Con Nichi o con Michi? Assessori divisi alla mèta

Con Nichi o con Michi? Assessori divisi alla mèta
di Francesco G.GIOFFREDI
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Domenica 22 Marzo 2015, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 13:54
Non è questione solo di sterile geografia politica, né di contenitore elettorale. Optare alle prossime elezioni regionali per la lista vendoliana-stefàniana o per la triade di liste a marchio Michele Emiliano è una scelta di campo, per assessori ed ex assessori regionali.



Certo: sia “Noi a sinistra per la Puglia” (il listone che ha assorbito anche Sel) che la terzina congegnata da Emiliano (Pd, “Emiliano sindaco di Puglia”, “La Puglia per Emiliano”) remeranno nella stessa direzione, alla guida dell’ex sindaco barese e candidato governatore. Ma il fuoco incrociato, scatenato dal caso di Guglielmo Minervini, ha rianimato lo scontro: continuità o discontinuità con i dieci anni di governo vendoliano? In nome della prima l’assessore alla Trasparenza - «pur restando nel Pd», spiega - ha abbracciato il progetto di Nichi Vendola e Dario Stefàno. Al netto delle accuse al fulmicotone dei democrats, che intravedono nella piroetta di Minervini il timore di non essere rieletto se candidato col Pd. La più o meno tranciante cesura col passato è invece la traccia della campagna elettorale di Emiliano.



Bizzarro o no, è un raro caso di scontro ideologico (o para-ideologico) all’ombra della stessa coalizione. E gli assessori della giunta vendoliana, allora, da che parte stanno? Oltre a Minervini, scenderanno in campo con “Noi a sinistra per la Puglia” anche Leo Caroli (assessore al Lavoro, cinque anni fa candidato con Sel, collegio di Brindisi), Fabrizio Nardoni (Risorse agroalimentari, “creatura” di Dario Stefàno, tarantino), Alba Sasso (Scuola e università, precettata da Vendola come assessore esterno, barese), Tommaso Fiore (ex assessore tecnico alla Sanità, collegio di Bari), Michele Losappio (capogruppo Sel, tra il 2005 e il 2010 all’Ecologia e al Lavoro). Un grande sponsor del listone vendoliano è Angela Barbanente, vicepresidente della giunta e assessore all’Urbanistica, e anche Silvia Godelli (assessore al Turismo e alla Cultura), pur non candidata, remerà per il listone dei vendoliani. Senza ovviamente tralasciare Dario Stefàno, senatore ed ex assessore alle Risorse agroalimentari: di fatto il timoniere del presidio a sinistra del Pd. E c’è un unico filo conduttore: tutti strenui difensori della continuità governativa, e candidati a difesa del fortino vendoliano, da preservare - il sottotesto è questo - dai colpi di ariete di Emiliano. O, per dirla alla Vendola, «dalla vocazione alle larghe intese, che è il terreno di coltura della corruzione».



Non è candidata, è di stanza tra Strasburgo e Bruxelles, ha un legame d’acciaio con Vendola e ultimamente parte più del solito a spada sguainata all’attacco di Emiliano: Elena Gentile, eurodeputata Pd ed ex assessore alla Sanità, ha il vendolismo nel sangue, ed esorta senza sosta «Michele» a non «disperdere quanto fatto in questi dieci anni». Però niente strappo col Pd sulla falsa riga di Minervini, almeno in linea ufficiale: «Farò campagna elettorale per il mio partito».



E tra i democratici che vivono magari con un pizzico d’imbarazzo la faida “ideologica” tra vendoliani e candidato governatore c’è probabilmente Loredana Capone: esponente di spicco del Pd, dal 2009 assessore allo Sviluppo economico e dunque ingranaggio fondamentale del meccanismo vendoliano, è però da sempre molto vicina a Emiliano. Non a caso sarà candidata come capolista dei democratici nel collegio leccese, stretta tra l’abbraccio all’ex sindaco barese e la necessaria difesa del lavoro fin qui svolto dalla giunta. Un tempo folgorato sulla via del vendolismo (tanto da sostenere Nichi alle primarie 2010), poi - svestiti i panni dell’assessore alle Opere pubbliche, due anni fa - molto più tiepido e critico, infine sostenitore di Emiliano nella corsa alla segreteria Pd e alla candidatura regionale: anche Fabiano Amati sarà in corsa col Pd, a Brindisi, e nelle scorse ore non ha lesinato punture di spillo a Vendola e Minervini («Sentire che il tutto accade per rappresentare il monopolio del bene e del meglio pugliese, è frase priva di senso»).



Il tarantino Donato Pentassuglia invece - da assessore alla Sanità - certo non vive con animo del tutto sereno le continue cannonate di Emiliano alle politiche della salute pugliese, ma sarà in lizza col Pd. Uomini di stretta fiducia di Emiliano sono invece Giovanni Giannini e Mario Loizzo: assessore alle Opere pubbliche il primo, ex titolare dei Trasporti (dal 2005 al 2010) il secondo, saranno candidati col Pd a Bari. Loizzo, peraltro, in regime di deroga: ha già alle spalle tre legislature.



Resta poi un caso del tutto peculiare, una specie di fiume carsico nel dibattito di centrosinistra: Leo Di Gioia. L’assessore al Bilancio cinque anni fa venne eletto col Pdl, salvo migrare in Scelta civica e infine - nel rimpasto del 2013 - essere a sorpresa cooptato in giunta da Vendola. Adesso sarà candidato a Foggia in una delle due liste civiche di Emiliano, che lo cita spesso - puntandolo come un’arma contro i vendoliani - ogniqualvolta spunti l’accusa di “derive centriste” della coalizione. Ma l’esame del dna e la fedeltà al decennio sono ormai due grandi classici nel centrosinistra. E lo saranno chissà per quanto altro tempo ancora.