La cultura tira la cinghia e gli eventi sono a rischio: il sostegno che non arriva e il timore per i cartelloni

Rischia di diventare un grosso problema per la Regione Puglia facendo saltare anni di lavoro

La cultura tira la cinghia e gli eventi sono a rischio: il sostegno che non arriva e il timore per i cartelloni
La cultura tira la cinghia e gli eventi sono a rischio: il sostegno che non arriva e il timore per i cartelloni
di Alessandra LUPO
4 Minuti di Lettura
Sabato 15 Aprile 2023, 07:32

Il settore cultura rischia di diventare un grosso problema per la Regione Puglia, facendo saltare anni di lavoro e cancellando a catena una intera rete di eventi che fanno del territorio un luogo vivo e accogliente, anche per il turismo.

Che il problema si trascini da anni, tra denunce degli operatori e polemiche, è cosa nota. Tanto che persino un colosso come il Bifest ha recentemente alzato la voce con la Regione che pure ne ha sempre sostenuto gli sforzi (anche a scapito c'è chi lamenta delle altre realtà). 

Oggi la situazione rischia di esplodere

Motivo? Un bilancio regionale progressivamente prosciugato nelle voci che riguardano la cultura, che ha affidato gran parte del sostegno al settore alle risorse in arrivo dal Fondo per lo sviluppo e coesione (Fsc) ad oggi bloccate.

La questione è emersa con forza nei giorni scorsi, sia a cavallo della polemica tra Regione e Governo sui trasferimenti alla Puglia sia una volta preso in mano il bilancio dell'ente per rastrellare risorse utili da destinare a coprire una parte del buco creato dal disavanzo in sanità nell'esercizio 2022.

Dopo l'ok del governo alla manovra pugliese, il lavoro dell'assessorato al Bilancio ha compiuto un piccolo miracolo, riuscendo a raggranellare le somme necessarie a non aumentare Irpef e Irap pescando nel bilancio autonomo dell'ente. E dopo l'incontro di giovedì tra Piemontese, il presidente Michele Emiliano e l'assessore alla Sanità Rocco Palese con i direttori delle Asl per "blindare" la spesa sanitaria dell'anno in corso, ieri è toccato alla maggioranza recepire l'azione della giunta. Una sorta di salvataggio in extremis costato «vari sacrifici». Di fronte alle ristrettezze, nei giorni scorsi il centrosinistra pugliese ha rivolto i propri strali contro il governo che avrebbe peggiorato lo squilibrio bloccando i fondi. Durissimo l'attacco di Michele Emiliano al ministro Raffaele Fitto. Ma intanto le rassicurazioni dell'assessore Piemontese sui tagli: «cultura e turismo saranno i settori meno intaccati», ha detto ieri il numero due della Giunta, non bastano a rassicurare la platea degli operatori in apnea.

Lo sa bene la consigliera del M5s Grazia Di Bari, titolare della delega alla Cultura, che già a dicembre in sede di approvazione del bilancio dell'ente presentò un emendamento "salva cultura" per sostenere le imprese culturali e creative pugliesi. La somma necessaria frutto di un accordo con il dipartimento cultura dopo una serie di incontri con gli operatori del settore chiedeva un contributo di 6,5 milioni di euro per "rispettare gli impegni che la Regione ha preso". Una somma da aggiungersi alla somma già riportata in Bilancio, pari a circa 4 milioni di euro. «In sede di discussione, l'assessore Piemontese mi aveva chiesto di ritirarlo, con la promessa che le risorse necessarie sarebbero arrivate di lì a poco dal finanziamento Fsc - ha chiarito nei giorni scorsi Di Bari -. Questo accadeva a dispetto di quanto dichiarato nei mesi precedenti da tutte le forze politiche di voler appostare nel bilancio autonomo i fondi sufficienti. Ad oggi - scrive ancora la consigliera - quelle risorse non sono ancora state sbloccate dal Governo, che sta danneggiando così non solo il comparto cultura, ma sta di fatto bloccando tutti i bandi della regione Puglia».

La situazione è tutt'altro che semplice se si considera che già lo scorso anno i festival che facevano riferimento ad Apulia Film Commission dovettero accontentarsi delle economie risparmiate dalla fondazione e accedervi con una procedura negoziale arrivata in folle ritardo sui tempi e ridimensionando di parecchio i budget. Una realtà che penalizza enormemente soprattutto le realtà più piccole, che non possono contare sul botteghino dei grandi eventi e rischiano letteralmente di scomparire nel silenzio mentre altrove vanno in scena passerelle e red carpet legate ai pochissimi eventi salvaguardati.
Il malessere insomma sta montando e non è escluso che a giorni - con l'estate ormai alle porte e la programmazione praticamente impossibile - possa sfociare in una vera protesta.

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