Bari o al sindaco di Brindisi, Marchionna, che ha lavorato giorno e notte per garantire un impianto ai propri tifosi. A loro va, da presidente, il mio plauso più caloroso». Giove esalta i sindaci del circondario, ma non Melucci: «A Taranto questo non è possibile in quanto al suo sindaco, Rinaldo Melucci, del calcio e del Taranto non interessa nulla. Lo dimostra la sua totale mancanza di sensibilità al tema: mai una chiamata di solidarietà o rassicurazione, così come mai un sopralluogo in prima persona presso l’impianto sportivo che egli amministra e gestisce. A lui sta a cuore, probabilmente, solo l’abbattimento dello Iacovone. E neppure una riflessione su dove saremmo dovuti andare a giocare per le prossime due stagioni: mai un incontro, mai un confronto, mai una proposta. Ci pensi quindi Rinaldo Melucci ora, le porte della società sono aperte. Da lunedi prossimo (16 ottobre, ndr) il Taranto FC 1927 andrà ufficialmente in autogestione. In attesa che il sindaco venga a prendersene gli onori, se ne è capace, ma soprattutto gli oneri. I tanti oneri. Dimostri lui di essere capace di andare in gol come, seppur tra mille difficoltà, sono stato capace io». Giove ne ha anche per la Lega Pro in ogni sua singola componente: «La Lega Pro e il suo presidente non hanno voluto sentire ragioni: le partite vanno giocate, anche se perennemente in trasferta e/o a porte chiuse, per non intaccare la regolarità del campionato. Spero che qualcuno un giorno sia capace di spiegarmi cosa intendono per regolarità quando Coppa Italia e campionato sono falsati ancor prima di cominciare, iniziati in colpevole ritardo per le tante nefandezze verificatesi in estate tra retrocessioni e promozioni, radiazioni e ripescaggi, calendari compilati con le “X” in attesa delle decisioni supreme da parte degli organi preposti». «Sono deluso - conclude Giove - in quanto dapprima rassicurato sui lavori di messa in sicurezza dello stadio, senza che però ci fosse stato detto che gli stessi erano stati effettuati in maniera incompleta, superficiale e raffazzonata (altro attacco al Comune, ndr)».
Saluta così il presidente del Taranto ormai dimissionario, ricordando i suoi sette anni di gestione e rimandando ogni discorso a una futura conferenza stampa una volta che le sue condizioni fisiche (non precisate) glielo permetteranno. Un colpo inatteso per tutti i tifosi del Taranto: le prossime ore daranno le prime risposte.
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