Le Iene, ragazzo gay "esorcizzato", parla il prete:
«Una montatura, sono stato raggirato» -Guarda

Le Iene, ragazzo gay "esorcizzato", parla il prete: «Una montatura, sono stato raggirato» -Guarda
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Martedì 14 Marzo 2017, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 18:20
«Una montatura». Viene bollata così dal protagonista la vicenda del servizio della trasmissione televisiva “Le Iene”, andata in onda l’altra sera. Il prete-esorcista, che nel servizio tenta di scacciare il demonio dal corpo di un giovane omosessuale, si dice “ingannato e raggirato” dalla giornalista di Italia 1 che ha condotto il servizio.

Per il prelato la montatura del servizio avrebbe falsato lo svolgimento dei fatti. Ecco, comunque, la sua versione sulla vicenda che ha destato grande clamore in Italia e, in particolare, a Casarano.





«Il servizio andato in onda è completamente falsato ed è stato montato ad arte per perorare una tesi che nulla ha a che fare con la realtà – sostiene il parroco - sono stato ingannato e raggirato. In effetti, il ragazzo si è presentato la prima volta consigliato dalla famiglia. A conclusione del primo incontro, nel corso del quale abbiamo pregato con il consenso del giovane, ho detto al ragazzo che qualora avesse ravvisato benefici sarebbe potuto ritornare».

Il ragazzo, in effetti, avrebbe chiesto nuovamente aiuto al sacerdote. «È tornato la seconda volta – continua il prete - con un altro giovane, presentatomi come suo compagno e che aveva una telecamera nascosta, millantando di stare male e mi ha chiesto aiuto. Io l’ho accolto e ho chiesto quali disturbi avesse. Durante la preghiera ha iniziato a manifestare i sintomi propri di un disturbo spirituale, e che alla luce di quanto accaduto, devo ritenere posture studiate, naturalmente non presenti nel servizio mandato in onda. Diversamente non mi sarei inoltrato nella preghiera, in assenza di sintomi legati a disturbi di natura spirituale».

Il sacerdote respinge le accuse di avere pregiudizi nei confronti degli omosessuali. «La forzatura emersa è il collegato ad arte lasciato intendere tra l’esorcismo e l’omosessualità – sostiene il parroco - la preghiera, invece, era motivata dalle manifestazioni di disturbi spirituali, non già dall’omosessualità. Infatti io non ho mai accolto persone in base all’orientamento anche sessuale, ma perché chiedono semplicemente di essere aiutate. È stato scorretto e lontano dalla verità l’avermi attribuito di aver stabilito un legame tra il disturbo e l’omosessualità».
«La preghiera non aveva niente a che fare con l’omosessualità, ma con quanto avevo ravvisato nel ragazzo. Per quanto riguarda il riferimento alla sessualità – conclude il prete - le mie sono state risposte a sue specifiche domande; gli ho soltanto fatto presente che la finalità degli atti sessuali non può essere solo ludica, ma aperta alla relazione piena e responsabile. L’ho infine rassicurato che le mie raccomandazioni non erano frutto di pregiudizio, infatti avrei dato i medesimi consigli anche ad un eterosessuale».
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