Cultura in ristrettezze: bloccati i finanziamenti che reggono il comparto pugliese

Cultura in ristrettezze: bloccati i finanziamenti che reggono il comparto pugliese
di Alessandra LUPO
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Domenica 16 Aprile 2023, 17:46

Lo spauracchio che si aggira nel mondo della cultura pugliese ha numeri e cifre precisi. E la ricerca forsennata di salvadanai da cui attingere nel bilancio ordinario della Regione per ripianare il disavanzo milionario della sanità non ha fatto che mettere a nudo una realtà sottostante ben più dura: il finanziamento regionale è in impasse e questo va avanti da tempo. Tra appelli ignorati e una lenta agonia delle realtà culturali soprattutto di media e piccola dimensione.

Il bilancio ordinario svuotato da anni


Quello pugliese della cultura è infatti un finanziamento che vive di risorse straordinarie, ovvero fondi europei legati alla programmazione 2014-2020, ormai esaurita. La Regione ne aveva utilizzate due precedenti, la 2000-2006 e la 2007-2013, per finanziare, a partire dal 2007, il cosiddetto "Sistema produttivo culturale e creativo pugliese".
Il linguaggio e le date riportano indietro alla "primavera" vendoliana e cioè a una visione innovativa della cultura considerata al centro delle trasformazioni anche economiche e sociali.

Prima di allora, infatti, non esisteva uno storico di finanziamento regionale del settore ma solo interventi mirati a sostenere questa o quella manifestazione. Dal 2007, con uno sforzo straordinario che sopperisse al ruolo di Comuni e Stato, nacque dunque il "sistema". Una realtà strutturata che ha continuato a funzionare bene anche durante tutto il primo governo di Michele Emiliano, dal 2005 al 2020. Fiore all'occhiello delle politiche regionali, che potevano contare su feedback continui anche internazionali. Poi il flusso di finanziamenti si è esaurito con i ristori previsti dall'emergenza Covid dei due programmi "Custodiamo la cultura" che hanno coperto i blocchi della pandemia.

L'allarme dal post covid


Da allora la situazione è ferma. Gli allarmi si susseguono sempre più pressanti e: dai sindaci alle associazioni di categoria, le realtà che aggregano le aziende produttive. Con casi eclatanti come il Film Fund sospeso dal 2022, il bando per i festival dello scorso anno cancellato e la sensazione che l'ente non possa dare grandi risposte, soprattutto in un momento in cui il rischio immediato - scongiurato dall'assessorato al Bilancio di Raffale Piemontese - era dover aumentare Irpef e Irap. Mentre quello a medio periodo è che l'autonomia differenziata possa finire di rallentare la corsa del Mezzogiorno per allineare le prestazioni e i servizi al Nord Italia. Non stupisce che in uno scenario così cupo, la partita del Fondo di Sviluppo e Coesione così come quella sul Pnrr abbia assunto toni così accesi. E nemmeno che della cultura - ancora da troppi percepita come settore sacrificabile - si parli con meno enfasi.
Eppure la Strategia regionale di specializzazione intelligente ha come uno dei suoi cinque assi proprio questo tipo di industria, finanziata con fondi Fesr. Dal Fondo Sociale Europeo presto arriverà un nuovo filone di finanziamento sul welfare culturale, che promuove azioni di inclusione sociale attraverso la cultura. Ma all'appello secondo gli operatori manca l'ossatura: il sostegno alla programmazione culturale. Perché gli spettacoli e i film non si reggono esclusivamente con il mercato. I pugliesi hanno una capacità di spesa procapite più bassa rispetto alle regioni del Nord per questo tra i doveri dello Stato figura anche il finanziamento delle attività culturali in quanto tali. Anche a prescindere dall'auspicata conseguenza che finiscano per diventare attrattori turistici.
Quello del turismo, infatti, è un problema a parte ma fino a un certo punto: abbattendo il finanziamento alla cultura infatti, viene meno un universo intero che aveva dato alla Puglia un'attrattività unica perché la regione turistica più ambita d'Italia non si basa ovviamente sul solo mare. E per quest'estate ci sono cartelloni culturali anche pubblici già annunciati che al momento non avrebbero alcuna copertura economica.
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