Soldi per saltare le liste d’attesa, terzo indagato: lavora al Cup

Venerdì 19 Gennaio 2024, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 09:40 | 1 Minuto di Lettura

Le intercettazioni

A inchiodare i protagonisti della vicenda le intercettazioni ambientali, audio e video, che hanno dimostrato come i due arrestati, approfittando dello stato di “soggezione psicologica” e dello stato di difficoltà emotiva in cui si trovavano i pazienti, li costringevano e inducevano a consegnare loro somme di denaro, che variavano tra 100 e 150 euro, al fine di fornire le prestazioni, in spregio alla lista di attesa ospedaliera. Avvenuta la prestazione, intascavano dai pazienti il denaro e se lo spartivano riservando, sembrerebbe, una piccola quota all’impiegato della asl. In realtà, anche, i pazienti traevano oltre a un beneficio temporale di fruizione della prestazione anche un beneficio economico perché con questo sistema, di fatto, pagavano meno di quanto avrebbero dovuto pagare di ticket al sistema sanitario.

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