Luca Sacchi, la famiglia: «Ma quale spaccio, devono averlo scambiato per un altro»

Luca Sacchi, la famiglia: «Ma quale spaccio, devono averlo scambiato per un altro»
Luca Sacchi, la famiglia: «Ma quale spaccio, devono averlo scambiato per un altro»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 27 Ottobre 2019, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 23:51

«Si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. No, Luca non c’entra con la droga. Chiedete nel quartiere. I carabinieri di zona ce l’hanno detto: conosciamo i ragazzi problematici e Luca non lo era». Fabrizio Sacchi è lo zio di Luca Sacchi e come tutti gli altri familiari, in questo giorni, sta vivendo il dolore atroce per l’uccisione del nipote e quello più sottile per l’ipotesi investigativa secondo la quale il delitto sarebbe l’epilogo dell’acquisto di sostanze stupefacenti. 

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«Per noi è andata diversamente e la verità verrà fuori: c’è stato uno scambio di persona, i due che hanno arrestato dovevano incontrare qualcun altro, non Luca e la sua ragazza. Non so se qualcuno avesse chiamato da dentro il pub i due che poi hanno ucciso Luca, però non era lui che cercavano». Alfonso Sacchi, padre della vittima, l’altro giorno, parlando con il Tg2, in lacrime ripeteva: «Non ho dubbi, non è proprio possibile che Luca fosse finito in un giro sbagliato. Non fumava, non si drogava, non beveva, era uno sportivo, ci teneva. Ed era altruista, per questo abbiamo deciso di donare gli organi. Ora mi manca: quando entrava in casa era il caos. Questa notte ho dormito abbracciato al suo pigiama».

La tesi dei legali della famiglia (fino a ieri seguita dall’avvocato Domenico Pavone) parte da un dato: Pirino e Del Grosso non avevano mai visto in faccia le persone che dovevano acquistare la droga. Il contatto degli acquirenti era avvenuto nelle ore precedenti non direttamente con i due arrestati, ma con altri amici che avevano fatto da mediatori. Quando Pirino e Del Grosso vanno all’incontro, si fidano di una descrizione e sbagliano obiettivo. «Mio nipote era un salutista, attento al suo fisico - ricorda Fabrizio -. Quando hanno espiantato gli organi, prima sono state eseguite delle analisi ed è emerso che Luca, ma ne eravamo certi, non aveva preso droghe. In queste ore stanno uscendo notizie di tutti i tipi, ma non sono confermate. Per questo come famiglia abbiamo deciso di non accendere la televisione».
 


Ma la stessa fiducia che aveva in Luca, la famiglia la ripone anche in Anastasia? È la fidanzata che il giovane ha difeso e che secondo gli investigatori aveva uno zainetto con 2.000 euro in contanti. «Sì, sì. Penso di sì, abbiamo fiducia in lei. Poi, certo, quanto meno fino a quando non verremo smentiti. Ormai non si può più essere certi di nulla. Ma su mio nipote non ho dubbi. Per noi l’ipotesi più probabile è che i due arrestati dovessero incontrare qualcuno per uno scambio di droga e per sbaglio abbiano avvicinato Luca e la fidanzata. Quella sera mio nipote era andato in quel pub per controllare il fratello più piccolo. E purtroppo, lo ripeto, si è trovato al momento sbagliato, nel posto sbagliato».

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Alfonso Sacchi, fratello di Fabrizio e padre di Luca, è titolare di un ristorante in via delle Coppelle. In queste ore, insieme alla moglie, cerca di affrontare un dolore che forse non finirà mai: «Spero che la giustizia dia una pena esemplare ai due arrestati, spero che non ci sia un avvocato o un giudice che li faccia passare per bravi ragazzi. I bravi ragazzi non girano con una pistola in tasca. Bravo ragazzo era mio figlio. Luca era un ragazzo solare, sempre con la battuta pronta. Ho perso un figlio d’oro».

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