Scuola, Regione nella bufera dopo l'ultima ordinanza: «In Puglia istruzione ridotta a un servizio a domanda». Sconcerto dei presidi. E i sindacati annunciano lo sciopero

Scuola, Regione nella bufera dopo l'ultima ordinanza: «In Puglia istruzione ridotta a un servizio a domanda». Sconcerto dei presidi. E i sindacati annunciano lo sciopero
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Sabato 16 Gennaio 2021, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 07:54

Una settimana e cambia tutto perché tutto resti uguale, cioè confuso: parliamo dell'ultima ordinanza sulla scuola firmata dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano questa mattina e che ha spinto i sindacati ad annunciare una mobilitazione - sarà valutato lo sciopero - e i presidi a firmare una nota dura come mai prima, evidenziando «lo sconcerto e l'indignazione» di tutta la categoria.

L’ordinanza numero 14, “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, emanata stamattina, detta le regole per il mondo della scuola. Il provvedimento dispone che, a partire dal 18 gennaio e sino a tutto il 23 gennaio 2021:

  1.  L’attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l’infanzia, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione si deve svolgere in applicazione del Dpcm del 14 gennaio 2021;
  2. Le Istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione (dunque elementari e medie inferiori) garantiscono comunque il collegamento online in modalità sincrona per tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente per i propri figli di adottare la didattica digitale integrata, tenendo presente che agli studenti che hanno chiesto la didattica digitale integrata, non può essere imposta la didattica in presenza. Tale scelta è esercitata una sola volta e per l’intero periodo di vigenza della presente ordinanza, salvo deroga rimessa alle valutazioni del dirigente scolastico;
  3. Le Istituzioni Scolastiche secondarie di secondo grado, nonché i Cpia (centri dedicati all'istruzione degli adulti, ndr) adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica, in modo che il 100 per cento delle attività sia svolto tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata;
  4. Le Istituzione Scolastiche devono comunicare, ogni lunedì della settimana, all’Ufficio Scolastico Regionale e al Dipartimento della Salute, attraverso la procedura predisposta sulla piattaforma www.studioinpuglia.regione.puglia.it, il numero degli studenti e il numero del personale scolastico positivi al covid-19 o in quarantena e tutti i provvedimenti di sospensione dell’attività didattica adottati a causa dell’emergenza Covid.

IL TESTO DELL'ORDINANZA: ordinanza 14-2021_signed_16092735.pdf

Critiche durissime all'ordinanza regionale arrivano da Roberto Romito, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi di Puglia, secondo il quale peggio della Regione ha fatto solo il Governo.

Il Dpcm - scrive Romito -, «al di là del larghissimo uso del “copia e incolla” rispetto al precedente, contiene solo una novità di qualche interesse, per le sole scuole superiori: nelle regioni in “fascia arancione”, com’è il caso attualmente della Puglia, a decorrere dal 18 gennaio e fino al 5 marzo almeno il 50 per cento e fino ad un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca potrà frequentare in presenza». «Seconda e ultima classificata della gara, a zero punti, ex aequo con i prefetti che vogliono imporre alle scuole della maggior parte delle province pugliesi la sciagura del doppio turno di ingresso e di uscita nelle scuole superiori - incalza il presidente dell'associazione dei presidi - giunge inopinatamente la Regione con il suo presidente che, di fatto, nella sua “nuova” ordinanza (la numero 14), ripropone per le scuole del primo ciclo i contenuti della vecchia ordinanza 444 vigente fino a Natale scorso, capovolgendo per la terza volta le disposizioni sulla cosiddetta “libertà di scelta” delle famiglie disposte dall’ordinanza numero 1 che scade oggi».

I presidi si dicono «francamente sconcertati, indignati da questo balletto di disposizioni, che ora impegnerà i dirigenti in quel che resta del fine settimana a richiedere ai genitori l’espressione della loro volontà. E, inoltre, tutto ciò varrà solo per 6 giorni, poiché la nuova ordinanza vige da lunedì 18 soltanto fino a sabato 23 gennaio. E, infine, ciliegiona sulla torta, come nella precedente ordinanza la scelta dei genitori è esercitabile solo per una sola volta e per l’intero periodo di vigenza, ossia fino al 23 gennaio, ma da lunedì ci potranno essere deroghe rimesse alle valutazioni del dirigente scolastico. Il che significa che saranno possibili ripensamenti in corso d’opera da parte delle famiglie, con le conseguenti variazioni del tasso di presenza a scuola. Bel risultato per chi sbandiera ogni piè sospinto la necessità di rafforzare l’alleanza fra scuola e famiglie».
 

«Avevamo proposto maggiore cautela dopo le festività, ma non siamo stati ascoltati» dice Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola. «Per la scuola del primo ciclo, si continua sulla strada dell’inserimento, per via amministrativa, della didattica digitale integrata, che ha generato e sta generando confusione e smarrimento soprattutto per l’organizzazione scolastica, per i lavoratori e per il dubbio che genera all’interno di ciascuna famiglia. La didattica di emergenza - aggiunge Verga - non è la DID, ma la DAD. Basta con ordinanze che snaturano la funzione della scuola, che deve restare tale e non trasformarsi in un servizio a domanda individualizzata. Fare scuola significa un’attenta programmazione e preparazione e non improvvisazione».

Il carico da 90 ce lo mettono i sindacati, Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals, Gilda e Anief. In una nota congiunta scrivono che «nel caos istituzionale di un Paese frantumato, c’è una sola certezza: in Puglia la scuola continua ad essere un “servizio a domanda”. Notiamo con preoccupazione - scrivono - che in questa ordinanza è totalmente scomparso il riferimento al piano sanitario per la riapertura in sicurezza delle scuole nella Regione Puglia in cui, finalmente, si prevedeva, come da noi fortemente caldeggiate al fine di una ripresa della didattica in presenza, l’istituzione di un operatore sanitario in ogni scuola, lo screening periodico del personale scolastico e l’avvio della campagna di vaccinazione per il personale scolastico in via prioritaria nella fase 2 del “Piano Strategico Nazionale”. (...) Ciò che, invece, pervicacemente resta è il modello di scuola inteso come “servizio a domanda” nel I ciclo che, a una settimana di distanza, costringe nuovamente le scuole a reimpostare tutta l’organizzazione delle attività didattiche e amministrative, ivi comprese modulistica e circolari. Denunciamo ancora una volta un modello dal dubbio profilo costituzionale e dagli effetti devastanti sul piano didattico e pedagogico. Ci preoccupa inoltre la situazione del II ciclo dove, con la prosecuzione della DAD, si potrebbe determinare, nel panorama nazionale, una sperequazione dei livelli di formazione e apprendimento degli alunni pugliesi soprattutto in vista degli Esami di Stato, con ulteriori conseguenze in merito alla dispersione scolastica. Ormai la misura è colma: non si può scaricare sulle scuole l’incapacità del Governo di fare sintesi nel dialogo con le Regioni. Siamo stanchi di assistere ad una Babele di scelte in merito alla riapertura delle scuole che prefigura un chiaro e preoccupante scenario di autonomia differenziata».

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