L'intervista/ Bellini: «Il pericolo è che si esaurisca l'effervescenza di una terra»

L'intervista/ Bellini: «Il pericolo è che si esaurisca l'effervescenza di una terra»
di Alessandra LUPO
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Domenica 16 Aprile 2023, 17:58

Vincenzo Bellini, presidente del Distretto Puglia creativa cui aderiscono circa 150 realtà regionali, più università, sindacati, associazioni di categoria e centri di ricerca.
Possiamo dire che la copertura con i fondi europei c'è stata finché c'è stato un assessore regionale dedicato?
«Possiamo dire che sia durata fino al 2020 poi le politiche regionali hanno smesso di essere innovative».
In cosa?
«Perché è mancata la possibilità di programmare in continuità: sono mancati ripiani triennali che permettevano alla cultura e allo spettacolo di programmare a lungo termine».
La cultura ha sempre speso le risorse assegnate?
«Certo, perché nelle programmazioni europee la cultura ha sempre impiegato il 130% rispetto a quanto assegnato in preventivo».
Viene vista come un'attività dispendiosa?
«Diciamo che vive questo pregiudizio ma visto che poi riesce a spendere i soldi, allora spesso può contare sulle riprogrammazioni dei fondi non spesi in altri settori, come la sanità o i trasporti per evitare che i fondi tornino indietro».
Adesso però la situazione è opposta?
«Sì, perché abbiamo terminato i fondi 2014-2020. Come Puglia ci ritroviamo al punto in cui non arrivano nuove risorse 14-20 e la programmazione 21-27 è ferma».
A questo si aggiungono i paventati tagli al bilancio regionale...
«Il bilancio regionale è sempre stato basso, tranne nel 2009 quando furono appostati 9 milioni (perché a cavallo tra due programmazioni) contro i circa 4 di ogni anno».
Ma quindi per coprire il disavanzo in Sanità si taglia anche dalla cultura o no?
«Tagli diretti dal bilancio ordinario della Regione non sembrerebbero essercene, il problema è se vengono utilizzati i fondi straordinari europei destinati a cultura e turismo».
La cifra promessa in sede di bilancio potrebbe quindi essere dirottata?
«Quella cifra non è stata messa a bilancio perché speravano nella programmazione 2021-2027 Fsc che nel frattempo non è arrivata. E qui si apre il capitolo sullo Stato: con l'insediamento del nuovo governo c'è stata un'interruzione. C'è una terza programmazione, che riguarda il Fondo di Sviluppo e coesione in cui finiscono tutte le voci non coerenti con il Fse. Qui la cultura sarebbe dovuta entrare in maniera preponderante ma quei fondi sono bloccati dal ministro Raffaele Fitto. Tra le sue deleghe non c'è solo il Fondo di Sviluppo e coesione finito al centro della contesa tra Governo e Regione ma anche il Pon cultura, al momento fermo perché a cavallo tra due programmazioni».
Chi è il vostro interlocutore in Regione?
«Il dipartimento cultura e turismo ma anche l'assessorato allo Sviluppo economico».
Avete avuto rassicurazioni?
«La risposta per ora è che ci potranno essere nuovi avvisi legati allo sviluppo e all'implementazione delle imprese cultuali creative, dallo start up delle strutture ad azioni più coese attraverso Puglia sviluppo».
Il settore è in sofferenza da anni, cosa comporta?
«Fino al 2016 cresceva del 4% annuo mentre l'Italia era in stagnazione. Ora che l'Italia cresce dovrebbe arrivare al 10% ma invece abbiamo perso l'effervescenza che in periodo pre-covid ci vedeva più alti della media al Sud».
In cosa si traduce in termini economici?
«Occupazione, potrebbe raddoppiare».
I grandi come Bifest, Medimex, la Notte della Taranta, se la passano meglio?
«Sicuramente c'è una doppia velocità. Chi ha una matrice pubblica seppur nelle difficoltà può programmare e indebitarsi. I privati invece che programmano attraverso avvisi, call o bandi, arrancano: nel 2022 gli avvisi sono arrivati a dicembre, ad attività svolta per undici dodicesimi. Così si diventa poco competitivi».
C'è una stagione a rischio?
«Una stagione che ha meno annunci dell'anno precedente e che potrà diventare sottodimensionata rispetto all'attrattività della Puglia: uno degli aspetti che ha fatto di noi una meta turistica».
La bolla si sta esaurendo?
«Guardi cosa sta accadendo nel cinema: siamo molto presenti in prima serata Tv ma abbiamo perso tutta la produzione perché i fondi sono fermi al 2021. Abbiamo esaurito l'effervescenza e stiamo vivendo nel riflesso di epoche passate».
A.Lu
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