Le paure dei ristoratori: «Norme anti-economiche, così non ci conviene»

Le paure dei ristoratori: «Norme anti-economiche, così non ci conviene»
di Leda CESARI
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 10:05
Il 18 maggio si avvicina, e probabilmente i ristoranti pugliesi potranno riaprire i battenti, mettendo così fine ad un incubo economico durato più di due mesi. Sempre ammesso che possano e vogliano adeguarsi per tempo alla ridda di regole necessarie per consentire l'esercizio delle normali attività senza scatenare la rimonta del virus. Già, ma quali regole?
L'Inail ha predisposto, di concerto con l'Istituto Superiore di Sanità, il documento-protocollo che fa il punto sulla situazione del settore formulando regole generali probabilmente non definitive. Quel che è certo, invece, è che l'intero settore, che secondo l'Istat vale in Italia 1,2 milioni di lavoratori 1,1 dei quali rimasti a terra con il lockdown - viene considerato un contesto a rischio di aggregazione medio-alto.

Per questo motivo, nonostante si dispongano gradualità e progressività delle misure di contenimento, «in modo da permettere la verifica della sostenibilità delle stesse», le indicazioni sono comunque stringenti: favorire l'uso di spazi all'aperto, rimodulazione dei posti, garantendo il distanziamento fra i tavoli non inferiore a 2 metri e garantendo comunque tra i clienti, durante il pasto, una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets e per contatto tra persone, o indiretta tramite stoviglie e posaterie. Va inoltre definito un limite massimo di capienza del locale, «prevedendo uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente», fatto salva l'adozione di barriere divisorie. Banditi buffet e dintorni, consigliati la turnazione nel servizio e la prenotazione obbligatoria, anche per evitare assembramenti esterni, i menu dovranno essere scritti su lavagne, consultabili via app e siti, stampati su fogli monouso, e si eviteranno utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati; i clienti dovranno indossare la mascherina nei momenti in cui non mangiano (pagamento, utilizzo servizi igienici, da sanificare più volte). Opportuno privilegiare i pagamenti elettronici con contactless e barriere separatorie nella zona cassa, e rendere disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti della sala. Norme stringenti anche per il personale, tenuto al rispetto di un'igiene scrupolosa mascherine, guanti in nitrile, lavaggio frequente delle mani - e per la pulizia dei locali e dei tavoli, da rinnovare a ogni pasto.

Il Manuale regionale, invece, prevede distanza interpersonale di almeno 1 (1,8) metri; termo-scanner e dispositivi di protezione individuali per i dipendenti come da norme nazionali; prenotazioni obbligatorie, con eventuali autocertificazioni; feste limitate a massimo di 6-10 membri, con garanzia della distanza indicata; obbligo di mascherine e guanti per clienti e personale; dispenser con prodotti igienizzanti all'entrata dei locali; sanificazione e disinfezione dei locali e degli arredi e dei filtri degli impianti di condizionamento; formazione per clienti e personale. Ed inoltre l'incentivazione al pagamento mediante carta di credito, contactless oppure online, prenotazioni via app, menu digitali su smartphone, pannelli in plexiglass sui tavoli di chi non appartiene allo stesso nucleo familiare, sistemi di sensori per il controllo della temperatura dei clienti e del personale prima dell'accesso ai locali, barriere in plexiglass sul bancone. E sono solo alcune delle norme previste dal Manuale regionale.

Insomma, ci sarà da impazzire, e questo spiega perché molti ristoratori, come evidenziato nei giorni scorsi dal sondaggio del Consorzio La Puglia è servita, stiano seriamente meditando sull'opportunità di riaprire nel 2021. «Non abbiamo ricevuto ancora le linee guida dell'Inail, aprire il 18 maggio sarà impossibile». Così Gianni Del Mastro dal direttivo di Movimento impresa, che raggruppa diversi ristoratori pugliesi. «La settimana scorsa, con il presidente Emiliano e la task force regionale, un primo confronto sulle linee guida inserite nel Manuale della sicurezza. Ora siamo in attesa di ricevere una seconda convocazione da parte della Regione, dovrebbe essere in settimana. Noi però proponiamo una distanza di un metro tra i tavoli, non di 1,8 metri come indicato sul Manuale: molti locali non potrebbero lavorare, gli spazi sono limitati». E poi perché dividere con barriere persone che vivono già negli stessi ambienti? Perplessità anche in casa Confesercenti: «C'è la seria possibilità che molti ristoranti non possano adeguarsi a queste prescrizioni», avverte il presidente provinciale leccese Luigi Muci, «perché le norme sono confuse e anti-economiche: si tratterebbe di lavorare in perdita, a meno che i ristoranti non raddoppino i prezzi».
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