L'intervista a Brignano in tour a Lecce e Brindisi: «Meno rabbia, più tu»

L'intervista a Brignano in tour a Lecce e Brindisi: «Meno rabbia, più tu»
di Eraldo MARTUCCI
4 Minuti di Lettura
Martedì 7 Marzo 2023, 05:00

Attore, cabarettista e showman dal formidabile curriculum nel mondo del teatro, del cinema e della televisione, Enrico Brignano è stato definitivamente consacrato dal mondo del web: tutti i frammenti video dei suoi spettacoli sono seguitissimi con un numero altissimi di visualizzazioni, stesso successo conseguito dalle sue performance negli studi televisivi. Il suo lungo percorso artistico è iniziato a seguito della frequentazione dell’accademia per giovani comici creata da Gigi Proietti. La grande popolarità l’ha raggiunta partecipando alla seguitissima serie tv “Un medico in famiglia”, dal 1998 al 2000, interpretando il ruolo di Giacinto, l’eterno fidanzato di Cettina. Senza dimenticare la parte che nel 1995 ebbe ne “Il Maresciallo Rocca” accanto proprio al suo maestro. 
Ma per l’attore romano - del quartiere di Dragona, classe 1966 – gli appuntamenti più importanti ad amati dai suoi innumerevoli fan rimangono sempre gli spettacoli dal vivo. Come sta accadendo da qualche mese con il tour invernale di “Ma… diamoci del tu!”, che approda oggi e domani alle 21 al Teatro Politeama Greco di Lecce già sold out, così come le tappe di dopodomani e venerdì 10 marzo, sempre alle 21, al Teatro Verdi di Brindisi.
Una nuova produzione che segue i grandissimi successi degli anni scorsi di “Innamorato Perso” e “Un’ora sola vi vorrei”, una riflessione sulle nostre ossessioni legate al tempo. In quest’ultimo scintillante one-man-show la “discussione” verte sul “tu” e sul “lei”. 

Brignano, dare del tu o dare del lei, “questo è il dilemma”, direbbe Amleto. Ma oggi quali sono le insidie di entrambi i modi? 

«Insidie forse è troppo, però il lei a volte è usato per blandire senza essere correlato al rispetto di fondo che sarebbe requisito essenziale; il tu, invece, è spesso abusato, rivelando una confidenza solo di facciata, non di sostanza.

E siccome io sono un uomo di sostanza - si dovrebbe capire già solo guardandomi - vorrei recuperare quel TU che ci siamo persi per strada. E ci aggiungo pure quel MA che resetta tutto, che azzera le distanze, che siano sociali, economiche o d’età». 

E quale soluzione propone?

«Il giusto mezzo. Mi piacerebbe vedere persone più serene, meno arrabbiate e più disponibili ad aprirsi agli altri».

Nello spettacolo parlerà anche del post-pandemia. Ma come ne siamo usciti?

«Come dicevo poco fa, mi sembra ci sia una rabbia maggiore al periodo prepandemico e anche una diffidenza di fondo nei confronti dell’altro che non ci fa per niente bene. Ed è proprio questo che racconto, su questo ironizzo, per sollecitare un’autocritica che magari, chissà, porti a rimetterci un po’ in discussione!».

Nelle sue tournée viene sempre in Puglia. Cosa le piace di questa terra?

«Il cibo, il paesaggio, l’affetto della gente… amo le masserie, la natura e la buona tavola. Tutti aspetti che in Puglia si trovano in abbondanza».

Fra televisione, teatro e cinema, a cosa non rinuncerebbe mai?

«Senz’altro al teatro. È stata sempre la mia linfa vitale, qualcosa di cui non ho mai fatto a meno in nessuna fase della mia vita. Certo, differenziare aiuta anche a scoprire nuovi modi di comunicare e di mettersi alla prova, ma di certo non riuscirei mai a stare lontano dal palcoscenico troppo a lungo».

Progetti futuri?

«Due film in uscita, un altro da girare tra questo mese e aprile; un evento molto importante di cui scaramanticamente preferisco non parlare e una tournée meravigliosa, questa, che mi sta portando in tutta Italia registrando il tutto esaurito in ogni dove. Come posso non essere felice?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA