Scuola, assente l'11% dei prof. Ma preoccupano i contagi tra studenti. A Bari 116 i casi stimati fino al 9 gennaio

Scuola, assente l'11% dei prof. Ma preoccupano i contagi tra studenti. A Bari 116 i casi stimati fino al 9 gennaio
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 20:16

Anche in Puglia il secondo giorno del ritorno a scuola in presenza dopo le vacanze natalizie ha confermato quelle che lunedì erano state soltanto stime approssimative: il 10-11% del personale scolastico - fra docenti e Ata - risulta essere assente per diversi motivi, compresi ovviamente quelli legati al Covid. Cifre che - fanno sapere dall'Ufficio Scolastico Regionale - poco si discostano da quelli degli anni scorsi, quando al rientro dopo le feste il numero di personale assente oscillava intorno al 9%. Quest'anno ci sono due punti di percentuale in più, legati soprattutto ai contagi e alle quarantene imposte dalla pandemia e, in particolare dalla variante Omicron che sta contagiando in misura maggiore rispetto alle altre varianti che si sono sviluppare nei mesi scorsi, ma tutto sommato si tratta di bazzecole rispetto alle previsioni della vigilia.

Vaccinato il 90% del personale


Ovviamente sul numero di assenze tutto sommato gestibili dal sistema ha inciso positivamente il fatto che in Puglia più del 90% del personale della scuola risulta vaccinato con doppia dose e una buona parte anche con la terza. «Ci siamo organizzati per far fronte alle mille difficoltà, un lavoro intenso ma ce la stiamo facendo - ha fatto sapere il presidente pugliese dell'Associazione nazionale dei presidi, Roberto Romito -. I colleghi stanno sostituendo il personale assente, e gestendo le comunicazioni di positività da parte degli studenti, per poi organizzare laddove ce ne sia bisogno la didattica a distanza, come prevedono le nuove norme e come giustamente ha ricordato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi».

I banchi vuoti tra superiori e infanzia


Ora a preoccupare maggiormente sono le assenze dei ragazzi: sempre in Puglia, alle superiori non è rientrato uno studente su tre - molti perché hanno deciso di scioperare non ritenendo sicure le aule alla luce dell'indice di positività legato a Omicron - e, addirittura, uno su due nell'infanzia e nella primaria.

Ma c'è di più. Secondo le previsione della rivista specializzata Tuttoscuola entro sette giorni in tutta Italia ci saranno 200mila classi in Dad, a causa dei contagi. Sono tanti i ragazzi non rientrati in presenza perché positivi o perché essendo stati a contatto con positivi ora devono osservare la quarantena fiduciaria. Secondo molti dirigenti scolastici, a spiazzare scuole e alunni è il fatto che il nuovo protocollo di gestione dei positivi è così a ridosso del ritorno da creare perplessità e difficoltà anche nelle famiglie che sono disorientate. «Per una nuova procedura c'è bisogno di tempo perché tutti possano averne contezza - hanno aggiunto alcuni dirigenti firmatari, nei giorni scorsi, dell'appello a Draghi per posticipare il rientro di qualche settimana -. Le scuole sono sicure e i protocolli stringenti, ma è evidente che i ragazzi vivono anche al di fuori dell'ambiente scolastico. L'aumento dei contagi in queste settimane di vacanza dice che non è la scuola a crearli, ma può fare da detonatore».

A Bari 116 contagi tra studenti. Ma la dirigente spiega: dati sottostimati

Sono 116 i casi di contagio in ambito scolastico e presi in carico dall’Epidemic Intelligence center della Asl fra il 3 e il 9 gennaio, sostanzialmente in linea con il report della settimana scorsa che ha registrato 106 positività. Dei nuovi positivi, 73 sono studenti e 43 operatori scolastici. «Sono ancora dati sottostimati perché concomitanti con la sospensione delle attività didattiche durante le festività – spiega Severina Cavalli, referente del gruppo scuole di Eic – ma la maggior parte dei contagi fa riferimento a soggetti non vaccinati, specie nelle scuole primarie e medie».  Stando al monitoraggio fornito dal team Covid scuole, i 116 casi scolastici sono concentrati questa settimana per lo più negli istituti secondari di primo grado, dove su 41 positivi 21 risultano non vaccinati. Nel dettaglio le positività sono così distribuite: 41 nelle scuole secondarie di primo grado (28 alunni e 13 personale scolastico), seguiti da 34 nelle scuole primarie, (28 alunni e 6 personale scolastico), 41 nelle scuole secondarie di primo grado (28 alunni e 13 personale scolastico), 21 nelle scuole secondarie di secondo grado (16 alunni e 5 personale scolastico), e infine 20 nelle scuole dell’infanzia (12 alunni e 8 personale scolastico).

L'appello dello studente brindisino


Uno studente di Brindisi, Denys Iaia, tra i rappresentanti dell'Istituto tecnico Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi, ha lanciato un appello al governo: «Penso che non viviamo più in uno stato democratico. La frase del ministro Bianchi. Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza è una contraddizione e i dati parlano chiaro. Al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell'istruzione è stata mandata una lettera, sottoscritta da 1500 dirigenti scolastici, ma non è stata presa in considerazione - ha sottolineato lo studente -. Sono e sarò sempre a favore della didattica in presenza: a mio avviso la Dad non si può definire scuola. Non sarà mai una sostituzione, ma in questo periodo non possiamo fare altrimenti. La fascia più colpita da questa variante è quella dei giovani». E, ancora: «Per poter prendere delle decisioni inerenti alla scuola, devi viverci dentro, renderti conto di quello che sopportano ragazzi ed insegnanti. È semplice decidere quando si lavora con le finestre chiuse e climatizzatore. Provate voi a lavorare, a vivere 5/6 ore in un'aula con le finestre aperte. Quando inizierete a vivere la scuola, capirete gli errori che state commettendo».
Ma il ministro Bianchi su questo punto è stato irremovibile. «La scelta di riportare gli studenti in classe è motivata dall'evidenza che il prolungato uso della Dad provoca problemi alla vita di una comunità» ha ricordato Romito. Contro la Dad anche il presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia, Fabiano Amati: «Capisco le paure dei genitori, però la Dad genera solo disuguaglianze».
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