Max Casacci: «Meno marketing, più spazio ai visionari nella musica»

Max Casacci: «Meno marketing, più spazio ai visionari nella musica»
di Valeria BLANCO
2 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 02:56 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 02:21

Per vedere di cos’è capace quando indossa i suoi occhiali con lucina incorporata e sfiora i tasti del suo Mac, bisogna aspettare stanotte (dj set alle Cantelmo dalle 23, ingresso gratuito).

Per ascoltare la storia di una band che ha fatto la rivoluzione nella musica italiana, i Subsonica, di cui è fondatore, basterà attendere fino al pomeriggio: Max Casacci è uno dei 12 speaker del TedX Lecce, quarta edizione. (Segui la diretta streaming dalle 16)

Casacci la rivoluzione l'ha fatta nella musica, perché lui è senza dubbio un innovatore. Uno che non si ferma mai: ora lavora sul progetto Deproducers, ma c’è il suo zampino dietro alcune tra le produzioni più originali dell’ultimo ventennio: Africa Unite, Modena City Ramblers, Assalti Frontali, Cristina Donà, Mao e la rivoluzione.

Rivoluzione, appunto. Qual è il legame con la musica?

«La musica deve essere rivoluzionaria e in passato ha svolto la sua fisiologica funzione. Poi ha smesso per diventare puro marketing, ma ha i bilanci in rosso».

Cosa ha rotto l’ingranaggio?

«Non c’è più rigenerazione, solo regole meccaniche. In una stagione tutti i canali passano al massimo 40 canzoni che arrivano dalle major. Non c’è spazio per la ricerca: si insegue l’ombra di quello che ha avuto successo per far quadrare i conti».

Quanta colpa hanno i talent?

«Considero i talent show solo programmi televisivi, non musica. Non rientrano nella discussione».

Ha ancora senso, quindi, parlare di rivoluzione?

«Nella musica le rivoluzioni esistono ancora, ma mancano gli spazi.

Molti artisti italiani si rivolgono all’estero. Un peccato, perché tutta la società trae beneficio dall’esistenza dei visionari. Per fortuna, anche ascoltare la musica può diventare un atto rivoluzionario».

Qual è lo stato di salute della musica pugliese?

«Una volontà progettuale ha permesso che nascessero tante buone cose. Non riesco a smettere di ascoltare Populous, apprezzo Fabryka e Moustache prawn. Si avverte la volontà di mantenere liberi i canali linfatici per far fluire buona musica. Ecco perché, nella musica, la Puglia oggi è un modello».

-Scopri chi sono gli altri speaker

-I progetti speciali

© RIPRODUZIONE RISERVATA