«Luca ucciso per una faida». Spunta la guerra tra pusher

«Luca ucciso per una faida». Spunta la guerra tra pusher
«Luca ucciso per una faida». Spunta la guerra tra pusher
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Ottobre 2019, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 14:29

Valerio Del Grosso e Paolo Pirino sono in carcere per l’omicidio di Luca Sacchi. Ma il caso non è chiuso. Tanto che la Procura di Roma è pronta ad aprire un nuovo filone d’inchiesta questa volta per traffico di stupefacenti delegando i carabinieri a chiarire se all’Appio Latino – quartiere a sudest della Capitale – ci sia una nuova piazza di spaccio, anche embrionale, che si raccorda con lo storico giro di Tor Bella Monaca e San Basilio provocando, però, anche frizioni e competizioni. E sopratutto se l’entourage di Luca Sacchi ne sia in qualche modo protagonista. 

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Se è vero che nello zainetto di Anastasia Kylemnyk, fidanzata del personal trainer ucciso da un colpo di pistola alla testa, c’era una cifra molto superiore ai 2 mila euro è lecito supporre che il denaro avrebbe coperto l’acquisto di dosi di marijuana non destinate all’uso personale o a un piccolo giro di consumatori, ma a una “piazza” ben più ampia. In questo contesto matura «l’appuntamento convenuto per l’acquisto della merce», come si legge nei verbali, a cui, alle 21.30 del 23 ottobre, si erano presentati gli intermediari di Del Grosso – mandati in avanscoperta per accertare la presenza dei soldi – Anastasia e Giovanni Princi, amico di Luca Sacchi e figura “chiave” per i suoi precedenti per droga. Contesto che potrebbe nascondere molto di più e aprire a nuovi scenari.

LE PISTE
Del Grosso e Pirino partono da Casal Monastero armati di un revolver calibro 38 e di una mazza da baseball, ma con loro non c’è la droga. L’intento come dirà Pirino, una volta arrestato, sarà quello di «rapinarli» e non di concludere l’affare. Truffarli, in sostanza: prendersi i soldi e lasciare la comitiva di “bravi ragazzi” a mani vuote. I due dopo l’omicidio di Sacchi tornano indietro e si fermano a Tor Bella Monaca per sbarazzarsi dello zainetto rubato alla baby sitter ucraina. Eppure il quartiere delle “torri” – roccaforte dello spaccio romano – non è sulla rotta per Casal Monastero. Forse è qui che si liberano del denaro e anche della pistola, finora non rinvenuta dagli investigatori. Li consegnano a qualcuno? Magari a quegli stessi che li hanno inviati all’Appio Latino? E se la rapina fosse servita a mascherare un avvertimento? Del Grosso e Pirino sembrano agire come corrieri che hanno alle loro spalle un’organizzazione criminale di livello superiore. Che forse già da tempo ha iniziato a fare affari proprio tra il quartiere dell’Alberone e il parco della Caffarella e che non ha intenzione di cedere terreno a un gruppetto di ragazzi che per conto proprio – o per terzi – intende allestire un giro alternativo. Del Grosso e Pirino prendono i contatti con un gancio (Princi) e mandano due intermediari – Valerio Rispoli e Simone Piromalli – a verificare la presenza effettiva del denaro. Ma si premurano di muoversi ben armati, pronti a difendersi (sanno che Luca e i suoi amici fanno palestra e sono esperti di arti marziali) ma anche a spaventare, per lanciare l’avvertimento.

LE VERSIONI
Le versioni finora rese e trascritte nell’ordinanza di custodia cautelare raccontano una dinamica per niente cristallizzata. E decisamente anomala rispetto alla rapina raccontata in prima battuta da Anastasia. Uno dei due testimoni oculari – un ragazzo che si trovava all’altezza del distributore di sigarette vicino al pub “John Cabot” – racconta di avere notato una persona vicino alla «Smart bianca che camminava verso via Bartoloni con un braccio teso lungo il corpo come se impugnasse qualcosa» e che «giunto all’altezza dell’incrocio, questi ha alzato il braccio e subito dopo si sentiva un forte fragore ed un lampo di luce provenire dalle mani del ragazzo, il quale, subito dopo, è tornato verso l’autovettura allontanandosi». Gli inquirenti, che in queste ore stanno passando al setaccio i tabulati telefonici di tutti i personaggi coinvolti nella vicenda, sono alla ricerca di eventuali contatti pregressi tra i due gruppi o singoli appartenenti. Intanto, oggi, la famiglia Sacchi terrà una conferenza stampa nella quale il papà di Luca, Alfonso, affronterà i media ed esporrà la sua verità.

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