Orecchio e ironia: Elio canta Jannacci

Orecchio e ironia: Elio canta Jannacci
di Claudia PRESICCE
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Venerdì 22 Luglio 2022, 05:00

“Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale. Vengo anch’io? No, tu no...”. Sospeso tra filosofie e sberleffi, tra musica e cabaret, poesia, teatro, e un’acuta voglia di sdrammatizzare, arriva questa sera a Monopoli - e domani sarà all’Arena Ennio Morricone, ex Arena Madonna delle Grazie di Vasto - lo spettacolo “Ci vuole orecchio”, sottotitolo “Elio canta Jannacci”. L’appuntamento è alle 21 a Lama Sottile in collaborazione con l’Agimus Festival (info www.ritrattifestival.it, 380.2184508 e 393.9935266; ingressi su vivaticket). 

Tra canzoni e poesie

Il cantante mattatore, frontman delle Storie Tese, sarà in scena a recitare e cantare l’indimenticato repertorio di Enzo Jannacci, tra canzoni e poesie, da “Ho visto un re” a “L’Armando”. “Mexico e nuvole” ecc. Sarà dunque rievocata quella Milano che Enzo Jannacci ha sempre osservato con sguardo pungente, cantato, amato e dissacrato, raccontato nella sua veridicità, un po’ romantica e un po’ picaresca, fuori dai tanti stereotipi che la raccontano patinata e sempre tirata a lucido. Lo spettacolo, in programma per il “Ritratti Festival” di Monopoli, vedrà in scena Elio con gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri, abbracciati dalla scenografia coloratissima e suggestiva di Giorgio Gallione, che è il curatore di regia e drammaturgia. 

Elio sarà accompagnato sul palco da cinque musicisti che sono Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli a basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sax e Giulio Tullio al trombone.

Il confronto tra Elio, istrionico artista e profondo conoscitore della musica d’autore, e la storia artistica di Jannacci che è stato un outsider del panorama cantautorale italiano, non riconducibile ad uno stile o ad una scuola condivisa si preannuncia funambolico e imprevedibile. 

Testi, musiche e diventimento

“Un po’ circo, un po’ teatro-canzone, lo spettacolo – spiega Gallione – permette ad Elio, filosofo assurdista e performer eccentrico, di surfare sul repertorio dell’amato Jannacci, nume tutelare e padre putativo di quella parte della storica canzone d’autore che mai si è vergognata dello sberleffo libertario, e che considera il comico, anche in musica, un potente strumento del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo”. Nel repertorio anche scritti e pensieri di “compagni di strada, reali o ideali”, che si tratti di Umberto Eco o Dario Fo, Francesco Piccolo, Marco Presta o Michele Serra.

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