Vaccino Covid, cosa sappiamo e quando sarà disponibile: 12 aziende già arrivate alla fase 3

Vaccino Covid, cosa sappiamo e quando sarà disponibile: 12 aziende già arrivate alla fase 3
Vaccino Covid, cosa sappiamo e quando sarà disponibile: 12 aziende già arrivate alla fase 3
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 18 Novembre 2020, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 13:05

Si lavora da mesi, senza sosta, alla ricerca del vaccino migliore, che possa arrestare la corsa del Covid-19. Le strade sono tante, anche diverse tra loro, c'è chi punta sugli adenovirus e chi invece sulla strategia già vincente contro la tubercolosi. Ma i test sono ancora in corso, l'obiettivo è arrivare ad un vaccino approvato e sicuro per l'inizio del nuovo anno. Le case farmaceutiche hanno già stretto accordi per miliardi di dosi da distribuire in tutto il mondo, sempre che arrivi l'autorizzazione dopo i risultati dei test. Ad oggi sono 12 quelli arrivati ​​alla cosiddetta fase 3, vale a dire l'ultimo passaggio in cui il vaccino viene iniettato in migliaia di volontari prima del via libera per vederne eventuali reazioni avverse. Nelle ultime ore si parla molto dei progressi e dei risultati ottenuti da Pfizer e BioNTech e da Moderna ma non sono gli unici. Ai 12 prototipi di vaccini in fase 3 si aggiungono infatti altri 6 che verranno testati con un uso limitato.

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PFIZER-BIONTECH, EFFICACE AL 90%: OLTRE 1 MILIARDO DI DOSI NEL 2021 Tra i primi in lista, su cui converge l'attenzione mondiale, c'è il vaccino sviluppato dalla Pfizer, che ha sede a New York, in collaborazione con la tedesca BioNTech. Secondo le ultime analisi risulta efficace nel prevenire il 90% delle infezioni. Si tratta di un riscontro decisivo visto che è stato svolto durante la fase 3 della sperimentazione partita a luglio e ancora in corso. Le due case hanno già annunciato di voler procedere con la produzione e per questo chiederanno l'autorizzazione la prossima settimana: hanno stimato una possibile produzione di 50 milioni di dosi nel mondo nel 2020 e fino a 1,3 miliardi nel 2021.

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MODERNA, LA SPERANZA AL 94,5% PER MILIONI DI DOSI IN USA, GIAPPONE E QATAR In corsa, di pari passo, anche il vaccino allo studio della multinazionale statunitense Moderna che, secondo i dati diffusi, ha un'efficacia del 94,5%: per l''Organizzazione mondiale della sanità si tratta di dati "estremamente promettenti". Il vaccino verrà prodotto per gli Stati Uniti per circa 20 milioni di dosi entro la fine dell'anno e la produzione totale, fino al 2021, sarà di 500 milioni o addirittura un miliardo di dosi.

Per il vaccino Moderna sono arrivati diversi finanziamenti: la multinazionale ha diversi accordi internazionali a cominciare dagli Usa, che hanno contribuito con 1,5 miliardi di dollari in cambio di 100 milioni di dosi, fino al Qatar, Canada e Giappone.

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ASTRAZENECA, 2 MILIARDI DI DOSI PER L'EUROPA Parte da uno studio sugli scimpanzé, un altro vaccino su cui la comunità scientifica ripone molte speranze: viene sviluppato dalla società britannico-svedese AstraZeneca in collaborazione con l'Università di Oxford. Il vaccino AstraZeneca si basa sull'adenovirus dello scimpanzé. Nella scorsa primavera gli Usa hanno sostenuto la ricerca per 1,2 miliardi di dollari. Ad oggi sono in corso diverse sperimentazioni: in Gran Bretagna e in India è in corso la fase 2/3 mentre in Brasile, in Sudafrica e negli Stati Uniti è già avviata l'ultima fase, la 3. AstraZeneca ha già assicurato che può produrre 2 miliardi di dosi e nella scorsa estate ha stretto accordi con l'Unione europea per 400 milioni di dosi. All'inizio di ottobre, secondo il cronoprogramma, sarebbe dovuta partire la produzione di emergenza ma il 6 settembre i lavori si sono bloccati a seguito di una sindrome infiammatoria su un volontario dopo la vaccinazione. La sperimentazione è poi ripresa ma solo in Gran Bretagna e Brasile.

