Rotella dal Brennero a Gallipoli in e-skate: è record mondiale/L'intervista

Il racconto dei 1.433 chilometri da Nord a Sud dell'Adriatico

Stefano Rotella in un tratto nel Tarantino con la pioggia
Stefano Rotella in un tratto nel Tarantino con la pioggia
di Silvio DETOMA
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Giovedì 15 Giugno 2023, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 17:58

Alla fine Santa Maria di Leuca non è riuscito a raggiungerla, ma ha comunque percorso 1.433 chilometri partendo dal Brennero, vicino alla sua Bolzano, fino ad arrivare alla "città bella", Gallipoli. L'impresa del 36enne Stefano Rotella è da Guinness World Record, per la maggior distanza in e-skate in un solo Stato. Quattordici giorni in solitaria fino a toccare le terre pugliesi, dalla Capitanata al Salento, con le inevitabili difficoltà nel percorso. Con già due primati del mondo in tasca per il suo primo viaggio da Trento a Budapest sempre su skate "elettrico" in cui aveva percorso 1377 chilometri. 

L'esperienza in Puglia

La Puglia lo ha accolto con la pioggia e non con i raggi di sole tra gli ulivi e il riflesso nel mare, ma tant'è l'esperienza per Stefano è stata impressionante. Nelle sue foto e storie sui social l'emozione di vedere per la prima volta la Regione e anche la classica stanchezza a pochi passi dall'arrivo. E poi però anche la semplice realtà dei fatti, le mucche in un recinto e a distanza qualche sacco di immondizia sparso per le strade, la visione dell'ex Ilva, che fa ancora paura con i suoi fumi. Le strade, per l'appunto, spesso fangose e con pozzanghere a causa della pioggia ma con un po' di buche, non hanno comunque compromesso il record mondiale.

«Una scelta sofferta quella di non proseguire fino a Santa Maria di Leuca, ha compromesso in qualche modo il record?»

«È stata tosta, dura, forse l'ho anche un po' sottovalutata, però alla fine tutto si è incastrato bene. Anche se non sono arrivato giù a Santa Maria di Leuca. Il record è stato comuque battuto. La misurazione finale che dovrò ricalcolarmi bene è di 1433 chilometri. Un nuovo record mondiale, il viaggio più lungo in un singolo stato. Adesso cercherò di farmelo riconoscere».

«Come funziona per il riconoscimento?»

«Per farsi riconoscere un record dal Guiness si apre una richiesta sul sito e ci vogliono fino a tre mesi affinché venga approvata, oppure si paga 800 euro per sbrigare le pratiche.

Ho aspettato tre mesi per le richieste dei miei due record, che sono già stati approvate. Adesso dovrò inviare tutti i dati, che consistono in foto, video, tracce Gps, i moduli dei testimoni lungo la strada e tutta la descrizione del viaggio». 

«Perché ha scelto proprio la Puglia come tappa finale, al di là del maltempo che è stato inclemente? Come è stato l'impatto?»

«L'obiettivo della Puglia è nato essenzialmente per una questione di strade praticabili. Avendo in parte origini calabresi, mi sarebbe molto piaciuto raggiungere la Calabria, ma quella Regione assieme alla Basilicata sono impraticabili. Non c'è modo di attraversarle se non passando sulla statale. Il viaggio in skate dev'essere da un punto A ad un punto B. Ho voluto quindi un percorso dal Brennero fino al punto più lontano, che per me era la Puglia. La Puglia è meravigliosa, mi piace molto, mi dispiace soltanto averla vista per così breve tempo. Ho visto un sacco di paesaggi meravigliosi, posti e città stupende, anche se per pochi minuti. Marche, Abruzzo, Molise e Puglia non ci avevo mai messo piede». 

«Invece le strade pugliesi come le sono sembrate?»

«Nota dolente, qui. Ho trovato strade terrificanti in tutta Italia e anche nel resto del mondo. Ho trovato asfalti rovinati e buche, che non sono sicuramente l'ideale per il mio viaggio. In Puglia ho fatto la prima caduta della mia carriera nel tratto di Gioia del Colle. Le pozzaghere le ho evitate e in qualche modo sono riuscito a risolvere. Il problema delle buche è che non ci si può distrarre un secondo perché da un asfalto liscio si passa ad una buca di venti centimetri di profondità che m'inghiottirebbe, facendomi cadere». 

L'arrivo a Baia di Uluzzo

«La pioggia o le pozzanghere che ha trovato nel percorso pugliese hanno creato danni al meccanismo elettronico dello skate?»

