La rabbia dei dirigenti scolastici: «L'incertezza ci sta logorando, ripartire sarà un'odissea»

La rabbia dei dirigenti scolastici: «L'incertezza ci sta logorando, ripartire sarà un'odissea»
di Serena COSTA
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Venerdì 28 Agosto 2020, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 10:34
Entrare in classe? Sarà un'odissea. Stanchi, ma soprattutto sconcertati dal continuo cambiamento delle regole anti-Covid: i dirigenti scolastici pugliesi, alle prese da settimane con gli adeguamenti strutturali per il rispetto delle distanze di sicurezza e con i monitoraggi da parte dei tecnici comunali e provinciali, alzano le mani: «Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma l'incertezza ci sta logorando».

Domani, intanto, il Comitato tecnico scientifico emanerà il verdetto sull'obbligo dell'uso delle mascherine in classe o meno. E anche il nodo del trasporto pubblico lascia perplessi molti dirigenti. Come Antonella Manca, preside del liceo scientifico Banzi di Lecce, che sbotta: «Esprimo il mio sconcerto e disappunto per le indicazioni nazionali, spesso contraddittorie, che non consentono un'organizzazione entro i tempi previsti: giova ricordare che quella scolastica è un'organizzazione complessa, perché coinvolge docenti, studenti e famiglie. E poi, sul nodo trasporti, come si fa a dire che 15 minuti di capienza al completo non sono rischiosi?». Il presidente del Cts, Agostino Miozzo, nell'audizione alla Camera di ieri aveva infatti affermato la possibilità di occupare tutti i posti degli scuolabus per un massimo di un quarto d'ora. «Domani mattina (oggi, ndr) incontrerò le presidi del Palmieri e del De Giorgi per elaborare un modello sperimentale di gestione della didattica integrata, ovvero metà alunni in classe e metà a casa: stiamo acquistando strumentazione, banchi e formazione. Ma alla prova dei fatti dobbiamo vedere come funzionerà il sistema dal punto di vista didattico».

Un'altra perplessità riguarda i docenti fragili, che non dovrebbero essere sostituiti, ma dovrebbero lavorare da casa: «Come farà il prof a esercitare la propria funzione di vigilanza sui ragazzi, se è a casa e gli studenti sono in classe?» si chiede Giovangualberto Carducci, dirigente scolastico del Tito Livio di Martina Franca, in transito fra 4 giorni verso la Scuola secondaria di primo grado Colombo di Taranto . «Nella scuola che mi appresto a dirigere avremo problemi sugli ingressi scaglionati e siamo in attesa dei banchi monoposto. Il quadro è estremamente fluido, ma non bisogna farsi travolgere. È evidente che la scuola è vista come un metro di misura di tutto il sistema e, se la prima regge, tiene anche tutto il resto».

Intanto, il polo comprensivo di Lecce Alighieri-Diaz ha quasi terminato i propri lavori: «Abbiamo eliminato tutto dalle aule: niente appendiabiti, armadietti e perfino la cattedra, anche il docente avrà il banchetto, pur di risparmiare - spazio spiega la preside, Giusy Cariati-. All'ingresso c'è la postazione con plexiglas e il gel sanificante, abbiamo appeso i primi cartelli, ma manca la segnaletica orizzontale: se non mi dicono quanti bidelli verranno come contingente Covid, non so come sistemarla».

Al Siciliani di Lecce hanno perfino acquistato la macchina lava pavimenti che sanifica gli ambienti. «Mancano le ultime 3 aule - spiega la dirigente, Vittoria Italiano - e poi saremo pronti: abbiamo acquistato Lim per tutte le aule, nonché pc e tablet da consegnare ai ragazzi, qualora dovessimo chiudere. Stiamo preparando un documento che sigli un patto di corresponsabilità con le famiglie, affinché impegnino i loro figli a scorrazzare per la scuola, a rispettare le norme su uscite e ingressi e igiene. Certo, abbiamo subìto un danno ingente per il fatto che già da mesi abbiamo chiuso qualsiasi iscrizione, pur di mantenere un numero congruo di alunni e rispettare il distanziamento».

Esprime disagio anche Salvatore Giuliano, preside del Majorana di Brindisi: «Siamo tutti in difficoltà: stiamo lavorando intensamente anche per la nuova sede, al Casale, e nel frattempo siamo intervenuti per ottimizzare gli spazi nelle altre sedi. Al di là delle indicazioni del Cts, ci stiamo adoperando per garantire il distanziamento di un metro, ma è evidente che consiglieremo l'utilizzo della mascherina il più possibile. Nel nostro istituto, attueremo ingressi scaglionati e useremo 3 ingressi e 3 uscite nella sede di via Montebello e 4 ingressi in quella di via Primo Longobardo. Soprattutto, faremo la didattica integrata: 4 giorni in presenza e 2 a distanza, una scelta che ha tenuto conto dei trasporti e dei paesi di provenienza degli studenti».
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