Xylella, ruspe a "Tormaresca" per abbattere 800 ulivi

Xylella, ruspe a "Tormaresca" per abbattere 800 ulivi
di Roberta GRASSI
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Lunedì 19 Ottobre 2015, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:51
Cento ulivi sono stati abbattuti ieri, saranno novecento in tutto quelli che andranno rimossi in pochi giorni: a San Pietro Vernotico, poco lontano dalla litoranea e dal bosco di Cerano, sono stati avviati i tagli “volontari” all’interno dell’azienda agricola "Tormaresca". Il proprietario aveva ricevuto a inizio ottobre la notifica dei provvedimenti in cui erano indicate 8 piante infette da rimuovere. In quella zona, però, si applica il principio dei 100 metri. Attorno ad ogni albero malato ce ne sono decine che vanno giù sotto i cingolati, fatti a pezzi dalle motoseghe.



Non ci sono state proteste in quel di San Pietro, più a nord di Torchiarolo. L’area era circondata sin dalle prime luci dell’alba da forze dell’ordine e in particolare dagli uomini del corpo forestale dello Stato che hanno vigilato sulle operazioni. Chi per protestare ha cercato di oltrepassare il confine della proprietà privata (e sono stati in pochi) è stato bloccato. I lavori di rimozione degli ulivi erano previsti già da giorni.



Erano stati programmati in ogni dettaglio. Che i responsabili di "Tormaresca" avessero deciso di adeguarsi al piano del commissario Silletti a contrasto dell’emergenza Xylella, era già stato posto nero su bianco in una comunicazione inviata a Bari appena dopo l’esecuzione delle notifiche.

L’intenzione di ottemperare alle disposizioni era stata chiarita sin dal principio ed era emerso in maniera piuttosto inequivocabile che non vi sarebbero stati cambi di programma, nessuna variazione sul tema neppure in caso di accese contestazioni.

Per il numero di piante condannate a morte è stato necessario programmare per tempo le modalità d’azione. Ci vorrà più di una settimana per completare l’opera.



Di buon mattino i mezzi a motore hanno fatto ingresso nell’azienda. Proprietà privata, inaccessibile a chiunque se non su autorizzazione del proprietario. Il rumore delle motoseghe ha coperto il brusio della campagna per ore. Incessante, con le sue modulazioni che dipendono dalla resistenza del legno che va tagliato. I rami più piccoli, quelli più grossi. Le chiome a chiazze rosse, laddove il disseccamento è già in stato avanzato. Quelle verdi color dell’ulivo che sembrano godere di ottima salute. Secondo gli esperti del Cnr, secondo i tecnici dell’Osservatorio fitosanitario regionale e dello staff di Silletti che hanno studiato il fenomeno, il batterio killer ha tempi di incubazione di un anno. Ciò significa che prima di scorgerne a vista i primi effetti si debbono attendere dodici mesi. E che quindi potrebbe aver allungato il passo e raggiunto aree che oggi appaiono indenni.



Gli ultimi tre focolai, quelli di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco, sono emersi nelle ultime settimane. Da luglio in poi.

E c’è chi giurerebbe che la diffusione della malattia è ancora più estesa rispetto a quanto al momento è stato rilevato e riportato sulla cartografia consultabile sul sito dedicato all’emergenza Xylella.

A San Pietro si tornerà ad abbattere già questa mattina. Toccherà poi a Cellino San Marco, altro focolaio su cui, dice la norma, volenti o nolenti si dovrà intervenire.



Resta un’incognita, per lo staff di Silletti, il territorio di Torchiarolo dove è montata una protesta che si è propagata a dismisura che di fatto ha stoppato ogni tentativo di eradicazione messo in atto dal giorno in cui il Tar del Lazio ha concesso con decreto la sospensione dell’esecutività del piano di interventi.

E’ una misura cautelare, che ha effetto soltanto nei terreni dei 22 ricorrenti e che ha lo scopo di far restare “intatta” la situazione fino a quando non vi sarà una disamina più approfondita.



Ragioni di ordine pubblico rendono difficile tornare a estirpare gli alberi, nonostante vi siano ancora terreni in cui bisogna – secondo le imposizioni – ultimare l’opera.

Questa mattina in provincia di Brindisi si riprenderà con la stessa solerzia di ieri. Per raggiungere l’obiettivo prefissato nel più breve tempo possibile.



L’appuntamento con l’Europa è più che mai vicino: l’ordine del giorno del comitato fitosanitario permanente del 22 e del 23 ottobre è già stato pubblicato sul web. A Bruxelles si tornerà a parlare di Xylella, sia per quel che riguarda l’Italia, sia in riferimento a ciò che è accaduto in Francia. Nella speranza di ottenere qualche deroga, per lo meno sul divieto di reimpianto e sulla classificazione delle aree. A fine mese poi, il nuovo “blitz”, programmato, degli ispettori Ue che rassegneranno le proprie conclusioni e che formuleranno una valutazione importante. Il rischio, come più volte si è ribadito, è che l’Europa avvii una procedura di infrazione con tanto di maxi multa e stop alle importazioni dal Belpaese.