«Tecnicamente è resistente all'acqua, ma non impermeabile. Non è che bagnandolo si rompe, ma non è certo l'ideale. Ogni volta che ho potuto, infatti, l'ho coperto con la plastica per evitare anche di doverlo pulire la sera. Un aspetto poco piacevole».  

«Mi parli un po' di questo e-skate?»

«Lo skate non è uno skate completo, fatto e finito ma è un kit che si acquista separatamente che si monta sul mezzo. Può essere montato su qualsiasi skateboard normale. Questo è un prodotto sviluppato da ingegneri di Barcellona. Aderii al loro crowdfunding nel 2017 e ho avuto il mio primo kit nel 2018. Dopodiché volendo provare questi viaggi a lunga distanza ho comprato un secondo kit e li ho montati tutti su una tavola. Non l'ho proprio costruito io, ma ho trovato il sistema di assemblarlo in una maniera unica che mi ha permesso di raggiungere grandi distanze, con una singola carica». 

«Ha trovato persone nel percorso per la ricarica dello skate?»

«Sì, per forza. Il viaggio era pianificato per i percorsi che facevo tre anni fa. Pensavo che le batterie reggessero quell'autonomia. Purtroppo le batterie sono calate di potenza e sono arrivato a fare anche due cariche a metà del giorno per poter coprire la distanza prefissata». 

Lo skateboard con cui Stefano ha raggiunto il record

«Avrà bisogno di mettere a posto lo skate per le prossime avventure?»

«Questo skate qua è giunto a fine vita. Questi ingegneri di Barcellona hanno chiuso la loro attività, che è fallita. La mia ora è una tecnologia morta. Non c'è più nessuno a sviluppare un sistema del genere e quindi dovrà cambiare sistema, dai motori alle piastre, alle batterie e al telecomando. Dovrò vedere anche se avrò la voglia di rifarlo». 

«In previsioni di altri record come farà?»

«Sto guardando le alternative. La tecnologia si sviluppa di anno in anno. Tre anni fa non esisteva niente di paragonabile a questo sistema modulare, adesso qualcosa comincia ad uscire. Ci sono alcuni sistemi modulari montabili su una tavola di mia scelta, con batterie scambiabili che permettono di raggiungere ottime autonomie». 

«È il secondo viaggio da record in skate che ha fatto dopo il primo da Trento a Budapest. Come è nata la passione per questi viaggi "avventurosi"?»

«Nata un po' per caso, ma ho sempre avuto la passione per i viaggi. Quella per lo skateboard invece è nata in tempi recenti. A 30 anni ho iniziato a muovermi sulla tavola, sullo skate normale. Poi siccome facevo fatica e mi è venuta una tendinite a furia di spingere ho guardato un po' in giro e ho trovato questo sistema spagnolo. Da lì mi si è aperto un mondo per un nuovo concetto di mobilità, con cui cambia praticamente il paradigma dello spostamento». 

Stefano Rotella in un tratto nel Tarantino

«Rispetto al primo viaggio come le è sembrata questa seconda impresa?»

«Il primo è stato anche molto più studiato rispetto a questo. Per il primo viaggio dovevo partire nel 2020, poi c'è stata la pandemia. Alla fine del primo lockdown ho iniziato a fare dei viaggi esplorativi. In due tranche avevo già visto il viaggio che avrei fatto in skate nel 2021. Sono andato per questo abbastanza a colpo sicuro. Per questa secondo avventura, invece, al di là di alcuni tratti fino a Verona e da Cesenatico a Pesaro, non avevo mai percorso il tratto. Mi sono basato sui miei studi fatti su Google Maps o su Google Earth. Pensavo fosse più semplice a livello logistico, invece ho trovato vari passaggi complicati per esempio al Conero, nelle Marche, nelle colline del Molise e poi anche la Puglia, nel tratto da Bitonto a Taranto, quando è iniziato a piovere ed ero disperso in mezzo al nulla». 

«Ieri ha visto l'Ilva? Come è stato guardarla per la prima volta?»

«L'ho guardata tanto su Google Maps, poi ho seguito alcuni documentari e articoli sul tema. Quindi l'ho conosciuta diciamo per sentito dire o per la tv. Ho filmato le fumate di notte e dopo aver sentito i racconti della gente di Taranto, mi mette ansia. È un mostro che mette ansia, anche se ha dato tanto lavoro alla gente». 

«E il mare di Gallipoli invece?»

«Purtroppo il mare non l'ho ancora visto. Sono a tre km dal centro di Gallipoli, nel punto in cui mi hanno raggiunto i miei genitori in camper. Mi sono seduto al bar per bermi un succo di frutta, poi sono andato a dormire. Spero di vederlo oggi, ma anche di visitare Gallipoli». 

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