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DA BOSTON E JOHNSON&JOHNSON MILIONI DI VACCINI PER L'EUROPA In fase 3 e anch'esso statunitense, il vaccino messo a punto dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston con Johnson&Johnson: al momento viene testato su circa 60mila volontari. E' l'unico in dose unica da pochissimi giorni è stata avviata la sperimentazione con due diverse dosi, ma il 16 novembre è stata avviata una seconda fase 3 per osservare gli effetti di due dosi. Se le analisi dovessero concludersi con esito positivo, entrerebbe subito in vigore l'accordo già firmato tra Stati Uniti e Unione Europea per produrne milioni di dosi.

NOVARAX, DAL REGNO UNITO PRONTO NEL 2021 Si trova ora negli Usa, nel Maryland, ma proviene dal Regno Unito il vaccino di Novavax. Per averlo bisognerà però attendere almeno l'inizio del 2021. Intanto proseguono gli accordi internazionali per distribuirlo in diversi paesi.

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VACCINI ANTI-COVID, MADE IN CHINA In Cina ci sono diversi progetti entrati nella fase 3, quella finale, e sono stati messi a punto dalle grandi aziende di Stato e private. La società CanSino Biologics sta sviluppando infatti un vaccino basato sull'adenovirus chiamato Ad5, con la collaborazione dell'Istituto di Biologia dell'Accademia delle scienze mediche militari cinese. Ed è proprio l'esercito cinese il primo a testarlo, autorizzandone l'utilizzo a giugno, “per uso limitato”. La Sinopharm sta testando un altro vaccino, anch'esso sviluppato da un virus inattivato, con la collaborazione del Beijing Institute of Biological Products. La fase 3 viene testata negli Emirati Arabi Uniti e sarà a disposizione solo del personale sanitario. L’azienda ha assicurato di poterne produrre un miliardo di dosi all’anno. Anche la società privata Sinovac Biotech sta testando un vaccino: il CoronaVac. La fase 3, avviata in Brasile, è stata sospesa dieci giorni fa a causa di un "incidente" e subito dopo riavviata con l'autorizzazione dell'Agenzia nazionale per la sorveglianza sanitaria. La Sinovac intanto ha già dato il via alla produzione per distribuirlo già all'inizio del 2021 in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti. Il Wuhan Institute of Biological Products sta sviluppando un vaccino e lo fa con un virus inattivato: la fase 3 si sta svolgendo negli Emirati Arabi Uniti, sulle persone impegnate in ambito sanitario.

IL VACCINO RUSSO DI PUTIN PER BRASILE E MESSICO Sono stati avviati già nel mese di giugno scorso i vaccini in Russia, messi a punto dall'Istituto di ricerca Gamaleya, collegato al ministero della Sanità russo,: si tratta del vaccino Gam-Covid-Vac, una combinazione di due adenovirus, l'Ad5 e l'Ad26, generati da un gene del coronavirus. Nella prima metà di agosto Putin ne ha comunicato l'approvazione ribattezzandolo Sputnik V, ancora prima della fase 3. Inevitabili le polemiche su una simile accelerata, anche dal mondo scientifico, tanto che è stato necessario specificare che l'approvazione resta vincolata all'esito positivo della fase successiva dei test clinici. I test per ora hanno evidenziato che nella fase 1 e 2 Sputnik ha prodotto anticorpi al coronavirus e lievi effetti collaterali. Intanto sono stati già stretti accordi per distribuire il vaccino in Paesi come Brasile e Messico.

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LA GUERRA AL COVID COME QUELLA ALLA TUBERCOLOSI In Australia è stata raggiunta la fase 3 dei test per verificare l'eventuale copertura contro il Covid tramite il vaccino anti tubercolosi del Bacillo Calmette Guérin, dell'inizio del secolo scorso. Se ne sta occupando il Murdoch Children's Research Institute. E si tratta di una strada percorsa anche dai ricercatori brasiliani. Due giorni fa è stato infatti avviato anche a Rio de Janeiro il test del Brace Trial Brasil (Btb), proprio per sperimentare l'efficacia del vaccino Bcg (Bacillus Calmette-Guérin) contro il Covid-19. IL VACCINO DAI LABORATORI DI RICERCA INDIANI In India si sta lavorando al Covaxin, basato su una forma inattivata del coronavirus, messo a punto dalla società indiana Bharat Biotech in collaborazione con l'Indian Council of Medical Research e il National Institute of Virology. La fase 3 è iniziata a fine ottobre e il vaccino potrebbe essere disponibile all'inizio del 2021.

 

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