Xylella, Parlamentari in campo. Dubbi sulla legge speciale: «Ma servono più fondi»

La Xylella ha devastato gli ulivi
La Xylella ha devastato gli ulivi
di Paola ANCORA
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 05:00

La volontà di uscire dal guado, e lasciarsi alle spalle il deserto causato da Xylella, è ampia e condivisa. Come condivisi sono anche i dubbi dei parlamentari - da destra a sinistra - sulla reale efficacia di una legge speciale per accelerare procedure e finanziamenti da destinare all’agricoltura salentina e pugliese per la rigenerazione. Tanto più che le lentezze burocratiche di oggi nascono anche dall’elefantiaco apparato normativo italiano, che ogni governo ha tentato di snellire, senza riuscirci davvero. Quel che è certo - lo annunciano i parlamentari del centrodestra che sostengono il Governo Meloni - è che presto l’esecutivo interverrà.

I parlamentari

«E lo farà in via prioritaria su due fronti» spiega il deputato di Fratelli d’Italia, Saverio Congedo: «Innanzitutto per contribuire alla ricostruzione del tessuto economico, agricolo e paesaggistico del Salento e poi per contenere l’avanzata della Xylella in quella parte della Puglia colpita ancora in modo marginale». Che vi sia bisogno «di un intervento speciale» Congedo lo conferma, «ma partendo dal quadro normativo già esistente. Tanto più che esistono misure già finanziate dal Governo nazionale e dall’Europa che possono essere usate per fronteggiare il disastro».

Appena pochi giorni fa - ricorda il parlamentare di FdI - «il ministero ha autorizzato la spesa di altri 20 milioni per il reimpianto degli ulivi». 

Caroppo, Forza Italia

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Andrea Caroppo, deputato di Forza Italia. «La legge speciale - spiega - è certamente un’ipotesi che può essere considerata, ma non è un atto normativo che risolve un problema annoso come questo». Caroppo ricorda che «alla Camera è al lavoro una commissione di indagine sulla Xylella e, al di là di tutte le rassicurazioni fornite, il reimpianto degli ulivi finanziato con 300 milioni sta procedendo a rilento, molto a rilento per responsabilità della Regione che quelle risorse deve gestirle. Ci sono poi i contratti di distretto, la cui istruttoria è in capo al ministero. Il primo, insieme al Distretto jonico salentino, è già partito, il secondo dovrebbe partire». Resta da affrontare «il mancato coordinamento fra tutti gli attori in campo - chiude Caroppo - che scarica sulle spalle delle imprese ogni onere e incombenza, compresa quella di sperimentare nuove colture. Dunque bisognerebbe innanzitutto velocizzare la spesa dei 300 milioni e quella dei contratti di servizio e poi, sotto una regia nazionale, avviare un complessivo piano di riconversione». 

Stefanazzi, Pd


Per Claudio Stefanazzi, parlamentare del Partito democratico e già capo di Gabinetto del presidente della Regione, Michele Emiliano, «il recupero delle potenzialità agricole in capo alle aziende sta andando, si muove con fondi ordinari e straordinari. Indubbiamente ci sono state delle difficoltà, che sono state affrontate e risolte e c’è ora una “coda” legata alla enorme quantità di domande per l’espianto e il reimpianto degli ulivi». Il problema, per Stefanazzi, è un altro. E riguarda un particolare aspetto della rigenerazione del paesaggio salentino. Da un lato, infatti, per la prima volta tanti produttori hanno scelto la strada dell’olivicoltura intensiva: «Hanno quindi un fabbisogno di alberi pari a un terzo di prima. Resta da capire cosa piantare sui restanti due terzi di superficie disponibile per metterla a reddito e resta da capire come muoversi sui terreni residuali, tenendo conto che ce ne sono di abbandonati, di pubblici e ci sono poi tantissimi terreni privati che non possono essere né espropriati né occupati».

Questo è il nodo da sciogliere. Come uscirne? «Con un progetto simile a quello messo a terra dai Consorzi di bonifica negli anni Cinquanta per il rimboschimento - suggerisce Stefanazzi -. Un progetto che non richiede, però, una legge speciale» e che potrà essere innestato anche sull’esperienza maturata con il Dajs, quando ero capo di gabinetto in Regione. Il percorso per decine di migliaia di ettari era già indicato, con l’elenco delle specie autoctone adatte all’impianto, e avevamo previsto di finanziarlo con 50 milioni dei Fondi di sviluppo e coesione, al momento bloccati dal governo». 

Donno, M5s


Dal Movimento Cinque Stelle la sottolineatura piccata del fatto che «fino a oggi le uniche risorse messe a disposizione per la Regione Puglia sono quelle del governo Conte: 300 milioni di euro per la rigenerazione» scrive il deputato grillino Leonardo Donno. «Senza i fondi dedicati non si potrà ricostruire il paesaggio e rigenerare il potenziale produttivo olivicolo. Il Governo Meloni - prosegue - non ha ancora messo un solo euro a disposizione per i territori colpiti da Xylella. Ricordo che l’esecutivo ha bocciato un mio emendamento in Legge di Bilancio in cui si chiedeva una dotazione di un miliardo e mezzo di euro per affrontare l’emergenza che ha portato alla perdita di milioni di alberi di ulivo. Inoltre i consiglieri M5S in Regione Puglia hanno messo a terra uno studio, interamente finanziato dal Movimento, per ricostruire il paesaggio dell’ulivo nel Salento. Uno studio ed un progetto che richiede coraggio e risorse da parte di questo governo che, ad oggi, nulla ha fatto sul tema in termini di investimenti». 
Insomma l’obiettivo di ricostruire è comune, le strade indicate differenti. Resta da capire se la volontà di curare le ferite del Salento sarà più forte delle contrapposizioni e se riuscirà ad esserlo con la campagna elettorale alle porte. Si vedrà.
 

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